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Donald Trump conferma: “Presto dazi anche per l’Ue”. Euro e criptovalute a picco: crollano le borse europee. Vertice dei leader a Bruxelles

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L’annuncio di Donald Trump dei primi dazi verso Canada, Messico e Cina e lo spettro di una guerra commerciale anche con l’Ue colpisce le borse europee, affonda l’euro e le criptovalute e scuotendo i mercati delle materie prime. Il presidente Usa non si tira indietro. Domenica sera ha fatto sapere che terrà colloqui con i leader di Canada e Messico, dopo aver firmato i dazi punitivi del 25% verso entrambi i Paesi. Ma ha anche confermato che i dazi sulle merci dell’Unione europea importate negli Stati Uniti entreranno in vigore “molto presto“. Mentre l’Ue studia eventuali contromosse (con l’ipotesi di proporre un aumento degli acquisti di armi made in Usa e gas per evitare lo scontro), oggi a Bruxelles è previsto il vertice informale dei leader dei Ventisette. Sul tavolo c’è la sfida della difesa, ma il dossier commerciale sarà impossibile da ignorare.

“Hanno davvero approfittato” degli Stati Uniti, ha incalzato Trump, aggiungendo che gli europei “non prendono le nostre auto, non prendono i nostri prodotti agricoli. Non prendono quasi nulla, e noi prendiamo tutto: milioni di auto, enormi quantità di cibo e prodotti agricoli”. Rispondendo a una domanda della Bbc se ci sia una tempistica per l’annuncio della mossa contro l’Ue, il presidente Usa ha risposto: “Non direi che c’è una tempistica, ma sarà molto presto. Gli Stati Uniti sono stati derubati praticamente da ogni paese del mondo. Abbiamo deficit con quasi ogni paese e cambieremo la situazione. È ingiusto“. Trump torna anche ad attaccare il Wall Street Journal – il principale quotidiano economico-finanziario del mondo, che in un editoriale ha criticato la strategia dei dazi definendola “la guerra commerciale più stupida della storia” – e chi sta criticando la sua linea: “Queste persone o entità sono controllate dalla Cina o da altre compagnie straniere e locali”, ha scritto il presidente americano in un post su Truth. “Chiunque ami e abbia fiducia negli Stati Uniti è a favore delle tariffe”, ha aggiunto.

E nel vecchio continente cresce la preoccupazione. “È ovvio che bisogna reagire” alla minaccia dei dazi e la risposta dell’Europa deve essere “efficace”, concentrandosi “sui prodotti che sono importanti” per gli Stati Uniti, ha incalzato domenica il ministro dell’Industria francese, Marc Ferracci, evidenziando che la reazione “deve essere mordace, avere un impatto sull’economia americana per costituire una minaccia credibile“. “Dobbiamo smetterla di essere ingenui“, ha sottolineato. Diversa, al momento, la posizione della Commissione europea. “L’Ue risponderà con fermezza a qualsiasi partner commerciale che imponga ingiustamente o arbitrariamente tariffe sulle merci dell’Ue”, ha fatto sapere un portavoce dell’esecutivo. Indiscrezioni però parlano di una Ursula von der Leyen che sta anche valutando di evitare lo scontro proponendo a Trump più investimenti nella difesa europea garantendo maggiori acquisti di armi statunitensi ma anche di gas per riequilibrare i rapporti commerciali. Di certo l’argomento, anche se non all’ordine del giorno, sarà al centro dell’incontro a Palais d’Egmont a Bruxelles tra i leader dell’Ue. Ci sarà anche Giorgia Meloni che (da unica leader di governo Ue all’insediamento del tycoon) continua a sperare in un trattamento privilegiato di Trump nei confronti dell’Italia.

Intanto le conseguenze non si fanno attendere. La minaccia del presidente americano di varare dazi anche contro l’Europa affonda l’euro ai minimi da più di due anni sul dollaro. La moneta unica è scivolata fino a toccare 1,0141 sul biglietto verde, il punto più basso da metà novembre 2022. Dopo aver recuperato un po’ di terreno, l’euro cede l’1,3% e scambia a 1,023. Ma le mosse di Trump colpiscono anche le criptovalute, uno degli asset che più avevano beneficiato della rielezione di Trump alla Casa Bianca. Da sabato, riferisce il Financial Times citando i dati di Coinmarketcap, le principali criptovalute hanno perso quasi 600 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato.

E ne risentono anche le borse europee. Avvio pesante per Piazza Affari: l’indice Ftse Mib dopo le prime contrattazioni cede l’1,5% a 35.910 punti. In avvio di contrattazioni Francoforte cede l’1,98%, Parigi il 2,04% e Londra l’1,28%. Prospettive che scuotono anche i mercati delle materie prime, sulle quali incide anche dal rafforzamento del dollaro. Sono in calo lunedì mattina i prezzi dei metalli. Dopo i record della scorsa settimana, il prezzo spot dell’oro arretra dello 0,39% a 2.787 dollari al barile, quello dell’argento è a 32 dollari l’oncia, in calo dello 0,76%. Il più penalizzato è il rame che perde l’1,64% a 420,90 dollari per libbra, seguito dal platino a 967,13 dollari l’oncia, in calo dell’1,57%. Salgono invece le quotazioni del petrolio.

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