Prelievo di organi a cuore fermo, impegnati tre ospedali e 50 medici a Bologna
Tre ospedali, cinquanta medici e molte vite salvate con un prelievo di più organi da donatore a cuore fermo (Dcd, donazione dopo morte cardiaca), eseguito all’ospedale Bellaria di Bologna. Si tratta del primo intervento – come riporta l’Ansa – che coinvolge direttamente tre diverse realtà sanitarie bolognesi: l’Irccs Istituto delle Scienze Neurologiche, l’ospedale Maggiore dell’Azienda Usl e l’Irccs Policlinico Sant’Orsola. Al lavoro cardiochirurghi, chirurghi generali, anestesisti-rianimatori, perfusionisti, tecnici di radiologia, microbiologi, cardiologi, radiologi, infermieri, medici in formazione, medici di laboratorio, infettivologi e medici del servizio trasfusionale. L’azienda Usl di Bologna sottolinea che “è stato un vero lavoro di concerto, basato su un’integrazione efficace e su un dialogo costruttivo tra le diverse competenze sanitarie”.
La procedura di donazione Dcd prevede il prelievo di organi da un donatore la cui morte è stata accertata tramite criteri cardiaci (e non solo neurologici, morte cerebrale), ossia con l’esecuzione di un elettrocardiogramma continuativo di 20 minuti prima di effettuare il prelievo, come stabilito dalla normativa italiana. Queste donazioni stanno crescendo, offrendo – come spiega l’Ausl – nuove possibilità per il trapianto di organi come reni, fegato e polmoni. Recentemente, inoltre, grazie a tecniche di riperfusione all’avanguardia, questa pratica di donazione Dcd si sta estendendo anche al cuore, organo particolarmente sensibile alla mancanza di ossigeno durante l’arresto cardiaco (11 procedure finora sono state eseguite al Sant’Orsola).
Foto di archivio
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