Sanremo 2025 – Chi è Lucio Corsi il cantautore outsider: “Da piccolo volevo essere un paleontologo, cercavo le larve di Cetonia e ne ho scritto una canzone”
Lucio Corsi calca per la prima volta il palco di Sanremo 2025, in gara tra i 29 Big, con il brano “Volevo essere un duro”. ”Era il momento giusto per provarci”, dichiara l’artista nato a Grosseto e cresciuto a Vetulonia, classe 1993. Sorprendente la coincidenza che lo vede tra i protagonisti della terza stagione di “Vita da Carlo”, dove lui viene selezionato per il Festival da un immaginario direttore artistico, Carlo Verdone. “Ma la decisione di provare a partecipare al vero Sanremo è arrivata dopo”, ammette Corsi che per Verdone spende parole di affetto e ammirazione: “Lui è un vero bluesman”.
Nelle canzoni “mi piace andare altrove e fuggire dal mondo che ci circonda; un brano che mi racconta la realtà mi annoia mortalmente. Nella vita di tutti i giorni però penso che sia importante stare con i piedi per terra. Mi serve per poi fuggire nelle canzoni. Sanremo? Sono curioso. La lotta interiore nel dire faccio un tentativo o no è un classico di tanti musicisti. Ci sono tanti artisti che amo che non ci sono mai andati, come Battiato e Conte e altri invece sì, penso a Ivan Graziani, Vasco e Rino Gaetano. Sono curioso dell’esperienza ma voglio viverla come un concerto”. Anche perché, per lui la musica “non è competizione. Le gare non mi piacciono in musica, per quelle seguo le motociclette”.
E ancora: ‘Volevo essere un duro è stata scritta un anno e mezzo fa e sarebbe stata comunque uno dei singoli del disco. Dopo ‘Tu sei il Mattinò, sarebbe arrivata ‘Volevo essere un durò, questo mi è bastato per pensare fosse la canzone giusta. Il brano è una ballata, una forma di canzone a cui tengo molto e che ci consente di usare le parole nel giusto spazio”.
Nel brano l’artista riflette su come “sia normale diventare altro rispetto a ciò che si sognava e che il mondo ci vorrebbe infallibili, con la solidità dei sassi e la perfezione dei fiori. La verità è che siamo su un equilibrio che è precario e bisogna accettarlo”. E rivela: “Da piccolo sognavo di essere un paleontologo, cercavo le larve di Cetonia e a 10 anni ho scritto anche una canzone: ‘L’inno della larvà. E poi volevo fare il disegnatore di auto”. E il cantante? “L’ho deciso dopo aver visto ‘The Blues Brothers’: in quel film c’è tutta la musica più bella. Volevo essere come loro: un supereroe”.
Dopo Sanremo “a marzo esce il disco dove ho cercato il cambiamento nelle parti testuali, è meno rock and roll dell’album precedente”, inoltre “qui racconto gli esseri umani in maniera più diretta, prima lo facevo attraverso gli animali, il vento, il mare. In questo disco, invece, ho ‘cambiato rottà pur volando qua e là con la fantasia. Amo chi riesce a fare questo in maniera magistrale tipo Conte, Dalla, Ivan Graziani perciò ho detto voglio imparare da loro in questo”. E poi ad aprile ripartono i concerti.
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