Добавить новость
ru24.net
IL Fatto Quotidiano
Февраль
2025
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28

California City, una città fantasma nel deserto: l’archetipo dell’avidità umana

0

Le città fantasma sono opere di ingegneria fantastica un po’ particolari. Se ne trovano ovunque, ma i fantasmi abbondano soprattutto nel paesaggio americano e, in particolare, in quello californiano. Non parlo delle rovine di luoghi abbandonati, un tempo floridi o perlomeno affollati, ma dei siti di sviluppo abortito. Una delle più strane città fantasma è California City, una fascia di deserto a nord-est di Los Angeles, lontana soli 150 chilometri. Era destinata a diventare la terza grande metropoli di uno degli stati più ricchi del mondo; ora è una semplice impronta, uno scheletro di strade e vicoli ciechi scolpiti in un paesaggio aridissimo (Fig.1).

Sessant’anni fa, un lotto di questo deserto veniva pubblicizzato alla grande: “Compra un pezzo del Golden State. Farai un gran bell’affare a California City”. Periodici popolari come Reader’s Digest o riviste come Look garantivano la città quale buon investimento, benedetto da una grande potenzialità di alti profitti (Fig.2). Non spaventava l’apparente ostilità climatica e ambientale della Valle di Antelope, 100 chilometri a sud-ovest della Valle della Morte. La natura si può piegare.

Un’aggressiva campagna promozionale diede buoni frutti. Durante gli anni ’60, furono vendute decine di migliaia di lotti. Sulla carta il tessuto urbanistico era seducente (Fig.3). California City era stata progettata come una comunità pianificata in modo razionale e avanzato, dove tutte le necessità della vita —casa, lavoro, ricreazione e shopping— erano facilmente accessibili. I progettisti avevano potuto disegnare su un foglio bianco, il deserto aperto, per creare più comunità pianificate all’interno dei confini cittadini (Fig.4). I rendering dell’epoca mostrano gli abbondanti spazi verdi tra le case e tra case e aziende, nonché centri ricreativi di ogni tipo. E l’edilizia sembrava perfetta per soddisfare ogni necessità e aspirazione dell’epoca (Fig.5).

Negli anni ’70, però, gli edifici costruiti erano ancora pochissimi e la faccenda iniziava a puzzare di bruciato, tanto da sollecitare gli organi di controllo che sanzionarono la campagna pubblicitaria come ingannevole. Nel 1972, furono ordinati i primi rimborsi e nel 1975 coloro che avevano investito in California City intrapresero una class-action contro i costruttori, sostenendo di essere stati truffati. E il sogno finì malamente.

Invero, California City esiste tutt’oggi, ma ospita poco meno di 14mila anime (Fig.6). Non è l’anti Los Angeles che avevano sognato. C’è qualche casa in più rispetto agli anni ‘70, quando scoppiò il bubbone. Ci sono un campo da golf, un piccolo aeroporto, una squadra di baseball delle leghe minori e una prigione, la principale azienda e il maggior datore di lavoro in città. Rimane l’inquietante griglia delle strade, dai nomi altisonanti: Yale, Columbia, Aristotile, Kennedy (Fig.7).

C’è ancora una imponente infrastruttura idraulica, la vasca del depuratore dei reflui, dimensionata per la metropoli. È ancora lì, un problema di manutenzione e uno dei più grandi sprechi idrici dello Stato che con l’acqua non va sempre d’accordo. Era destinato a diventare un meraviglioso parco acquatico: “Un favoloso gioiello verde nel deserto” che ospitava perfino una cascata (Fig.8). Il lago artificiale c’è ancora, ma l’azzurro cristallino di un tempo ha virato sul verdastro, marcio di alghe. L’erba, tagliata corta a strisce, è secca. La cascata non scorre più da tempo.

California City parla di una epoca molto diversa da quella odierna, ma parla comunque di un’ambizione perenne e sfuggente: la ricerca del luogo perfetto. La storia della città, oggi, come città idealizzata e come investimento immobiliare speculativo, è anche un’allegoria sul valore del luogo apparentemente perfetto. Chi avrebbe ancora voglia di vivere lì? In realtà, California City è soltanto un archetipo dell’avidità umana, il paradigma dell’accumulo di ricchezze sufficienti a poter creare la propria utopia altrove.

L'articolo California City, una città fantasma nel deserto: l’archetipo dell’avidità umana proviene da Il Fatto Quotidiano.




Moscow.media
Частные объявления сегодня





Rss.plus




Спорт в России и мире

Новости спорта


Новости тенниса
Дарья Касаткина

Касаткина обыграла Кудерметову на турнире в Дохе, не проиграв ни гейма






В Турции ребенок попал в больницу из-за того, что мать бросила его в море

Ядовитая любовь. Пенсионерка попросила киллера отравить своего мужа

Президент Франции Макрон не стал пожимать руку премьеру Индии Моди на саммите

Ирина Пегова впервые за много лет вышла в свет с дочерью от Дмитрия Орлова