Sala: “Alzare le tasse ai ricchi? Prima aumentiamo gli stipendi”. E sul centrosinistra: “Serve spazio ai centristi”. Scontro a La7
“Alzare le tasse ai ricchi? Al di là della redistribuzione della ricchezza, io mi preoccuperei di cercare di crearla. Oggi il primo problema è dato dagli stipendi decisamente bassi. Suggerisco che si cominci dal pubblico, perché per esempio la più grande azienda milanese è il Comune di Milano, con 13 mila dipendenti. Si ricominci da lì prima ancora di pensare al tema delle tasse”. Così a Otto e mezzo (La7) il sindaco di Milano Beppe Sala risponde a una domanda della conduttrice Lilli Gruber, dando vita a un vivace dibattito con il direttore di Domani, Emiliano Fittipaldi, e con il rettore dell’Università per stranieri di Siena, Tomaso Montanari.
Il confronto tra gli ospiti della trasmissione si accende quando Sala invoca un maggiore attenzione per i “centristi” dell’area di centrosinistra: “Oggi il cosiddetto centro, cioè la parte più riformista e moderata della politica, è già occupato. Quindi, o lì si trova un accordo per tirare tutti dalla stessa parte o non funziona. Nel centrodestra la distanza tra il centro, che è Forza Italia, e la destra non è siderale. Nel centrosinistra, invece, tra il M5s e Renzi-Calenda-Più Europa è siderale. Non possiamo non affrontare questi temi”.
“Ma lei va più d’accordo col M5s o con Forza Italia?”, chiede Gruber.
“I galantuomini non rinnegano le amicizie – risponde Sala – Io sono molto amico di Beppe Grillo e, siccome sono un galantuomo, non rinnego questa amicizia, nonostante non sia così popolare. E ho seguito l’evoluzione dei Cinque Stelle nei tempi. Con i Meetup loro hanno fatto qualcosa di rivoluzionario”.
“Quindi, il M5s deve stare dentro questo centrosinistra?“, incalza la giornalista.
“Sì, penso che debbano stare dentro – replica il sindaco meneghino – però i 5 Stelle devono accettare una proposta da parte della parte moderata e riformista del centrosinistra, altrimenti si perde“.
Dissente Montanari: “Io credo invece che la distanza siderale sia tra due parti del Pd. Sul Salva Milano c’è una parte che lo vuole votare e c’è un’altra parte che pensa, usando le parole testuali dei miei colleghi del Politecnico di Milano, che sia una manna per la speculazione edilizia. E si possono fare altri mille esempi. Questo discorso della distanza siderale mi pare che valga innanzitutto per il Pd, che ha un grande equivoco, ovvero due anime che vogliono cose opposte”.
Sala insiste con la sua tesi: “Ma è lecito immaginare che ci sia una parte di paese che ha un’anima più conservatrice, che non vuole stare nel centrodestra e che vuole riconoscersi in una idea di centrosinistra largo? Vivendo al nord, io vedo questo”.
Anche Fittipaldi non concorda e il primo cittadino di Milano ribatte al direttore di Domani: “Mi spiega come fa Forza Italia a prendere il 10%?”.
“Ma secondo lei Forza Italia è moderata? – chiede Fittipaldi –Con Tajani che invoca un’inchiesta sulla Corte penale internazionale?“.
“Ma sì – commenta Sala – però i votanti di Forza Italia sono moderati”.
Montanari osserva: “Secondo me il centrosinistra, comunque inteso, dovrebbe curarsi di portare al voto tutti gli altri, perché qui continuiamo ad avere sempre meno votanti e a fare discorsi che sono destinati alla sconfitta. In tutta Europa, come negli Usa, le elezioni non sono state vinte al centro. Qui – spiega – non votano le persone più povere, quelle che avrebbero maggiore bisogno di politica. Con le ricetta à la Minniti, cioè con una sinistra che ha fatto una politica di destra, alla fine ha vinto la destra perché si preferisce sempre l’originale alla copia“.
Sala ribadisce il suo punto di vista con toni più accalorati: “Io vivo al Nord. Mi spiegate perché nelle sette regioni sopra gli appennini, cioè Liguria, Piemonte, Val d’Aosta, Lombardia, il Triveneto, non tocchiamo palla da decenni?”.
“Perché vi siete dimenticati degli operai“, risponde Fittipaldi.
“Ma no”, ribatte Sala che cita per l’ennesima volta “il mondo produttivo”, fatto anche dalle piccole imprese.
“Mi scusi, ma è normale che lei dica che non va bene aumentare le tasse ai ricchi?“, rilancia il direttore di Domani.
“E allora perché si parla da 40 anni di tasse e non è successo nulla?”, ribatte Sala.
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