Trump e Musk trattano gli Usa (e il mondo) come se fossero la loro azienda
Il Trump 2 va avanti con deportazioni di migranti, anche verso l’incubo di Guantanamo; epurazioni e licenziamenti di centinaia di migliaia di dipendenti pubblici; negazioni dei diritti di genere e cancellazione del contrasto alle discriminazioni; piani shock in politica estera, dalla Striscia di Gaza all’Ucraina, che appaiono però irrealistici. Il magnate presidente Donald Trump e il suo sodale Elon Musk gestiscono gli Usa come se fossero una loro azienda e il Mondo come se fosse terreno in vendita: Trump parla di “comprare” Gaza e, magari, di rivenderne poi lotti, di annettere il Canada, di acquisire la Groenlandia, di riappropriarsi del Canale di Panama.
Fronte Medio Oriente, l’idea di fare della Striscia la “Riviera del Medio Oriente”, previa espulsione di oltre due milioni di palestinesi, piace solo al premier israeliano Benjamin Netanyahu, che vi vede un’opportunità per fare saltare la tregua e rinsaldare la sua traballante maggioranza – i partiti dell’estrema destra ultra-religiosa vogliono solo svuotare Gaza di Hamas e riprendersi Galilea e Giudea, cioè di fatto la CisGiordania. Quanto alle sanzioni alla Corte penale internazionale, rea d’avere giustamente accusato Netanyahu di crimini di guerra, hli alleati europei degli Stati Uniti le contestano: Ursula von der Leyen e Antonio Costa, rispettivamente presidente della Commissione e del Consiglio europei, dicono che esse “indeboliscono la giustizia globale”; l’Italia è fra i pochi che tacciono per opportunismi politici interni.
Fronte Ucraina, Trump offre a Kiev un patto da imprenditore – garanzie di protezione in cambio delle terre rare di cui il Paese dispone – e hauna telefonata con il presidente russo Vladimir Putin su cui il Cremlino glissa, parlando di contatti, ma negando una svolta verso la pace. In attesa che, come scrive politico, la meteora JD Vance collida con il pianeta Europa in settimana, al simposio sulla sicurezza di Monaco di Baviera.
Trump 2: i giudici puntellano le fondamenta della democrazia statunitense
Secondo l’Ap, Trump e Musk, incaricato di rendere più efficiente l’Amministrazione federale, stanno “smantellando l’Amministrazione pubblica” e “scuotono le fondamenta della democrazia degli Stati Uniti”: “Trump ha incaricato Musk, l’uomo più ricco al Mondo, di rivedere da capo a fondo la più antica democrazia del mondo moderno… Per ora, i risultati sono stupefacenti, se non allarmanti e illegali, e vengono contestati in decine di tribunali in tutta la Nazione”.
E, in effetti, l’unica resistenza percepibile al ciclone Trump è, per il momento, quella dei giudici nelle aule di tribunale. E’ l’unica sconfitta inferta all’ego di Trump è la vittoria, nel Super-Bowl, delle Eagles di Filadelfia sui Chiefs di Kansas City, per tifare i quali il presidente era andato a vedere il match a New Orleans.
Invece, l’America profonda, quella che ha votato Trump, “sembra piuttosto contenta di quello che vede”, scrive il New York Times; e l’altra metà dell’America, quella che non l’ha votato e mai lo voterebbe, appare sotto shock. L’opposizione democratica resta impotente e quasi ibernata, anche se l’opinione pubblica liberal, superata una fase di sconcerto e sbigottimento, dà segno di risveglio con manifestazioni di protesta segnalate in città di tutta l’Unione.
Le contestazioni giudiziarie dei provvedimenti annunciati si susseguono: in effetti, le misure, prese a raffica e senza troppo badare alla loro legalità, si prestano ai ricorsi. Così, una giudice federale del Maryland, Deborah L. Boardman, rende permanente, e valido su scala nazionale, lo stop alla sospensione dell’emendamento della Costituzione che sancisce lo ius soli. L’Amministrazione Trump farà appello.
E un giudice federale vieta l’accesso ai dati sensibili del Ministero del Tesoro alla banda di ‘nerd’ assoldata – si ignora a quale titolo: sono una sorta di milizia informatica privata – da Musk nel suo Dipartimento per l’efficienza della Pubblica Amministrazione: 19 Stati dell’Unione denunciano Trump e il suo sodale, adducendo il rischio di “danni irreparabili”: il Tesoro, infatti, possiede informazioni personali su centinaia di milioni di cittadini, dai numeri della Social Security – che è una sorta di codice fiscale – a quelli dei conti bancari.
Un altro giudice estende i termini dello scivolo offerto a due milioni circa di dipendenti pubblici – andarsene subito ed essere pagati fino a settembre -, in attesa di vagliarne la legalità. E un altro ancora congela il licenziamento di almeno duemila dipendenti dell’Agenzia per lo sviluppo, di cui Trump e Musk progettano di ridurre gli effettivi da circa 10 mila a poche centinaia (e, in sostanza, di chiuderla).
Sul fronte dei diritti di genere, tre Stati, famiglie e gruppi di sostegno Lgbtq contestano in giustizia le iniziative del presidente contro il pagamento delle cure ai minori che desiderino cambiare sesso. E gli agenti dell’Fbi ‘colpevoli’ di avere indagato sulla sommossa del 6 gennaio 2021 pretendono che la magistratura impedisca la diffusione dei loro nomi. Il Washington Post tiene una traccia di tutte le cause vinte o perse dall’Amministrazione sugli ordini esecutivi di questi primi 20 giorni.
Trump 2: una crisi costituzionale nell’indifferenza diffusa
Numerosi i commenti sulla stampa che, a venti giorni dal secondo insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, constata che gli elettori repubblicani sono “piuttosto compiaciuti” di quello che vedono e danno scarso peso alle contestazioni giudiziarie, ai dubbi costituzionali, alle violazioni dei diritti del lavoro o di genere, e a quant’altro i ‘liberal’ rimproverano al presidente. Invece, per il New York Times, i democratici, che come partito sono ancora allo sbando, confusi e sterili, guardano con timore, dalla California al New England, alla schiera di giovanotti di cui si circonda Musk al Doge, alla raffica di licenziamenti, alla negazione dei diritti di genere e a misure che appaiono atti di ritorsione.
Per il Washington Post, dal “caotico blitz” del duo Trump-Musk, emerge con chiarezza “l’obiettivo finale” dell’uomo più ricco al Mondo: “Un’Agenzia federale dopo l’altra, Musk e la sua giovane coorte tecnocratica mirano a prendere il controllo, automatizzare e, in fin dei conti, derubricare in modo sostanziale centinaia, se non di migliaia, di funzioni pubbliche”. La controffensiva dei giudici e l’allarme di media non fermano, però, la bulimia del presidente, che annuncia nuovi dazi ‘universali’ su acciaio e alluminio e taglia i fondi alla ricerca bio-medica, nonostante il rischio di compromettere progressi nelle cure contro il cancro e le malattie cardiache.
E l’Amministrazione ha già avviato il trasferimento di migranti senza documenti a Guantanamo, base della US Navy nell’estremo sud-est di Cuba, malgrado tutti i dubbi sulla legalità dell’iniziativa. Dal 2002, quando cominciò ad accogliere “nemici combattenti” presi prigionieri nelle guerre contro il terrorismo in Afghanistan e altrove nel Mondo, la prigione di Guantanamo è divenuta per gli Usa un rompicapo giudiziario: gli ‘ospiti’ vi sono trattenuti al di fuori di ogni regola e senza poter essere sottoposti, per anni e talora per decenni, ad alcun procedimento legale, senza essere formalmente accusati e, a maggior ragione, senza un processo.
In settimana, un primo aereo con a bordo dieci migranti illegali con precedenti criminali è atterrato a Guantanamo. L’obiettivo dichiarato di Trump è di ‘stipare’ nella base fino a 30mila migranti illegali “criminali”, che devono scontare pene detentive. Per gli esperti di diritto, stanno finendo prigionieri di “un buco nero legale”, dal quale sarà difficilissimo uscire.
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