Dipendenti Pam Panorama sospesi perché “inidonei” alle mansioni. I sindacati: “Parametri modificati per mandar via i fragili”
Sono almeno 30 i dipendenti della Pam Panorama sospesi dal lavoro senza stipendio perché ritenuti non più adatti a svolgere le loro mansioni. Cassieri, addetti agli scaffali o impiegati dei reparti, molti dei quali di età superiore ai 50 anni, inquadrati come lavoratori fragili e in un caso anche appartenenti alle categorie protette. Tutti messi a riposo, senza retribuzione, dall’azienda italiana della grande distribuzione organizzata, perché ritenuti all’improvviso “inidonei” e non ricollocabili. Alcuni di loro lavorano alla Pam da oltre dieci anni e durante questo periodo hanno sempre superato la visita medica. Ma a fine 2024 l’azienda ha modificato il Dvr (il documento di valutazione dei rischi), rendendo più stringenti i parametri di idoneità. Per l’azienda la modifica è stato un atto necessario al fine di tutelare meglio la sicurezza dei lavoratori, per i sindacati si tratta soltanto di una manovra spregiudicata per camuffare dei licenziamenti collettivi.
“Il Dvr è stato modificato unilateralmente, senza coinvolgere i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Questo fa pensare che l’azienda voglia semplicemente alleggerirsi dei lavoratori meno produttivi”, commenta a ilfattoquotidiano.it Roberto Brambilla della Filcams Cgil. “Riteniamo che sia un uso strumentale del tema salute e sicurezza – prosegue il sindacalista -. Non c’è l’intenzione di proteggere i lavoratori, al contrario si cerca di espellere i soggetti che richiederebbero una tutela e un’organizzazione differente. L’azienda avrebbe dovuto agire sulle procedure di lavoro o sulla strumentazione usata dai dipendenti, cercando di ridurre l’esposizione al rischio. Al massimo ricollocare il lavoratore. Invece Pam Panorama ha preso atto che c’erano dei lavoratori a rischio e li ha mandati a casa senza stipendio”.
Secondo Brambilla, se questa modalità dovesse essere sdoganata, in Italia sarebbero moltissimi i lavoratori over 50 occupati nella grande distribuzione a rischiare l’espulsione. E per quanto riguarda il gruppo Pam Panorama nello specifico, il timore è che l’utilizzo strumentale del Dvr diventi uno schema ripetuto. Un modus operandi dell’azienda applicabile in tutti i punti vendita. “Per il momento sono coinvolti circa 30 lavoratori, in quattro supermercati distribuiti tra la Toscana e il Lazio – spiega Brambilla -. Ma stiamo cercando di raccogliere informazioni su altri territori, per capire se altri lavoratori siano stati sospesi con lo stesso metodo. In ogni caso, abbiamo già diffidato due volte l’azienda e avviato le interlocuzioni con le istituzioni, sia a livello regionale che nazionale. Spero che presto possa essere aperto un tavolo di confronto con la dirigenza del gruppo”, conclude Brambilla.
Non ha dubbi sul fatto che nuovi lavoratori saranno presto sospesi Mario Carluccio, sindacalista di Usb Firenze che sta seguendo la vertenza dei sei lavoratori del punto vendita di Campi Bisenzio: “Ci sono state altre 35 visite nelle ultime settimane, temiamo che a breve la lista dei dipendenti sospesi si allungherà”, commenta a ilfattoquotidiano.it. Per Usb Firenze, dietro le sospensioni c’è la volontà dell’azienda di ridimensionare la superficie del punto vendita toscano e di conseguenza di ridurre il suo organico. “Il supermercato passerà da 5mila a 2mila metri quadrati – spiega Carluccio -. Al suo interno ci lavorano persone assunte da oltre 20 anni, con scatti di anzianità e diritti acquisiti. È evidente che l’azienda voglia liberarsi di questi contratti pesanti, spingendo i lavoratori a dimettersi, senza aprire la procedura di licenziamento collettivo. D’altronde, quanto possono rimanere a casa senza retribuzione prima di dimettersi?”.
L’obiettivo primario di Usb Firenze ora è quello di capire come sia avvenuta la modifica del Dvr: “È uno strumento di tutela, non può essere usato per dei licenziamenti mascherati. Altrimenti da domani qualsiasi azienda si può svegliare, fare un documento su misura e mandare a casa le persone – dichiara Carluccio -. Ci siamo affidati all’ispettorato e alla medicina del lavoro per fare chiarezza. Dobbiamo verificare la legalità di questa modifica unilaterale. Altrimenti andremo incontro all’ennesima nuova frontiera per far fuori i lavoratori. Dopo le mail e i messaggini su Whatsapp, arriveremo anche a modificare i Dvr per fare i licenziamenti”, conclude il sindacalista.
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