“Speriamo che Alberto torni presto a casa, teniamo alta l’attenzione”: il messaggio dei genitori di Trentini, arrestato in Venezuela
“Amici tutti dobbiamo tenere alta l’attenzione affinché rimangano accesi i riflettori sulla vicenda drammatica di Alberto e confidiamo che il nostro governo si impegni e si adoperi per fare tutto il necessario per riportarcelo sano e salvo presto a casa”. I genitori di Alberto Trentini, il cooperante veneziano arrestato in Venezuela di cui dal 15 novembre non si hanno più notizie, ringraziano chi ha partecipato alla fiaccolata davanti alla chiesa di Sant’Antonio al Lido sabato 8 febbraio, per chiedere che il 45enne torni presto a casa. “Vi ringraziamo per essere qui questa sera, presenti a questa iniziativa solidale nel desiderio comune di riavere tra noi Alberto – scrivono Armanda ed Ezio Trentini -. La vostra partecipazione e vicinanza aiutano molto a lenire la nostra pena e ad infonderci coraggio e speranza per far fronte a questa lunga attesa. Grazie a don Renato, all’associazione Articolo 21, a tutti gli amici di Alberto – continuano – che si sono impegnati in tutte le preziose iniziative volte a sensibilizzare e coinvolgere più persone possibili al fine di far capire quanto sia importante ed urgente risolvere il dramma della prigionia di Alberto. Non potete immaginare quanto lui ci manchi soprattutto non avendo potuto sentirlo né vederlo, né parlargli dal 15 novembre scorso.
Prima di allora ci sentivamo o ci scrivevamo ogni giorno”.
I genitori di Trentini ringraziano anche “coloro che hanno consentito l’affissione degli striscioni e l’esposizione delle locandine” e “tutti coloro che hanno pregato e lo stanno facendo con tanta fede e fiducia e a coloro che testimoniano la loro muta vicinanza con una semplice carezza sul braccio quando ci incontrano”. Venerdì anche sulla sede del Comune di Bologna è stato esposto uno striscione per chiedere la liberazione di Alberto. “Da oggi Bologna avrà questo striscione con il suo volto e il suo nome, finché non avremo finalmente di nuovo Alberto Trentini tra noi”, ha detto il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che ha incontrato i media in piazza Maggiore con Francesco Tosi, presidente di Cefa onlus, e Alice Fanti, direttrice di Cefa onlus, di cui Trentini è un ex dipendente.
“Il Comune di Bologna ha deciso di esporre la foto di Alberto Trentini, il cooperante italiano, oggi detenuto in Venezuela. Come comunità bolognese abbiamo esposto altre foto per altre ragazze e ragazzi che erano all’estero e sono stati in qualche modo catturati durante il loro lavoro di cooperanti, o nel caso di Patrick Zaki, anche solo per aver parlato del regime egiziano online – ha spiegato Lepore – Sappiamo quanto sia importante oggi prendere posizione e non abbassare la guardia. Chiediamo che Alberto venga liberato e che si faccia di tutto perché possa tornare dai suoi familiari nel nostro Paese”, è l’auspicio del primo cittadino bolognese. “Non abbiamo notizie certe su di lui”, dice la direttrice di Cefa, Alice Fanti, che è anche “una grande amica di Alberto, che è una persona onesta, professionale, oltre che un professionista preparato e attento. Chiediamo che la sua liberazione avvenga nel più breve tempo possibile – conclude – perché siamo molto preoccupati per lui”. A sollecitare la liberazione del cooperante anche la capogruppo veneziana di Avs alla Camera Luana Zanella, che si unisce “alle e ai miei concittadini nel testimoniare solidarietà e rinnovare la richiesta della sua immediata liberazione, nella certezza che la nostra diplomazia e ministero degli esteri stanno lavorando con il massimo impegno”.
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