Influenza aviaria, lo studio Usa: “L’immunoterapia basata sugli anticorpi è efficace”
L’immunoterapia basata sugli anticorpi potrebbe diventare un’arma fondamentale nella lotta contro l’influenza aviaria. Test condotti sulle scimmie, nell’ambito di uno studio dell’Università di Pittsburgh, hanno dimostrato che il trattamento con un nuovo anticorpo è efficace nel prevenire la comparsa di gravi forme della malattia e, di conseguenza, la morte. Questa immunoterapia preventiva, descritta sulla rivista Science, agisce mirando a una regione relativamente stabile del virus dell’influenza aviaria. Questo significa che potenzialmente può resistere all’evoluzione di nuove varianti. “Nei nostri test, l’anticorpo ha funzionato benissimo”, spiega l’immunologo Douglas Reed dell’Università di Pittsburgh, tra gli autori dello studio. “Questo tipo di prevenzione può essere molto utile per controllare le epidemie e contenere la pandemia di influenza aviaria”, aggiunge.
L’influenza aviaria è attualmente diffusa tra gli uccelli selvatici in tutto il mondo e sta causando epidemie nel pollame e nel bestiame. Dal 2024, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) hanno segnalato 67 casi umani di influenza aviaria negli Stati Uniti e un decesso. Poiché la malattia si sta diffondendo in un numero sempre maggiore di mammiferi, come i leoni marini in Sud America ei visoni in Europa e Cina, gli esperti temono che il virus si sta adattando per infettare e diffondersi meglio tra i mammiferi.
Nel nuovo studio, i ricercatori hanno dimostrato che un pretrattamento con il loro anticorpo ampiamente neutralizzante, “MEDI8852”, ha protetto le scimmie sottoposte a test da una grave malattia e dalla morte in seguito all’infezione da influenza aviaria H5N1. Le scimmie sono state infettate tramite aerosol di piccole particelle, che hanno consentito al virus di raggiungere in profondità i polmoni, imitando meglio l’esposizione naturale. Il team di ricerca ha riferito che i livelli sierici di MEDI8852 sono rimasti abbastanza alti da garantire la protezione delle scimmie per circa 8-12 settimane. La scoperta apre le porte allo sviluppo di trattamenti preventivi simili per gli esseri umani, che potrebbero essere utilizzati, ad esempio, per proteggere le popolazioni vulnerabili.
“L’anticorpo è già stato testato in sperimentazioni cliniche sull’uomo contro i virus influenzali umani, quindi lo sviluppo potrebbe essere piuttosto rapido”, sottolinea Reed. “Non sarebbe utile per tutti, ma potrebbe proteggere i primi soccorritori e le persone entrate in stretto contatto con pazienti infetti dall’influenza aviaria in caso di epidemia”, aggiunge. Inoltre, lo scienziato ha spiegato che la ricerca attuale ha contribuito a stabilire la soglia per verificare i livelli di anticorpi nel sangue, che sarà utile per valutare la protezione immunitaria generata da un eventuale futuro vaccino antinfluenzale universale.
Gli scienziati potrebbero anche aver trovato una risposta alla sfida più importante della medicina preventiva contro l’influenza e cioè rispondere alla capacità del virus di adattarsi rapidamente a nuove condizioni. Questo, ad esempio, è il motivo per cui i vaccini antinfluenzali stagionali devono essere riformulati ogni anno per adattarsi al ceppo dominante attuale. La soluzione dei ricercatori affronta ampiamente questo problema. “Questo anticorpo ha come bersaglio una regione che non varia tra i diversi virus influenzali”, dice Simon Barratt-Boyes, immunologo dell’Università di Pittsburgh e altro autore dello studio. “Pensate a questo come a un albero: specie diverse hanno foglie e chiome diverse, ma i tronchi degli alberi sembrano molto simili. Allo stesso modo – continua – la regione del peduncolo del virus dell’influenza aviaria assomiglia molto alla struttura dell’influenza stagionale, il che rende possibile agli anticorpi che prendono di mira il peduncolo di fornire una protezione universale”. Una volta completato lo studio iniziale, i ricercatori stanno ora testando MEDI8852 contro un nuovo ceppo di H5N1 più strettamente correlato al virus attualmente in circolazione tra i bovini negli Stati Uniti, e sta anche valutando un secondo anticorpo ampiamente neutralizzante che potrebbe essere utilizzato da solo o in combinazione con MEDI8852.
Valentina Arcovio
L'articolo Influenza aviaria, lo studio Usa: “L’immunoterapia basata sugli anticorpi è efficace” proviene da Il Fatto Quotidiano.