Telefonata tra Trump e Putin: “Mi ha detto che vuole vedere la gente smettere di morire”. Il Cremlino non conferma né smentisce
Dei loro contatti anche negli anni della presidenza Biden si è parlato molto, senza mai avere reale conferma. Ma proprio mentre si lavora a un incontro tra i due leader russo e americano, Donald Trump ha fatto sapere di aver avuto una conversazione telefonica con Vladimir Putin. E che il capo del Cremlino ha espresso la volontà di mettere fine alla guerra in Ucraina. Una ricostruzione che a Mosca non trova né conferme né smentite: il portavoce della presidenza, Dmitry Peskov, ha detto di non poter fornire informazioni, pur riconoscendo che tra le parti ci sono “comunicazioni condotte attraverso diversi canali e sullo sfondo della molteplicità di queste comunicazioni io personalmente potrei non essere a conoscenza di qualcosa”.
Il tycoon ne ha parlato in un’intervista al New York Post, affermando che l’omologo russo “vuole che la gente smetta di morire“: “Tutti quei morti. Giovani, belli. Sono come i vostri figli, due milioni e per nessuna ragione”. Quando gli è stato chiesto quante volte abbia intrattenuto conversazioni col presidente della Federazione negli ultimi anni, però, l’inquilino della Casa Bianca ha preferito tenere l’informazione riservata: “Meglio che non lo dica”, si è limitato a rispondere, non precisando nemmeno se questa conversazione sia avvenuta prima o dopo il suo insediamento a gennaio.
Il presidente, che ha parlato con i giornalisti del NYPost a bordo dell’Air Force One, ha ribadito che con il presidente russo intrattiene ancora “un buon rapporto”, a differenza del suo predecessore: “Biden è stato un imbarazzo per la nostra nazione. Un completo imbarazzo”. Un buon punto di partenza per raggiungere un obiettivo dichiarato da tempo: quello di chiudere la questione ucraina nel più breve tempo possibile. Trump ha poi confermato di avere un piano concreto per porre fine alla guerra: “Spero che sia veloce. Ogni giorno la gente muore. Questa guerra è così brutta in Ucraina. Voglio porre fine a questa dannata cosa”. E poi rivolgendosi al consigliere per la Sicurezza Nazionale, Mike Waltz, ha affermato: “Facciamo partire questi incontri. Vogliono incontrarsi. Ogni giorno muoiono persone. Giovani soldati belli vengono uccisi. Giovani uomini, come i miei figli. Da entrambe le parti. Su tutto il campo di battaglia”.
Nelle ultime settimane Washington sembra aver modificato la postura rispetto al conflitto: da principale partner di Kiev si è spostato su posizioni più equidistanti nel tentativo di diventare il mediatore nella guerra tra i due Paesi. E diverse cose sembrano essere cambiate dall’insediamento di Trump a Washington. Prima c’è stato il cambio di posizione da parte del presidente Volodymyr Zelensky che, in cambio di garanzie sulla sicurezza per il proprio Paese da parte degli Usa e dei suoi alleati, si è detto disponibile a intrattenere colloqui diretti col capo del Cremlino. Pochi giorni dopo è arrivata anche la risposta di Putin che, sempre ribadendo l’illegittimità, a suo dire, della presidenza Zelensky, ha comunque aperto all’avvio di un tavolo di pace tra le parti. Da Washington fanno sapere che di progressi se ne sono già registrati e la settimana del 20 febbraio, quella nella quale si terrà la Conferenza di Monaco sulla sicurezza e che vedrà l’inviato speciale di Trump, Keith Kellogg, recarsi in Ucraina, potrebbe essere quella giusta per la presentazione ufficiale del piano di pace pensato dagli Stati Uniti. Un possibile punto di partenza di una trattativa, dopo tre anni dall’invasione russa dell’Ucraina.
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