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Lega in pressing per una nuova rottamazione delle cartelle. Milleproroghe impantanato: mancano i pareri del Mef

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La Lega torna all’attacco sul fisco. E sparge sale sulle ferite di Fratelli d’Italia dopo il flop del concordato preventivo biennale tra Agenzia delle Entrate e partite Iva voluto dal viceministro all’Economia Maurizio Leo. “La priorità per la Lega è la rottamazione delle cartelle. Con tutto l’amore, il concordato proposto da Leo non è stato risolutivo”, ha detto il vicepremier Matteo Salvini, intervistato a No stop news su Rtl 102.5, rilanciando la proposta di una rottamazione decennale in 120 rate di pari importo “che permetta alla gente di respirare, di lavorare e di pagare”.

Il Carroccio ha presentato alla Camera una proposta di legge ad hoc, firmata da Alberto Gusmeroli, e ha depositato un emendamento fotocopia al Milleproroghe che però non ha passato il vaglio dell’ammissibilità. Il provvedimento peraltro, causa mancanza dei pareri del Mef, potrebbe approdare in Aula con la fiducia la prossima settimana così è come uscito dal Consiglio dei ministri, senza le modifiche della commissione. Uno scivolone che sta alzando il livello di tensione nella maggioranza: “Siamo ancora in attesa dei pareri del Mef e questo ci mette in gravissima difficoltà perché dobbiamo andare in aula al più tardi giovedì 13 febbraio”, ha lamentato il presidente della commissione Affari Costituzionali Alberto Balboni, parlando con i cronisti in Senato, dopo il nuovo slittamento dei lavori sul Milleproroghe. “La commissione deve votare i 300 emendamenti segnalati e per votarli deve avere i pareri. Poi quelli approvati vanno in commissione Bilancio che dovrà esaminarli a sua volta e avrà bisogno di tempo. Il Mef ha gli emendamenti da martedì scorso e non ci ha ancora mandato un solo parere”.

Se si andrà in Aula senza modifiche e senza relatore, anche l’emendamento superstite che prevede la proroga dell’attuale rottamazione quater decadrà. A quel punto la Lega è pronta a depositare una proposta di legge anche in Senato “con un ddl a prima firma Romeo”, come ha annunciato il capogruppo in commissione Bilancio Claudio Borghi Aquilini. “È chiaro che non si tratta di aiutare pericolosi delinquenti ma di ripristinare il buonsenso, alla luce di un sistema fiscale che per troppi anni ha fatto lievitare sanzioni e debiti a danno di famiglie e imprese”. Excusatio non petita, evidentemente ritenuta necessaria perché le rottamazioni fanno perdere gettito allo Stato: per rendere appetibile l’offerta vengono abbuonati interessi, sanzioni, aggio e diritti di notifica.

Forza Italia non vuol essere da meno e, con i deputati Vito de Palma e Fabrizio Sala, ricorda: “Abbiamo scritto e presentato più di un mese fa, il 20 dicembre 2024, una proposta di legge che vuole riaprire i termini per la rottamazione delle cartelle esattoriali per gli anni 2020-2024. Chiederemo alla commissione Finanze e ai colleghi della maggioranza di poter avviare l’iter il prima possibile”.

Ieri Leo, interpellato sull’argomento a Telefisco, aveva aperto uno spiraglio a una nuova rottamazione ma “con massima cautela” e avvertendo che “il vero problema è il magazzino fiscale“, che a fine dicembre valeva 1.275 miliardi e “a gennaio, sono sicuro, salirà”. “Bisogna fare una operazione verità”, ha spiegato, “per capire di questi carichi quanti devono essere abbandonati, quanti gestiti in modo differente e quanti possono eventualmente dar corso a rottamazione”.

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