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Un Milan immaturo butta via la Champions: il Feyenoord pareggia e va agli ottavi, che ingenuità di Theo Hernandez

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Passa il Feyenoord nel primo spareggio Champions, col Milan che pareggia 1 a 1 a San Siro, di fatto buttando via una qualificazione agli ottavi che a metà partita sembrava ampiamente alla portata. Immatura la squadra di Conceiçao, che spreca tantissimo, si specchia di più e a tratti mostra una fragile spavalderia che sfocia nell’ingenuità, come quella di Theo Hernandez che con due ammonizioni tutt’altro che inevitabili cambia totalmente la gara.

Conceiçao come da dichiarazioni del pre partita sceglie una formula ultra offensiva: dentro Pulisic, Leao, Joao Felix e Santi Gimenez. In difesa c’è Thiaw con Pavlovic: ancora fuori Tomori. Aveva chiesto una squadra affamata il mister portoghese e pronti via i suoi vanno in vantaggio: da corner Thiaw devia il traversone di Pulisic, di testa Gimenez domina sui suoi ex compagni e dopo un solo minuto porta in vantaggio il Milan.

Un gol che chiaramente dà smalto ai rossoneri: rimontare subito lo svantaggio dell’andata equivale a tutti gli effetti a spuntare almeno due o tre voci della lista delle cose da fare. Oltre al computo numerico c’è l’inerzia del match, che chiaramente si mette tutto in discesa per i rossoneri: nella prima mezz’ora del primo tempo giocano praticamente sempre e solo nella metà campo del Feyenoord, con Leao e Felix che giganteggiano, ma col limite di creare tantissime occasioni senza però sfruttarle. Un peccato per le tante opportunità di raddoppiare sprecate, un rischio per le insidie che una gara del genere inevitabilmente si porta dietro.

E’ un bel Milan quello messo in campo da Conceicao nel primo tempo, anche grazie agli equilibri che porta Kyle Walker nel connettere la fase difensiva con quella offensiva, che era stato spesso un limite per i rossoneri: un Milan generoso, che si diverte e si vede, col limite di non concretizzare tutto ciò che di buono crea e di eccedere in qualche ingenuità di troppo. E con una grandissima occasione sull’asse Leao – Theo Hernandez si apre il secondo tempo: anche in questo caso occasione non concretizzata.

Dominio Milan dunque, ma interrotto bruscamente dall’ingenuità di Theo Hernandez: prima una trattenuta nel primo tempo, poi una supposta simulazione nel secondo ne causano l’espulsione al 51esimo, quando i rossoneri sono in totale controllo e dovrebbero capitalizzare l’inerzia positiva in chiave passaggio del turno.

Infatti poi sale in cattedra il Feyenoord, che mette i brividi al Milan con una palla che Maignan lascia scorrere e Bartesaghi, entrato per riparare all’assenza di Theo, mette in angolo. Poi gli olandesi segnano al 71esimo, con un cross di Bueno su cui svetta Carranza a centro area. A questo punto, quell’inerzia che il Milan aveva avuto il merito di cambiare a inizio match, è ribaltata in favore degli olandesi.

Anche nei minuti finali, quando dovrebbe cercare la concretezza, la squadra di Conceiçao si perde troppo spesso in pizzi e merletti, con tocchi di fino e imbucate rivedibili, che infatti non danno gli effetti sperati. Il Milan esce, con un mare di rimpianti: battere il Feyenoord e approdare agli ottavi di Champions non era impresa insormontabile. Ciò che è mancato, a ben vedere, tra ingenuità e mancata concretezza, è stata la maturità: non è la prima volta che accade ai rossoneri.

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