De Luca contro il governo Meloni: “Siamo alla concezione islamica del diritto”. Frecciata sul commissario per la Terra dei Fuochi
Comincia il suo intervento a gamba tesa Vincenzo De Luca in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tar Campania: ovviamente il destinatario delle sue raffiche di staffilate è il governo Meloni, dal ricorso di quest’ultimo alla legge regionale campana sul terzo mandato alla nomina del generale Giuseppe Vadalà a commissario unico per la Terra dei fuochi.
Il presidente della Regione Campania esordisce coi saluti ai magistrati guidati dal presidente Vincenzo Salamone, indugiando sul concetto di ‘post-democrazia’: “È saltato l’equilibrio dei poteri nel rapporto fra giustizia ed esecutivo ed è saltata la rappresentanza che era un elemento caratterizzante alla democrazia: abbiamo rappresentanti che non rappresentano neanche se stessi. A Roma ci sono rappresentanti che, sulla base delle leggi elettorali approvate, non rappresentano assolutamente nulla – continua – sono frutto soltanto delle operazioni clientelari che si fanno fra forze politiche nazionali. Oggi più della metà dei cittadini non va neanche a votare, prima avevamo i grandi soggetti politici e sindacali che erano luogo di selezione delle classi dirigenti, oggi sono diventati gusci vuoti. E la selezione dei gruppi dirigenti in Italia avviene non sulla base di quello che si è realizzato nella vita, nell’attività amministrativa o professionale, ma solo in base alla capacità di fare da portaborse di qualche capocorrente di partito“.
Poi si sofferma sullo scontro tra il governo e la magistratura, virando verso la questione del terzo mandato: “C’è chi ritiene che il principio di maggioranza possa tradursi in un principio di potere assoluto: questa è una ferita profonda alla democrazia. Il principio di maggioranza obbliga chi vince una campagna elettorale a esercitare i suoi poteri per realizzare il suo programma, ma in una condivisione di poteri e in una logica di controllo dei poteri. Il principio di maggioranza che diventa principio di potere assoluto non può andare oltre la legge. Noi siamo oggi di fronte a questo pericolo e, dunque, davvero siamo di fronte alla post-democrazia che comporta anche il post-diritto – prosegue – Qui in Italia abbiamo avuto una vicenda francamente incredibile. Abbiamo approvato in 4 Regioni d’Italia la stessa legge elettorale, 3 Regioni addirittura prima della Campania, senza nessuna contestazione da parte del governo. Il Piemonte ha approvato una legge ancora più restrittiva rispetto alla nostra a luglio del 2023 e il governo non ha impugnato nulla. C’è un mio collega presidente della Regione Veneto che il terzo mandato lo sta finendo. È incredibile: 4 Regioni approvano la stessa legge, ma una sola Regione vede impugnata la propria legge in maniera del tutto illegittima“.
E aggiunge: “La Regione è un ente costituzionale, la forma di governo fa parte delle competenze delle Regioni, a meno che non decidiamo di scioglierle. Anche da questo punto di vista, siamo a una concezione del diritto che Cassese direbbe ‘islamica’, cioè il diritto che si può allungare, allargare e restringere a seconda delle convenienze”.
Battuta di De Luca anche sul sorteggio dei membri del Csm: “Per l’amor di Dio, evitiamo quest’altra cosa. Quando ero sindaco, volevamo adottare un metodo trasparente per nominare dei tecnici per fare un’opera in collina: facemmo il sorteggio dei tecnici e chi capita sorteggiato? Un ingegnere che andava in giro per la città vestito da clown con un rubinetto di acqua in testa, perché voleva testimoniare che dava l’acqua gratis ai cittadini. Questo qua doveva fare un’opera di ingegneria su una zona franosa. Ci abbiamo messo alcuni mesi per annullare quella gara pubblica”.
Finale scudisciata del politico campano sulla decisione del governo di nominare il generale dei carabinieri Giuseppe Vadalà a commissario nella Terra dei fuochi, dopo la condanna da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo: “Come potete immaginare, ho appreso di questa nomina con commozione. Tuttavia, si è mancato dichiarire che la condanna della Ue era relativa alle decisioni dell’Italia pre-2013. Noi non c’entriamo: abbiamo ereditato un disastro ambientale, una sanzione europea di 120 mila euro al giorno, abbiamo eliminato noi le discariche, quasi la totalità dei 5 milioni di tonnellate di ecoballe accumulati a Giugliano e nelle altre zone di Pianura della Campania. Ma, insomma – conclude – hanno ritenuto di non eccedere nell’informazione da dare ai nostri concittadini. È stato nominato un commissario per la Terra dei Fuochi rischiando di determinare un danno d’immagine. Oggi la Terra dei Fuochi è in qualche realtà del Nord, non in Campania, ma tant’è. Abbiamo nominato un commissario: noi lo seguiremo con molto affetto e con molta solidarietà. Mi dicono ovviamente che è arrivato in Campania con il portafoglio vuoto. Questo ci fa dubitare della utilità del soggetto“.
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