Spyware israeliano, Conte: “Gravissimo, la spiegazione di Chigi non torna”. I dubbi delle opposizioni e la richiesta di un’informativa
“Preoccupano le notizie riportate oggi dal giornale inglese The Guardian che smentisce il Governo italiano sull’uso del software di spionaggio a danno di giornalisti e attivisti italiani e sostiene che l’esecutivo italiano avrebbe utilizzato lo spyware violando il contratto con l’azienda israeliana, mentendo su chi fossero i soggetti spiati”. L’eurodeputato del Pd Sandro Ruotolo ha depositato un’interrogazione alla Commissione europea sul caso dello spyware della società israeliana Paragon Solution che sarebbe stato utilizzato per spiare 90 giornalisti e attivisti in una ventina di Paesi: sette dei quali italiani (gli unici noti, al momento, sono il direttore di Fanpage.it, Francesco Cancellato e Luca Casarini della ong Mediterranea Saving Humans, che lo hanno scoperto attraverso un alert inviato sul loro cellulare da Meta, la società che gestisce il servizio di messaggistica Whatsapp). Sulla stessa linea il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte: “Emerge un fatto gravissimo, che vengano spiati giornalisti in sé è di una gravità inaudita in un sistema democratico, se addirittura l’azienda dice che ha dovuto interrompere il rapporto contrattuale per ragioni etiche, la prima spiegazione del governo non torna. Il governo deve spiegare come e perché c’è stata l’interruzione con Paragon. La situazione è seria e va ad accrescere l’imbarazzo in cui il governo ci pone”, ha detto Conte. Tutto questo mentre il team legale di Mediterranea Saving Humans è al lavoro per presentare un esposto sulla vicenda: “Chiederemo agli inquirenti di accertare cosa sia successo e chi ha ordinato di spiare il mio telefono attraverso il software Pargon”, annuncia Luca Casarini.
Il punto di Chigi – Dopo diverse sollecitazioni arrivate dai diretti interessati, la presidenza del Consiglio è intervenuta con una nota nella prima serata di mercoledì escludendo che i soggetti, compresi i giornalisti, “siano stati sottoposti a controllo da parte dell’intelligence, e quindi del Governo”. Rendendo noto che le utenze italiane al momento coinvolto sono sette, Palazzo Chigi vista la “particolare gravità” della vicenda ha fatto sapere di avere attivato l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale e si è detta disponibile a riferire al Copasir per quanto riguarda qualsiasi “altra questione di competenza dell’intelligence relativa all’uso degli strumenti in questione“.
L’articolo del Guardian – Poche ore dopo l’intervento del governo, però, dalla stampa inglese e israeliana arrivano altri dettagli che complicano sempre più il quadro. Il Guardian scrive che la società israeliana Paragon Solution ha interrotto i suoi rapporti con l’Italia. Nell’articolo esclusivo il quotidiano britannico cita una persona a conoscenza della questione. Paragon – secondo quanto riporta il Guardian – aveva inizialmente sospeso il contratto con l’Italia “per estrema cautela” venerdì scorso, cioè quando è emersa la prima accusa di potenziale abuso dello spyware con la denuncia di WhatsApp. La decisione di rescinderlo, viene aggiunto, è stata presa mercoledì, dopo che la società israeliana ha stabilito che l’Italia ha violato i termini di servizio e il quadro etico concordato nell’ambito del suo contratto. Il Fatto quotidiano ha ricostruito che quel software è stato usato dagli 007 di Aisi (secondo alcuni, anche di Aise). Non è la piattaforma principale alla quale s’appoggia l’intelligence, ma quel software è stato utilizzato in passato solo per casi specifici e limitati nel tempo.
“In Italia lavora con due diversi enti” – Intanto il quotidiano israeliano Haaretz sostiene che il produttore israeliano di spyware Paragon “lavora esclusivamente con entità statali, tra cui l’establishment della sicurezza israeliano e l’Fbi e altri negli Stati Uniti, fornendo loro capacità di hacking sotto forma di spyware chiamato Graphite“. Paragon, aggiunge il quotidiano israeliano, “ha anche un certo numero di clienti in Europa, in particolare nell’Ue, tra cui l’Italia, dove lavora con due diversi enti, un’agenzia di polizia e un’organizzazione di intelligence“. È la prima volta, sostiene Haaretz, che l’azienda, recentemente venduta a un appaltatore della difesa americano, viene associata a casi in cui “la tecnologia potrebbe essere stata utilizzata impropriamente”.
Ue: “Inaccettabile accesso illegale a dati dei cittadini” – Sull’argomento interviene anche il portavoce della Commissione europea, Markus Lammert. Sottolineando che “le indagini sono questione che spetta alle autorità nazionali e non alla Commissione europea e ci aspettiamo che verifichino tali accuse”, il portavoce sottolinea che, in generale, “qualsiasi tentativo di accedere illegalmente ai dati dei cittadini, compresi giornalisti e oppositori politici, è inaccettabile, se provato naturalmente“. “L’European Media Freedom Act”, ha anche ricordato, prevede “garanzie specifiche per i giornalisti”.
La richiesta di un’informativa urgente – A sollevare dubbi sulla versione del governo è così anche Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi-Sinistra: “Ieri sera Palazzo Chigi dopo che per l’intera giornata le opposizioni avevano chiesto chiarezza ha diffuso una nota in cui negava ogni responsabilità nella vicenda dello spionaggio di giornalisti ed attivisti Ong con uno spyware della Paragon. Oggi da autorevoli fonti della stampa internazionale veniamo però a sapere che la ditta israeliana proprio ieri – che coincidenza – ha rescisso il contratto con le autorità italiane perché non sarebbero stati rispettati i limiti etici. Palazzo Chigi ieri sera aveva omesso di scrivere tutto ciò. Ma pensano davvero che siamo fessi?“, dichiara Fratoianni. Per Marco Grimaldi, vice capogruppo di Avs alla Camera, “siamo di fronte ad una situazione gravissima. È una assoluta priorità da parte del Governo venire di fronte alle Camere e spiegare cosa sta accadendo, i nostri diritti sono in pericolo”, ha detto Grimaldi. In apertura di seduta a Montecitorio Avs, Pd ed M5s hanno chiesto un’informativa urgente del governo sul caso. “Il Guardian smentisce il Governo. Chiediamo quindi che il governo venga al più presto in aula per chiarire questa vicenda dai contorni molto inquietanti e ancora una volta pericolosi per la sicurezza nazionale“, dichiarano in una nota i parlamentari Pd della commissione di vigilanza sulla Rai Stefano Graziano, Vinicio Peluffo, Nico Stumpo e Ouidad Bakkali.
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