“Tassare i super ricchi e rilanciare la global minimum tax, anche senza gli Usa”, l’appello dell’economista Ghosh. Oxfam: “Politica abbia coraggio”
“Negli ultimi 40-50 anni una grande concentrazione di potere economico è finito nelle mani di pochissime persone, come mai successo nella storia. Le tasse possono contrastare le diseguaglianze. Per questo dobbiamo tassare coloro che sono in grado di pagare, i super ricchi e le multinazionali“. A rivendicarlo Jayati Ghosh, economista dello sviluppo originaria dell’India, docente alla University of Massachusetts Amherst e co-presidente insieme a Joseph Stiglitz della Independent Commission for the Reform of International Corporate Taxation (Icrict), nel corso del convegno organizzato insieme a Oxfam Italia e Nens, a Roma, sul tema “Lotta alle diseguaglianze, contrasto alla povertà e politiche di welfare: il ruolo dei sistemi fiscali“.
“Elon Musk e Jeff Bezos, come altri miliardari, non pagano tasse perché hanno molti modi per eluderle”, attacca l’economista. Per questo, rilancia, ci vuole un accordo per una tassa globale sulle persone che hanno centinaia di miliardi di dollari, “super ricchi che non rappresentano nemmeno lo 0,001 per cento della popolazione mondiale”.
Secondo Ghosh, in tema di equità fiscale una proposta importante è stata delineata dal Forum del G20. “L’obiettivo è una tassa sui super ricchi del 2 per cento del reddito”, sottolinea l’esperta. E ancora: “Le trattative ora si sono spostate verso le Nazioni Unite. Ed è una buona notizia che gli Usa si siano tirati fuori, avrebbero soltanto cercato di annacquare la proposta, come già fatto in passato, per poi nemmeno adottarla o recepirla”, ha attaccato, dopo la scelta di Trump di rinnegare l’accordo Ocse sulla tassazione delle multinazionali.
“Il governo Meloni sta attuando una riforma fiscale nel nome di un obiettivo generico, l’abbassamento del prelievo per tutti, senza un modello in grado di aumentare l’efficienza della nostra economia”, ha invece spiegato il policy advisor sui temi di giustizia fiscale di Oxfam Italia, Mikhail Maslennikov.
E ancora, sempre accusando l’esecutivo: “Il governo ambisce a smantellare la progressività, esaspera i trattamenti fiscali differenziati e scende a patti iniqui e scellerati con i contribuenti meno fedeli al fisco”. Per questo l’appello è rivolto alle forze progressiste di opposizione presenti in sala (Pd, M5s, Avs, con i loro rispettivi segretari e presidenti, Schlein, Conte, Fratoianni) di avere maggiore coraggio, contrastando la “narrazione denigratoria su fisco e sistemi fiscali» fatta dalle destre, che “va a svantaggio dei più vulnerabili” e si esprime attraverso termini come ‘pizzo di Stato’.
Invece, ricorda, “i cittadini chiedono altro, un riequilibrio del prelievo e un maggiore contributo da cittadini che hanno una maggiore capacità“. Basta ricordare come, in base all’indagine condotta lo scorso settembre dall’Istituto Demopolis per OXFAM Italia, 7 italiani su 10 sarebbero oggi favorevoli ad un’imposta europea sui grandi patrimoni, che in Italia si applicherebbe allo 0,1% più ricco della popolazione, circa 50mila cittadini, con patrimoni netti superiori ai 5,4 milioni di euro.
“Dalla politica ci aspettiamo coraggio”, è l’appello rivolto da Roberto Barbieri (direttore di Oxfam Italia) alle forze progressiste presenti in sala. “Oggi vediamo che i sistemi fiscali invece che essere uno strumento per combattere le diseguaglianze, favoriscono in realtà i pochi. Per questo chiediamo che sia a livello globale che nazionale vengano tassati i grandi patrimoni”.
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