Mi davano del pacifinto ma l’Ue doveva negoziare con Putin come sta facendo ora Trump
di Stefano Briganti
Ho partecipato alle marce per la pace ogni volta che ho potuto. Dall’inizio della criminale violazione dei diritti internazionali di convivenza tra popoli rappresentata dall’invasione russa in Ucraina, ho fermamente voluto e sperato che l’orrore del conflitto terminasse non con il sangue ma con l’accordo. Per queste mie convinzioni sono stato spregevolmente etichettato come “pacifinto”. Ho sempre rigettato il mantra “La pace si raggiunge con il sangue sul campo di battaglia” e perciò quando il 28 febbraio 2022 iniziarono gli incontri delle delegazioni russa e ucraina per trovare velocemente un accordo e terminare il criminale orrore, fui felice e speranzoso. Ma le volontà di potere e la forza dell’ideologia della parte “saggia” del mondo, che doveva opporsi a quella “criminale” che aveva iniziato l’orrore, chiusero velocemente quella fase.
Per sigillarla fu promulgata una legge ucraina di divieto di negoziati con Mosca e si forgiò il principio che “trattare con Mosca era consegnare la vittoria a Putin” e le parole Pace-trattativa diplomatica assunsero il tono di una bestemmia. Mentre i mesi passavano, le armi fluivano sempre più potenti, il sangue scorreva e i mantra guerreschi si arricchivano di nuove forme, nel campo degli “Usa and Allied” emergevano fatti che mostravano in filigrana vantaggi e svantaggi geopolitici originati dal conflitto e dalla sua continuazione. La prima e più evidente conseguenza della guerra economica era legata alle fonti energetiche russe all’Europa. La misura di divieto d’importazione di tali fonti, ha fatto si che in meno di due anni la EU sia diventata il primo importatore di GNL Usa che triplicherà le forniture al Vecchio Continente nei prossimi cinque anni.
La seconda, altrettanto evidente, riguarda l’industria bellica. Oggi sappiamo che sono stati bruciati nella guerra ucraina 130B€ e sappiamo che il 63%, ovvero 82B€ sono finiti nelle casse dei produttori di armi americani. L’industria bellica Usa tra il 2023 e 2024 ha aumentato del 28% il suo fatturato. Fu lo stesso Biden che per sbloccare un pacchetto da 50 B$ ad ottobre 2024, disse davanti al Senato che inviare armi all’Ucraina fosse “a good business” per gli Stati Uniti. Alla fine ho compreso i vantaggi Usa, ma non sono mai riuscito a capire quali vantaggi venissero all’Europa dalla sua proterva volontà di far proseguire la guerra.
A distanza di tre anni, si aprirà una nuova trattativa per terminare il conflitto. Tre anni fa a farlo furono una delegazione russa e una ucraina, sulla testa della quale incombeva l’aquila balda degli Stati Uniti di Joe Biden. Oggi saranno una delegazione americana e una russa a far ripartire il negoziato, con di fianco quella ucraina solo perché la firma finale dovrà essere ucraina oltre a quella russa. Perché la Ue nei primi mesi del 2022 non fece quello che oggi fanno gli Stati Uniti? Anche allora Putin stava negoziando. Perché rimase in silenzio quando Boris Johnson fece sì che Zelensky chiudesse i negoziati? Perché non si impegnò in quelle garanzie di sicurezza che Zelensky oggi, come allora, chiede?
La Ue è tenuta fuori dai negoziati perché l’unica idea che ha saputo esprimere e che continua ad esprimere, è di guerra “whatever it takes” alla Federazione Russa. Non può sedersi ad un tavolo per giungere ad una pace tra due contendenti, chi vuole invece la guerra fra di loro. Le vesti che la Kallas e la VdL si stracciano per essere state escluse dal tavolo che farà la storia, le rende ancora più ridicole. Ognuno fa le sue scelte nello scacchiere internazionale e ognuno deve accettarne le conseguenze e risponderne al popolo.
L’Europa si è dimostrata solo una vassalla e ha dimostrato cieca fedeltà anche sacrificandosi. Il suo signore allora la premierà dandole il ruolo di “watchdog” della Federazione Russa. Per questo ruolo le chiederà di dotarsi di zanne robuste e temibili che però dovrà comprare dal suo signore. Il nuovo “watchdog Usa” ha accolto con entusiasmo il ruolo nel quale si è già calato.
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