Il Comune di Bari non sarà sciolto per infiltrazioni mafiose: scaduti i termini. Altre 2 società partecipate verso il commissariamento
Il Comune di Bari non sarà sciolto per infiltrazioni mafiose. Il Ministero dell’Interno, nell’ultimo giorno utile, non ha portato la proposta di scioglimento in Consiglio dei ministri, ma si prepara a commissariare altre due aziende comunali, Amgas e Multiservizi, oltre all’Amtab, già sotto amministrazione giudiziaria per decisione del Tribunale di Bari del 26 febbraio 2024 dopo l’inchiesta “Codice Interno”. Secondo fonti ministeriali, il Viminale adotterà sanzioni nei confronti di alcuni dipendenti comunali ritenuti vicini ai clan mafiosi locali, sulla base della relazione trasmessa a ottobre dal prefetto di Bari, Francesco Russo, al termine del lavoro della commissione di accesso.
La decisione sul futuro dell’amministrazione era attesa da mesi, dopo l’inchiesta della Dda che aveva fatto emergere un intreccio tra mafia, politica e affari, spingendo il ministro dell’interno Piantedosi ad avviare l’iter di verifica. La commissione d’accesso, composta dall’ex prefetto Claudio Sammartino, dal prefetto Antonio Giannelli e dal maggiore della Scico Pio Giuseppe Stola, ha consegnato la propria relazione a settembre. Nel frattempo Bari ha eletto un nuovo sindaco, Vito Leccese, successore di Antonio Decaro, e rinnovato il Consiglio comunale, mentre l’iter amministrativo ha proseguito il suo corso con la riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica a novembre e l’invio della relazione al Ministero. Il Consiglio dei ministri, unico organo deputato a deliberare sullo scioglimento, non ha però affrontato il tema prima della scadenza dei termini, decretando così la salvezza dell’assise comunale. Diverso il destino di Amgas e Multiservizi, le due aziende partecipate che saranno commissariate insieme all’Amtab.
La vicenda nasce il 26 febbraio scorso con gli oltre 130 arresti dell’inchiesta “Codice interno” di Dda e squadra mobile di Bari, che ha fatto emergere presunti intrecci tra mafia, politica e imprenditoria cittadina. Un mese dopo, Piantedosi nominò una commissione d’accesso per valutare possibili infiltrazioni mafiose nell’amministrazione comunale, una scelta che il governo cittadino definì “un atto di guerra“. Le indagini sono state accompagnate da altri arresti sempre per presunti voti inquinati e le elezioni vinte da Leccese, la cui amministrazione aveva sulle sue spalle la spada di Damocle per un possibile scioglimento.
“Abbiamo scongiurato l’ipotesi più nefasta, quella dello scioglimento”, ha dichiarato il sindaco Leccese, parlando di “un giorno di riscatto” per Bari, che può finalmente liberarsi dall’etichetta di “città mafiosa” e guardare al futuro con ottimismo. Tuttavia, ha ammesso che rimangono “zone grigie” su cui l’amministrazione intende intervenire con determinazione per estirpare ogni residuo di illegalità. “Tutto ciò che abbiamo vissuto da marzo 2024 non faceva giustizia a una città che è cresciuta tantissimo negli ultimi anni”, ha aggiunto Leccese, sottolineando il ruolo decisivo della magistratura, delle forze di polizia e dell’antimafia sociale nel percorso di riscatto di Bari.
L'articolo Il Comune di Bari non sarà sciolto per infiltrazioni mafiose: scaduti i termini. Altre 2 società partecipate verso il commissariamento proviene da Il Fatto Quotidiano.