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Caso Almasri e migranti: l’Europa e l’Italia tornino dalla parte giusta della Storia

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L’indebito rilascio del presunto torturatore e stupratore di bambini libico Al Masri tiene banco nella politica italiana: mentre la nostra Giorgia si esibisce penosamente nella caricatura di Mussolini (molti nemici, molto onore), annunciando di essere “invisa a molti” e denunciando, in compagnia dei suoi accoliti, l’ennesimo
“complotto giudiziario” contro il suo governo, sarà opportuno tentare di situare in un contesto più ampio le relative vicende.

Il rifiuto dello Stato di diritto che emerge con sempre maggior nettezza dai comportamenti del governo delle destre, che non a caso trova significative corrispondenze con quello di Trump e di altri, è l’altra faccia, insieme alla crescente propensione alla guerra, dell’evidente declino dell’Occidente di cui le destre, ma anche molti esponenti del Pd, sono fedeli e tristi gregari. In tale ottica prendono piede ovunque soluzioni razziste e discriminatorie del problema migratorio, più che mai cruciale e complesso, ma del quale le destre danno una lettura puramente propagandistica.

Come acutamente osservato da Pino Arlacchi, gli spasimi agonici di cui i governi occidentali – a partire dal caporione Trump – danno prova, sono l’indizio più sicuro dell’accelerazione della decadenza. Ne scaturisce un enorme problema che non riguarda solo l’Italia ma l’Europa nel suo complesso. L’alternativa è addirittura banale. Recidere il cordone ombelicale con Stati Uniti e Nato o perire affogati venendo trascinati a fondo da Washington, che agitandosi scompostamente per non perire a sua volta assesta colpi micidiali ai suoi vassalli europei, penalizzandone le merci e imponendo loro nuovi insostenibili aumenti delle spese militari, mentre vessa i migranti per guadagnare demagogicamente consensi all’insegna del sadismo più sfrenato.

Il modello trumpiano non è altro che l’esasperazione del dominio del capitale finanziario che produce sempre più gravi diseguaglianze e catastrofi ambientali e sociali in tutto il mondo. Non è un caso che l’aspirante ideologo del trumpismo Elon Musk fomenti in Europa le forze della destra peggiore, come ad esempio i neonazisti più o meno confessi dell’AfD, perché evidentemente ritiene che l’ascesa al potere di tali forze costituisca la migliore garanzia per la tenuta dell’Occidente e il successo dei suoi progetti fallimentari, che significherebbe la fine definitiva di ogni destino europeo degno di questo nome. Per salvare l’Europa occorre viceversa spazzare via non solo le destre ma i governi corrotti e asserviti alle lobby, da Gentiloni a von der Leyen, che hanno aperto loro la strada, proprio come Rimbabiden e Kamala Harris hanno preparato l’avvento di Trump.

L’Europa potrà avere un futuro solo se recupererà le sue tradizioni storiche migliori, dalla Rivoluzione francese a quella russa, dalla Comune di Parigi alla Resistenza antifascista condotta sotto l’egida dell’Unione sovietica, imponendo la giusta pace e la neutralità dell’Ucraina, l’autodeterminazione del popolo palestinese e rapporti di cooperazione paritaria e costruttiva col resto del mondo, oggi in irresistibile crescita non solo economica: Cina, Russia, India, America Latina e Brics in genere. Strategica si rivela in questo quadro la questione migratoria, che va gestita tenendo conto da un lato di un nuovo rapporto coi Paesi di provenienza dei migranti (altro che Piano Mattei e simili!) e dall’altro del fatto che proprio sulle spalle dei migranti poggia oggi, in Italia come nel resto d’Europa, gran parte del peso dell’economia e della società.

La questione della migrazione è quindi anche e soprattutto una questione di classe, dato che obiettivo delle attuali classi dominanti non è tanto l’espulsione dei migranti stessi, pur sbandierata da repellenti demagoghi per solleticare i peggiori istinti delle masse indigene, ma tenere i migranti in condizione permanente di soggezione, paura e mancanza di diritti per poterli sfruttare meglio a scapito sia loro che dei lavoratori italiani. Un contributo importante per risolvere in modo positivo la questione migratoria è l’esperienza di accoglienza realizzata a Riace, di cui oggi il suo principale ideatore e protagonista Mimmo Lucano chiede la generalizzazione. Bisogna adottare tale prospettiva innovativa nella consapevolezza che una giusta soluzione della questione migratoria è decisiva sia per nuovi rapporti tra Europa e resto del mondo, sia per la costruzione di una nuova identità antifascista della quale è parte integrante la lotta senza quartiere a ogni forma di razzismo.

In sintesi la nascita di una nuova Europa alternativa e contrapposta a quella morente attuale richiede lo sganciamento dell’Europa dal carro occidentale, avviato verso il baratro e ovviamente la sostituzione dell’attuale classe dirigente di sottonisti ricattati perfino dai torturatori e stupratori di bambini, come bambini sono i piccoli palestinesi massacrati a decine di migliaia da Netanyahu con l’appoggio del governo italiano e le piccole vittime del naufragio di Cutro, nell’assoluta indifferenza di quello stesso governo che ebbe la faccia tosta di organizzare, subito dopo, la festa di compleanno del campione dei respingimenti Matteo Salvini (altro che l’orgoglio nazionale sbandierato ridicolmente dalle sorelle Meloni).

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