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Un’inchiesta scuote la Spagna: porti e aeroporti continuano a essere usati per spedire armi in Israele

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Un’indagine condotta dalle organizzazioni Progressive International, Palestinian Youth Movement e American Friends Service Committee, ha scoperto che, a dispetto delle dichiarazioni del governo Sanchez, la Spagna continua a fungere da punto di transito per le forniture militari dirette in Israele. Le spedizioni fanno perno, in particolare, sull’aeroporto di Saragozza. A riportare il contenuto dell’inchiesta è il quotidiano on line el Diario.

L’inchiesta segnala che lungo questa tratta sono stati spediti in Israele più di 60mila pezzi bellici, tra cui “parti e accessori per artiglieria, fucili, lanciarazzi/granate e mitragliatrici” . “Le prove indicano che questi voli continuano ancora oggi“, hanno dichiarato gli investigatori.

L’indagine ha utilizzato le informazioni della dogana israeliana combinate con il tracciamento dei voli. Individuate sei compagnie aeree: Challenge Air Cargo, American National Air Cargo e Atlas Air, Icelandic Air Atlanta Icelandic, Polish SkyTaxi e Uzbek MyFreighter, già in passato utilizzate dal Pentagono per recapitare armi a Tel Aviv. Voli di questo tipo sono stati documentati anche da numerose basi aeree statunitensi, tra cui quella di Sigonella in Italia e la base aerea di Al-Udeid in Qatar.

Nello specifico Challenge Air Cargo è una compagnia israelo-belga che ha trasportato esplosivi dagli Stati Uniti a Israele. National Air Cargo ha sede a Orlando, Florida, e in passato ha fornito servizi logistici militari all’aeronautica militare statunitense in Iraq e Afghanistan. Atlas Air ha sede a White Plains, New York, e gestisce voli charter militari in tutto il mondo.

Il ministero degli Esteri spagnolo, consultato da el Diario, afferma di non aver autorizzato alcun transito negli aeroporti spagnoli di materiale militare destinato a Tel Aviv e “nemmeno la vendita di armi a Israele, come ha ribadito il governo”. Tuttavia, nei documenti analizzati si registrano almeno tredici spedizioni da Saragozza a Tel Aviv nei mesi di gennaio, aprile, giugno, luglio, agosto e novembre 2024, con il tipo di materiale militare menzionato, per un valore di circa 1,2 milioni di euro.

Dopo la diffusione del rapporto, Amnesty International ha chiesto al governo spagnolo di chiarire se questi viaggi siano “voli di transito da altri paesi o se i voli siano partiti da Saragozza e se abbiano trasportato armi spagnole”. La ministra degli Esteri spagnolo José María Albares aveva dichiarato lo scorso maggio che la Spagna non avrebbe consentito il transito attraverso il suo territorio di materiale militare diretto in Israele.

Come ha rivelato in seguito elDiario, da quell’annuncio a settembre 2024, almeno venticinque navi cariche di materiale militare statunitense destinato a Israele hanno fatto sosta e movimentazione carichi nel porto iberico di Algeciras. Un’altra inchiesta ha scoperto che gli Stati Uniti hanno utilizzato la base spagnola di Rota per trasportare armi in Israele a novembre. Le scoperte emerse da novembre 2023 a oggi hanno spinto diversi gruppi a chiedere al governo maggiori informazioni. Il Centro Delàs per gli studi sulla pace, sottolinea che il rapporto annuale sulle esportazioni di armi non è ancora stato pubblicato, nonostante la sua diffusione fosse prevista per dicembre. Amnesty International chiede urgentemente che “il Governo invii al Congresso e compaia davanti alla Commissione Difesa per spiegare il rapporto annuale sulle esportazioni di armi per il 2023 e per la prima metà del 2024, che deve includere i dati sulle autorizzazioni e sulle esportazioni effettuate verso Israele”.

La Corte dell’Aja chiede che vengano sospesi acquisti e investimenti che possano contribuire all’occupazione illegale israeliana. Ma lo scorso luglio, il Centro Delàs ha rivelato che la Spagna ha stanziato oltre un miliardo per acquisire armi israeliane, assegnando nuovi appalti anche ad aziende israeliane “che traggono profitto dai massacri di Gaza”.

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