Milano-Cortina non basta, ecco le Olimpiadi giovanili 2028 assegnate a Dolomiti-Valtellina: costo e gestione a carico di Stato e Regioni
Ancora Olimpiadi. Adesso è ufficiale: dopo i Giochi invernali di Milano-Cortina 2026, l’Italia ospiterà anche quelli juniores. Dolomiti-Valtellina 2028, così l’hanno chiamata, per variare il nome con un po’ di fantasia, non la sostanza visto che le sedi di gara saranno praticamente le stesse. Il Cio riunito in sessione a Losanna ha appena assegnato all’Italia la prossima edizione della manifestazione giovanile, fortemente voluta dal Coni di Giovanni Malagò, dal ministro Andrea Abodi e soprattutto dagli enti locali, Lombardia, Veneto e provincia autonoma di Trento, che ospiteranno l’evento.
Gli Youth Olympics sono una manifestazione riservata a ragazzi tra i 15 e i 18 anni, che il Comitato internazionale organizza da circa una decina d’anni sulla falsariga delle Olimpiadi dei grandi. Partecipano quasi tutti i Paesi, con oltre un migliaio di atleti. L’ultima edizione 2024 si è tenuta a Gangwon, Corea del Sud, sulla scia di Pyeongchang 2018. Ed è lo stesso motivo per cui l’Italia è stata da sempre candidata unica per il 2028: l’assegnazione doveva arrivare già un anno e mezzo fa, ma è slittata come ripicca del Cio per le ripetute figuracce del Comitato italiano su Milano-Cortina. Solo questione di tempo. Lo schema adottato dal Cio e rivendicato anche da Malagò, infatti, è quello di svolgere i Giochi jr. nello stesso Paese di quelli maggiori, per poter sfruttare gli impianti già preparati e prolungare l’eredità olimpica. In teoria non fa una piega, nella pratica bisogna vedere cosa saremo in grado di combinare in Italia, dove ogni evento diventa occasione di sprechi e ritardi.
Di sicuro ci vorranno altri soldi. Come anticipato dal Fatto, e confermato poi oggi dopo l’assegnazione anche dal ministro Abodi, questa nuova impresa olimpica costerà 65 milioni di euro, col contributo Cio di una ventina di milioni e 45 pubblici, di cui la metà (vorrebbero le Regioni) a carico dello Stato. Infatti il governo aveva già stanziato nell’ultima manovra 10 milioni, ancora prima dell’annuncio, ne serviranno altrettanti. Come minimo, perché non siamo ancora partiti con l’organizzazione e c’è tutto il tempo per sforare il budget, come nelle migliori tradizioni italiche. Del resto, proprio la possibilità di continuare ad attrarre finanziamenti è una delle motivazioni principali per cui Lombardia e Veneto hanno tanto spinto per aggiudicarsi l’evento, che permetterà di prorogare il carrozzone olimpico di altri due anni, dando un contentino ad alcune località escluse dal progetto principale (come la pista di pattinaggio a Baselga di Pinè).
Dalla riunione di Losanna emergono nuovi dettagli proprio in merito all’organizzazione. Il Comitato organizzatore non potrà essere lo stesso del 2026, le regole richiedono la creazione di un soggetto diverso. A Milano-Cortina è già partita la corsa di dipendenti e dirigenti a saltare sul nuovo carro per parcheggiarsi per altri due anni. Ma stavolta, visto che il budget sarà per la gran parte pubblico (tra fondi statali e locali), non potrà essere una Fondazione privata: bisognerà creare un soggetto pubblico, con tutte le conseguenze del caso, nel bene e nel male. Scontato il coinvolgimento del governo, che dunque si farà carico da subito e direttamente (per il 2026 era subentrato soltanto in corsa) insieme alle Regioni degli oneri legali e finanziari della manifestazione. Significa che se ci sarà una perdita, dovrà essere ripianata dallo Stato. Cioè dai contribuenti, come sempre. D’altra parte, il Comitato organizzatore del 2028 non si potrà più schermare dietro la natura privatistica, che ha originato i numerosi equivoci e storture che sono alla base anche dell’inchiesta che ha travolto la Fondazione Milano-Cortina e ha costretto il governo a intervenire per legge. Tutto dovrà essere fatto alla luce del sole, pubblicando contratti e collaborazioni. Almeno la trasparenza, si spera.
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