“200 euro di multa per aver chiamato in vivavoce in una stazione ferroviaria? Pensavo fosse uno scherzo, mi rifiuto di pagarla”: la rabbia di David
200 euro di multa per aver chiamato in vivavoce in una stazione ferroviaria, ma il multato si rifiuta di pagarla. L’episodio è avvenuto a Nantes, in Francia e il protagonista della vicenda, monsieur David ha raccontato all’emittente francese BFM TV gli attimi in cui gli è stata appioppata la sanzione. David era al telefono con la sorella alla stazione di Nantes domenica scorsa, quando un dipendente della SNCF, la compagnia ferroviaria francese, si è avvicinato a lui.
David afferma che gli è stato detto che avrebbe ricevuto una multa di 150 euro se non avesse spento la funzione in vivavoce; multa che, a suo dire, è stata poi aumentata a 200 euro perché non l’ha pagata sul posto e da allora ha assunto un avvocato per contestarla e non pagarla. SNCF ha confermato che l’uomo è stato multato dal personale di sicurezza ma ha contestato alcuni dettagli del racconto del passeggero, tra cui il fatto che David sostiene di aver spento il telefono quando gli è stata comunicata la multa, pensando che fosse uno scherzo.
Come scrive la BBC, “sebbene in Francia non esista una legge nazionale che proibisca l’uso dei telefoni cellulari in vivavoce nei luoghi pubblici, esistono delle normative per il controllo del rumore”; quindi “secondo il Codice dei trasporti francese”, chiunque utilizzi “apparecchi o strumenti sonori” o “disturbi la quiete altrui con rumori” nelle aree adibite al trasporto pubblico rischia una multa”. Nel Regno Unito, come in Giappone, in Corea e perfino in Italia sui treni, ma non nelle stazioni, esistono “carrozze silenziose” in cui i passeggeri sono incoraggiati a mantenere basso il livello di rumore. Ma da qui ad arrivare ad una sanzione di 150 o 200 euro ne passa.
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