La scuola di Pioltello sarà chiusa anche quest’anno il giorno della fine del Ramadan ed è di nuovo polemica
Nonostante le polemiche dello scorso anno con tanto di intervento del ministro dell’Istruzione e del Merito, l’istituto comprensivo Iqbhal Masih di Pioltello (Milano), torna a festeggiare Id al-fitr, letteralmente la “festa della interruzione” del digiuno ovvero del Ramadan. Ufficialmente il dirigente Alessandro Fanfoni, contattato da ilfattoquotidiano.it si trincera dietro il silenzio.
Lo scorso anno nel calendario pubblicato sul sito della scuola era esplicitato “presumibilmente lunedì 08/04/2024 in occasione della festa di fine Ramadan se infrasettimanale”. Invece quest’anno la festività musulmana non è citata in maniera esplicita, ma è prevista la sospensione delle lezioni lunedì 31 marzo esattamente coincidente al giorno in cui i fedeli islamici celebrano il termine del mese sacro. Una data deliberata per scelta dal consiglio d’istituto insieme a giovedì 6 marzo e venerdì 2 maggio, ma mentre la prima e la seconda si possono definire un cosiddetto “ponte” essendo collegate alle vacanze per il carnevale ambrosiano (venerdì 7 e sabato 8 marzo) e per la festa del lavoro, quella di fine marzo non trova agganci con sospensioni dettate dal calendario regionale e nemmeno con il Santo Patrono che a Pioltello è Sant’Andrea, 30 novembre. Impossibile individuare sul sito dell’istituto anche la delibera tre del 3 luglio scorso del consiglio d’istituto citata nel calendario pubblicato: la piattaforma della scuola – nonostante Fanfoni assicuri via WhatSapp che “è tutto correttamente pubblicato” – non riporta l’albo pretorio e il collegamento ad “amministrazione trasparente”.
Sta di fatto che a Pioltello è già scoppiata nuovamente la polemica. La prima a sollevare il caso dalle pagine de Il Giornale è stata l’europarlamentare e consigliera comunale leghista Silvia Sardone che ha detto: “Perché bambini e famiglie non musulmane, in Italia, devono essere penalizzate? Qui non siamo in Pakistan e nemmeno in Marocco”. Lo scorso anno, era intervenuto il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che aveva chiesto all’ufficio scolastico regionale un’ispezione. Al dirigente scolastico, bersagliato da insulti e minacce, era stato quindi chiesto di “valutare la disapplicazione della delibera e la possibilità dell’annullamento”, ma il Consiglio di istituto, riconvocato, aveva colmato quelle “lacune” rilevate, rispondendo al mittente con la conferma della decisione presa.
Il dirigente a ilfattoquotidiano.it aveva giustificato la scelta in questo modo: “Abbiamo classi dove negli anni scorsi in occasione della fine del Ramadan, di fatto, venivano a scuola in tre o quattro. I bambini di fede islamica sono la maggioranza e nonostante le linee guida sull’inclusione consiglino di formare classi con non più del 30% di stranieri, noi arriviamo al 43% perché questa è la nostra utenza”. Aveva quindi sottolineato di non poter “chiudere gli occhi davanti a questi numeri e alla realtà” e si era augurato che “a nessuno venisse in mente di politicizzare questa decisione presa dal consiglio d’istituto anticipando di un giorno l’inizio delle lezioni per garantire a tutti gli stessi diritti”. Non era andata così.
Quest’anno Fanfoni interpellato sul caso non ha voluto rilasciare commenti e nemmeno spiegare dove individuare la delibera del consiglio d’istituto, dicendo di “preferire concentrarsi sul lavoro”.
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