“In Italia servono un milione di farmaci: sono sempre di più le persone fragili che scelgono tra cibo e cure. Preoccupa l’aumento di minori che chiedono aiuto”
In Italia, servono più di un milione di farmaci per sostenere 463mila persone in condizioni di povertà sanitaria. Per questo il Banco Farmaceutico, dal 2020, organizza le giornate di raccolta (attualmente in corso fino al 10 febbraio) che permettono di raccogliere donazioni per chi è costretto ogni giorno a decidere se mangiare o curarsi. Una scelta a cui si trovano costrette sempre più persone: quest’anno, come denunciato nell’ultimo rapporto della Fondazione, sono l’8,43% in più rispetto all’anno scorso. Di questi, oltre 100mila sono minori. Una fetta di Paese sempre più ampia che non riesce ad affrontare i costi dei medicinali da banco, ovvero quelli che non vengono rimborsati dal Servizio sanitario nazionale. Si tratta soprattutto di antidolorifici e antipiretici, ma anche di prodotti pediatrici, colliri e integratori. Tutti farmaci che, seppur dedicati a patologie minori o sintomatiche, sono fondamentali per mantenere una qualità della vita dignitosa. “Donate”, ha scritto su X anche Papa Francesco per cercare di portare l’attenzione su un problema sempre pià diffuso e ancora sottovalutato. Quest’anno all’iniziativa hanno aderito 5902 farmacie (qui l’elenco). Quasi un terzo del totale di quelle presenti su tutto il territorio nazionale, 218 in più rispetto all’anno scorso. D’altronde, come spiega a ilfattoquotidiano.it il presidente della Fondazione, Sergio Daniotti, per far fronte all’aumento della povertà sanitaria è necessario uno sforzo sempre maggiore.
Quest’anno il Banco compie 25 anni. In questo quarto di secolo, attraverso l’Osservatorio sulla povertà sanitaria, l’organizzazione ha assistito ai cambiamenti sociali e demografici del Paese. “Di anno in anno abbiamo visto crescere il numero di persone fragili che faticano a prendersi cura della propria salute. Il dato più preoccupante è senz’altro l’aumento dei minori che si rivolgono a noi”, commenta Daniotti. Sono stati 102mila nel 2024, pari al 22% del totale. Quattordicimila in più rispetto agli anziani, che sono 88mila, il 19%. “Un altro dato rilevante per capire come si sia evoluto in generale il fenomeno della povertà in Italia è quello relativo alla distribuzione tra cittadini italiani e stranieri – spiega Daniotti -. Dieci anni fa, sul totale delle persone che ci chiedevano aiuto, gli italiani erano solo il 30%. Il restante 70% era composto da stranieri. Ora le condizioni economiche sono peggiorate per tutti. La quota è praticamente identica”.
Il progetto è partito nel 2000, con la partecipazione di solo 15 farmacie milanesi. Ora Banco Farmaceutico è presente in tutte le Regioni e in tutte le province italiane, affiancato da oltre 2mila realtà assistenziali convenzionate che collaborano sul territorio, insieme alle farmacie, per coprire il vuoto lasciato dal welfare pubblico. In generale, il bisogno di farmaci gratuiti è distribuito in tutta la penisola, “anche nei luoghi in cui ce lo aspetteremmo meno”. Ma la situazione più critica si registra nelle grandi città del Nord e del Centro, dove si registrano le condizioni di disagio maggiore.
“Sarebbe bello poter chiudere, poter non fare più le giornate di raccolta. Vorrebbe dire che non ce n’è più bisogno, ma i dati non ce lo permettono – prosegue il presidente -. Per quanto universalistico, il nostro Ssn non è in grado di far fronte a tutte le necessità, le risorse sono limitate. Per esempio, grazie alla sanità pubblica una persona in povertà può sottoporsi gratuitamente a un intervento chirurgico alla cataratta, ma poi non riceve alcun rimborso per il collirio necessario durante il trattamento post operatorio. E sono molte le persone che non sono in grado di sostenere spese come queste e si rivolgono a noi”, commenta.
Secondo le stime fatte dagli enti che collaborano col Banco e che stanno a stretto contatto con il territorio e le persone fragili che lo abitano, quest’anno il fabbisogno è di oltre un milione di farmaci, in aumento rispetto al 2024. Durante le giornate di raccolta, l’obiettivo è coprire almeno il 60% di questo fabbisogno grazie alle donazioni della cittadinanza. Il resto verrà coperto durante l’anno attraverso il contributo di aziende private che sostengono il progetto. Da queste società arriveranno anche donazioni di benzodiazepine e di alcuni antidepressivi, che non possono essere donati alle farmacie durante le giornate di raccolta. “Anche questi sono medicinali non rimborsabili, la cui richiesta è molto aumentata da dopo la pandemia. Ha colpito molto la parte più fragile della popolazione”, dice Daniotti che conclude invitando tutti i cittadini a informarsi su come donare. “Tutte le farmacie che partecipano alla raccolta espongono una locandina – spiega -. Altrimenti, sul sito della Fondazione è possibile visionare l’elenco completo delle strutture che aderiscono all’iniziativa. Perché nessuno debba più scegliere se mangiare o curarsi”.
L'articolo “In Italia servono un milione di farmaci: sono sempre di più le persone fragili che scelgono tra cibo e cure. Preoccupa l’aumento di minori che chiedono aiuto” proviene da Il Fatto Quotidiano.