“Ero in campeggio con amici e mi sono bruciato il pollice per prendere una pentola. Sono finito in coma farmacologico e mi hanno amputato le gambe”: la storia di Max Armstrong
Una giornata di campeggio come tante che per Max Armstrong è diventata un incubo. Siamo a Kiowa in Colorado e il 4oenne stava cucinando quando si è bruciato il pollice cercando di prendere una pentola che si trovava sul fuoco. I fatti risalgono al dicembre 2024. Sul momento, Armstrong non ha pensato potesse essere qualcosa di grave ma nei giorni successivi la sua gamba sinistra ha iniziato a gonfiarsi, le unghie dei piedi sono diventate viola e il dolore è aumentato.
Sei giorni dopo è stato necessario portarlo d’urgenza all’AdventHealth, a Parker, dove pochi minuti dopo l’arrivo ha perso conoscenza. Quasi immediata la diagnosi: infezione da streptococco di tipo A diffusa attraverso la bruciatura e degenerata in sepsi in tempi rapidissimi. Si tratta di una condizione letale se non trattata tempestivamente. Per il 40enne non c’era altra soluzione del coma farmacologico: al risveglio, dopo sei giorni, Armstrong si è trovato con i piedi completamente neri e la necessità di amputare entrambe le gambe. Ora, a due mesi dalla tragedia, il 40enne è tornato a vivere sulla sedia a rotelle: “Era un viaggio di caccia con gli amici che si è trasformato in un incubo. Ho afferrato la pentola nel modo sbagliato e il mio pollice ha toccato la parte bollente. Sentivo il dolore mentre la poggiavo sul tavolo, ma non volevo lasciarla cadere”.
E ancora, il racconto di Max al New York Post continua: “Non ci ho pensato molto, vivendo all’aria aperta ho sempre avuto ustioni, graffi e tagli. Dopo cena ho pulito la bruciatura, ho messo una fasciatura e sono andato avanti. Due giorni dopo l’ustione, una delle mie gambe ha iniziato a gonfiarsi. Pensavo di essermi storto la caviglia senza accorgermene“. Poi la corsa in ospedale dove i medici hano subito capito che dalla ferita aperta sul pollice i batteri erano entrati nel flusso sanguigno e l’infezione si era diffusa rapidamente nel corpo, scatenando una sepsi, una risposta estrema del sistema immunitario che può portare a shock settico, insufficienza d’organo e necrosi (morte dei tessuti). Poi risveglio dal coma farmacologico: “C’erano mia moglie, mia madre, tutta la mia famiglia. Erano felicissimi di vedermi. I medici avevano detto che potevo non farcela e c’era molta preoccupazione che non mi sarei più svegliato”. Oggi Armstrong vive la sua nuova condizione dopo l’amputazione delle gambe: “Ora che sono in sedia a rotelle, le mie spalle e i miei tricipiti sono la mia ancora di salvezza”.
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