Nicholas Maxwell, addio al filosofo della sapienza: solo così la scienza può evitare il fallimento
Questo post ricorda un filosofo e umanista che ci ha lasciato pochi giorni fa. Il nome di Nicholas Maxwell, docente di Filosofia della scienza nell’University College di Londra, in quiescenza da molti anni, non è popolare. Ciononostante, Nick ha contribuito ad approfondire molte questioni importanti, sia per la scienza sia per la società. I suoi contributi vanno dal realismo scientifico alla teoria quantistica, dalla comprensibilità dell’universo al libero arbitrio, dall’estetica alla filosofia morale, dalla razionalità della scienza alla deriva del mondo accademico. E ha sempre lavorato con uno spirito visionario non comune.
From Knowledge to Wisdom: A Revolution for Science and the Humanities (1984-2007) è il libro più noto, in cui Nick sostiene l’urgenza di passare dalla conoscenza alla sapienza. Una transizione indispensabile se la scienza vuole evitare il proprio fallimento. Scopo fondamentale dell’indagine scientifica dev’essere la ricerca e la promozione della sapienza. È la capacità di realizzare — apprendere e creare — ciò che ha valore nella vita per se stessi e per gli altri, includendo sì la conoscenza e il know-how tecnologico, ma anche molto altro. La sapienza è conoscenza, saggezza, esperienza, buon giudizio.
La filosofia della sapienza di Maxwell vuole superare le nascoste, insidiose irrazionalità alla base della filosofia della conoscenza che, dall’Illuminismo in poi, ha indirizzato la ricerca e l’insegnamento accademico verso l’unico scopo di acquisire conoscenza del mondo, conoscenza oggettiva della verità. E propone un metodo capace di integrare ogni aspetto della ricerca, tutte le discipline intellettuali e il modo in cui queste sono correlate tra loro e con il resto della società.
La crescita scientifica dovrebbe perciò realizzarsi tramite la discussione, la scelta e la modifica di progetti mirati, anziché lasciata alla concorrenza casuale tra le diverse tradizioni disciplinari, mirate a un successo solipsistico.
Secondo Maxwell, la scienza ha totalmente fallito l’obiettivo di liberare la società dalla povertà, dalla fame e dalla paura. E il fallimento deriva da un fatale difetto congenito: avere accettato come obiettivo unico ed esclusivo dell’impegno scientifico l’acquisizione e la estensione delle conoscenze. La rivoluzione di Nick comporta cambiamenti radicali negli obiettivi, nei metodi e nei prodotti della ricerca scientifica, cambiamenti che dovrebbero dare la priorità ai problemi personali e sociali che gli individui affrontano nel loro sforzo per raggiungere ciò che è prezioso e desiderabile, per se stessi e per gli altri.
Fino a quattro anni fa, conoscevo i lavori di Nick in modo affatto superficiale. Egli mi scrisse allora per criticare alcune affermazioni del mio libro, uscito all’inizio della pandemia, sul declino delle istituzioni accademiche del mondo occidentale. È un testo critico — assolutamente ignorato in Italia ma con qualche raro cultore altrove — che sostiene la necessità di superare il modello utilitaristico delle attuali Università dal Grande Fratello, approdando alla Slow University. E parla anche di Slow Science e serendipity, oggi diventata di moda.
Nick spiegò quanto fosse illusoria la mia chiamata, senza un radicale cambiamento; e, lo ammetto, fu molto convincente: la Slow University non poteva essere il motore del cambiamento, ma soltanto la conseguenza di una rivoluzione copernicana come quella che lui proponeva. Ho così accettato il suo invito ad aderire ai Friends of Wisdom; un gruppo che, spero, saprà sopravvivere alla scomparsa del suo fondatore. E avevo anche sorpreso Nick con il link a una canzone scritta qualche anno prima, per via della strofa finale: “over that mountain/will find a fountain/where flows the water/of wisdom rain”. Esprimo perciò un augurio: oltre la montagna, possa Nick trovare la fonte da dove scaturisce la pioggia della sapienza.
Meglio di qualunque altra citazione, ricordo un articolo di Nick, mai pubblicato, dal titolo La scienza come chiave metodologica di salvezza della umanità: “Il metodo scientifico, quando accuratamente sviluppato quale empirismo orientato a uno scopo e correttamente generalizzato fino a diventare razionalità finalizzata ai valori umani, è la chiave di salvezza della umanità”.
Il contributo di Nick Maxwell è ben lungi da essere un tipico contributo accademico. Piuttosto, è un contributo vivo dove puoi sentire il respiro di un vero e onesto filosofo che dedica tutta la sua forza intellettuale alla lotta con i giganteschi (e perenni) problemi della filosofia.
L'articolo Nicholas Maxwell, addio al filosofo della sapienza: solo così la scienza può evitare il fallimento proviene da Il Fatto Quotidiano.