“Fecero la scelta giusta”: i poliziotti italiani che misero a rischio la vita per la libertà degli altri
Oggi, a Montecitorio, è stata presentata la collana di volumi “Fecero la scelta giusta“, un’opera che racconta il coraggio e l’impegno dei poliziotti italiani che, durante l’occupazione nazifascista, decisero di opporsi al regime, rischiando le loro vite per difendere i valori di libertà e giustizia. La collana è composta da due volumi intitolati “I poliziotti che si opposero al nazifascismo” e “I poliziotti che soccorsero gli ebrei”. “I volumi, i saggi e le testimonianze raccolte, espongono decisioni e comportamenti che corrispondono alla vocazione della Polizia: tutelare i cittadini nella loro vita, combattere la violenza, difendere le libere istituzioni. Sono le scelte consacrate nei principi della Costituzione” sottolinea il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella prefazione ai due volumi della collana.
Il capo dello Stato ha evidenziato come non fosse affatto facile, per gli uomini delle forze di polizia, prendere la “scelta giusta” in un periodo così difficile e confuso, durante il regime nazi-fascista. La storia di questi agenti è quella di uomini che, al di là della divisa, si sono dimostrati persone prima ancora che operatori di legge. Il presidente ha ricordato anche i sacrifici estremi compiuti da molti di questi agenti, tra cui il primo caduto, Amerigo Sterpetti, morto difendendo Roma, e altri poliziotti che hanno perso la vita nelle Fosse Ardeatine o nei campi di concentramento, come Giovanni Palatucci, Angelo De Fiore, Mario Canessa e Mario De Nardis, tutti riconosciuti come “Giusti tra le Nazioni” dal popolo ebraico. “Va espressa riconoscenza” ha concluso Mattarella, “alle donne e agli uomini della Polizia di Stato per il loro contributo alla libertà e alla coesione della Repubblica”.
Oltre al contributo storico, i volumi offrono testimonianze toccanti, come quelle di Ermanno Smulevich e Gioia D’Angelo. Smulevich ha raccontato come la sua famiglia sia stata salvata dai nazisti grazie all’intervento dei Commissari Giovanni Palatucci e Mario De Vita. D’Angelo, invece, ha ricordato la deportazione dello zio Antonino D’Angelo, commissario, deportato a Dachau e Mauthausen, dove perse la vita. Le loro storie, cariche di emozione e memoria, arricchiscono un’opera che non solo celebra il coraggio dei poliziotti, ma lo fa con la voce di chi ha vissuto in prima persona quegli orrori. Un altro elemento importante trattato nei volumi è il progetto delle “Pietre d’inciampo“, ideato dall’artista tedesco Gunter Demnig. Questo progetto consiste nel posare piccole pietre ricoperte da una piastra di ottone davanti alle case o ai luoghi dove vivevano le vittime del nazismo. A partire dal 2022, la Polizia di Stato ha collaborato con l’artista per collocare queste pietre davanti alle Questure italiane, dove i poliziotti che hanno compiuto il loro dovere durante il periodo della seconda guerra mondiale prestarono servizio.
Il capo della Polizia, Vittorio Pisani, ha chiuso l’evento con un sentito discorso in cui ha sottolineato come la memoria di questi poliziotti debba diventare un esempio per le nuove generazioni. “Il ricordo di pochi”, ha detto Pisani, “deve diventare memoria storica collettiva”. Pisani ha ribadito che la figura di questi uomini, che hanno scelto di mettere a rischio la propria vita per la libertà e la dignità degli altri, rappresenta un seme che deve continuare a crescere, alimentando il servizio quotidiano della Polizia di Stato: “Noi tutti non riusciamo a cogliere in concreto il coraggio di questi servitori della causa giusta che misero in pericolo loro vita per la difesa di quei valori che avrebbero consentito la rinascita morale dell’Italia. È anche grazie al loro sacrificio che noi oggi possiamo esercitare i nostri compiti in un Paese libero”.
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