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Mattarella: “Neo feudatari del terzo millennio vogliono beni comuni come lo spazio. Le organizzazioni internazionali vanno difese, il protezionismo porta alla guerra”

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Ha attaccato i “neo feudatari del terzo millennio” che puntano a conquistare “beni comuni” come lo spazio, ha ricordato come l’ultimo spirale di protezionismo condusse il mondo a una guerra mondiale e per questo ha invitato a difendere le organizzazioni internazionali, ha spinto l’Europa a rifiutare di un “vassallaggio felice” nei confronti degli Stati Uniti. È un discorso che tocca tutti i punti più delicati dell’attualitò internazionale quello di Sergio Mattarella. Il capo dello Stato è volato a Marsiglia, per ritirare l’onorificienza accademica di Dottore Honoris Causa dell’Università di Aix-Marseille.

Poi ha tenuto una lectio magistralis in francese a difesa delle organizzazioni internazionali, in un momento in cui Donald Trump annuncia il ritiro degli Stati Uniti dall’Organizzazione mondiale della Sanità, dall’accordo di Parigi sul clima, dall’Ocse Global Minimum tax. Secondo il presidente della Repubblica è uno scenario già visto in qualche modo. “La crisi economica del 1929 – ha detto- scosse le basi dell’economia globale e alimentò una spirale di protezionismo, di misure unilaterali, con il progressivo erodersi delle alleanze. Molti Stati non colsero la necessità di affrontare quella crisi in maniera coesa, adagiandosi, invece, su visioni ottocentesche, concentrandosi sulla dimensione domestica, contando sulle risorse di popoli asserviti d’oltremare. Fenomeni di carattere autoritario presero il sopravvento in alcuni Paesi, attratti dalla favola che regimi dispotici e illiberali fossero più efficaci nella tutela degli interessi nazionali”.

“Difendere organizzazioni internazionali” – Secondo Mattarella “oggi, come allora, si allarga il campo di quanti, ritenendo superflue se non dannose per i propri interessi le organizzazioni internazionali, pensano di abbandonarle. Interessi di chi? Dei cittadini? Dei popoli del mondo? Non risulta che sia così. Le conseguenze di queste scelte, la storia ci insegna, sono purtroppo già scritte. È il momento di agire: ricordando le lezioni della storia”. Un richiamo che arriva proprio negli stessi giorni in cui esponenti di governo hanno contestato la Corte penale internazionale, per la vicenda Almasri, mentre alcuni esponenti della maggioranza (soprattutto della Lega) hanno proposto di uscire dall’Oms come gli Usa. Secondo Mattarella, i “detrattori” delle organizzazioni internazionali “dimenticano, comunque, tra l’altro, il ruolo cruciale nel processo di decolonizzazione, o nella costruzione di un impianto normativo per arginare l’escalation militare e favorire il disarmo. Una riflessione sul futuro dell’ordine internazionale non può prescindere da un esercizio di analisi che, guardando alle incertezze geopolitiche che oggi caratterizzano il nostro mondo, richiami alla memoria la successione di eventi, di azioni o inazioni, che condussero alla tragedia della Seconda Guerra Mondiale. La storia non è destinata a ripetersi pedissequamente, ma dagli errori compiuti dagli uomini nella storia non si finisce mai di apprendere”.

“Novelli corsari vogliono i beni comuni” – Ecco perché per il capo dello Stato oggi “accanto ad una nuova articolazione multipolare dell’equilibrio mondiale, si riaffaccia, con forza, e in contraddizione con essa, il concetto di “sfere di influenza“, all’origine dei mali del XX secolo e che la mia generazione ha combattuto. Tema cui si affianca quello di figure di neo-feudatari del Terzo millennio – novelli corsari a cui attribuire patenti – che aspirano a vedersi affidare signorie nella dimensione pubblica, per gestire parti dei beni comuni rappresentati dal cyberspazio nonché dallo spazio extra-atmosferico, quasi usurpatori delle sovranità democratiche”. Parole che non possono far pensare a Elon Musk e alla trattativa dell’Italia per utilizzare i servizi satellitari Starlink. Ipotesi mai piaciuta al Colle, che infatti più volte si è esposto pubblicamente contro gli “oligarchi” che agiscono “come veri e propri contropoteri”. A Marsiglia Mattarella ha sottolineato come l’articolo 2 dell’Outer Space Treaty preveda: “Lo spazio extra-atmosferico, compresi la luna e gli altri corpi celesti, non è soggetto ad appropriazione da parte degli Stati, né sotto pretesa di sovranità, né per utilizzazione od occupazione, né per qualsiasi altro mezzo possibile”. Secondo l’inquilino del Quirinale “spesso, gli squilibri che affiorano hanno radici remote: negli strascichi lasciati dai conflitti del passato. Oppure corrispondono a pulsioni, ad ambizioni di attori che ritengono di poter giocare una partita in nuove e più favorevoli condizioni, con l’attenuarsi delle remore rappresentate dalle possibili reazioni della comunità internazionale e l’emergere di una crescente disillusione verso i meccanismi di cooperazione nella gestione delle crisi. Quegli strumenti nati per poter affrontare spinte inconsulte dirette a riaprire situazioni già regolate in precedenza sul terreno diplomatico”.

Il parallelismo con gli anni ’30 – Poi ha citato direttamente gli Stati Uniti, seppur solo quelli degli anni Venti: “Crisi economica, protezionismo, sfiducia tra gli attori mondiali, forzatura delle regole liberamente concordate, diedero un colpo definitivo alla Società delle Nazioni sorta dopo la Prima guerra mondiale, già compromessa dalla mancata adesione degli Stati Uniti che, con il Presidente Wilson, ne erano stati fra gli ispiratori. Si trattò, per gli Usa, del cedimento alla tentazione dell’isolazionismo. Ma il lavoro della Società non fu comunque vano se pensiamo che ad essa dobbiamo, ad esempio, il Trattato contro il commercio di schiavi e la schiavitù, e siamo nel 1926. Nel fragile contesto degli anni fra le due guerre mondiali, percorso da un cupo rialzarsi del nazionalismo, da allarmanti tendenze al riarmo, dal contrasto fra gli Stati – secondo la logica delle sfere di influenza – furono circa 20 i casi di recesso dalla Società delle Nazioni. La Germania, con Hitler Cancelliere, si ritirò nel 1933. Lo stesso fece il Giappone. L’Italia uscì nel 1937. Questi ultimi due Paesi (con Francia e Impero britannico e la stessa Germania), erano membri permanenti del Consiglio della Società. Fin dall’inizio, purtroppo, la Società delle Nazioni non seppe fare argine all’espansionismo, alle ripetute violazioni della sovranità territoriale, in Europa come in altri continenti”.

“Aggressione russa è come il Terzo Reich” – Quindi negli anni ’30 “anziché la cooperazione, a prevalere fu il criterio della dominazione. E furono guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L’odierna aggressione russa all’Ucraina è di questa natura”. E a proposito di nazismo, il presidente ha ricordato che “la strategia dell’appeasement non funzionò nel 1938. La fermezza avrebbe, con alta probabilità, evitato la guerra. Avendo a mente gli attuali conflitti, può funzionare oggi? Un abbandono delle responsabilità condusse quei Paesi a sacrificare i principi di giustizia e legittimità, nel proposito di evitare il conflitto, in nome di una soluzione qualsiasi e di una stabilità che, inevitabilmente, sarebbero venute a mancare”. Il parallelismo tra i due secoli non si ferma alla guerra scatenata da Mosca: “Oggi- ha detto il capo dello Stato – assistiamo anche a fenomeni di protezionismo di ritorno. La presidente della Commissione Europa, a Davos, pochi giorni fa, ricordava che, solo nel 2024, le barriere commerciali globali sono triplicate in valore”.

Ue ha la prospettiva di un “vassallaggio felice” – Come si evita la parabola che negli anni ’30 portò alla guerra mondiale? “Occorre che gli interlocutori internazionali sappiano di avere nell’Europa un saldo riferimento per politiche di pace e crescita comune. Una custode e una patrocinatrice dei diritti della persona, della democrazia, dello Stato di diritto. Chiunque pensi che questi valori siano sfidabili sappia che, sulla scia dei suoi precursori, l’Europa non tradirà libertà e democrazia”. Secondo Mattarella l’Unione europea “costituisce un punto di riferimento nella vicenda internazionale, per un multilateralismo dinamico e costruttivo, con una proposta di valori e standard che abbandona concretamente la narrazione pretestuosa che vorrebbe i comportamenti dei ‘cattivisti‘ più concreti e fruttuosi rispetto a quelli dei cosiddetti ‘buonisti‘. L’Unione Europea semina e dissemina futuro per l’umanità”. L’arrivo di Trump, però, ha messo in difficoltà Burxelles, soprattutto alla luce del “rapporto privilegiato” da Giorgia Meloni e il presidente degli Stati Uniti. “L’Europa intende essere oggetto nella disputa internazionale, area in cui altri esercitino la loro influenza, o, invece, divenire soggetto di politica internazionale, nell’affermazione dei valori della propria civiltà? Può accettare di essere schiacciata tra oligarchie e autocrazie? Con, al massimo, la prospettiva di un “vassallaggio felice“. Bisogna scegliere: essere “protetti” oppure essere “protagonisti“?”, ha detto Mattarella. In questo senso “l’Europa appare davanti a un bivio, divisa, come è, tra Stati più piccoli e Stati che non hanno ancora compreso di essere piccoli anch’essi, a fronte della nuova congiuntura mondiale. L’Unione Europea è uno degli esempi più concreti di integrazione regionale ed è, forse, il più avanzato progetto – ed esempio di successo – di pace e democrazia nella storia. Rappresenta senza dubbio una speranza di contrasto al ritorno dei conflitti provocati dai nazionalismi. Un modello di convivenza che, non a caso, ha suscitato emulazione in altri continenti, in Africa, in America Latina, in Asia“.

L'articolo Mattarella: “Neo feudatari del terzo millennio vogliono beni comuni come lo spazio. Le organizzazioni internazionali vanno difese, il protezionismo porta alla guerra” proviene da Il Fatto Quotidiano.




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