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La Russia torna a competere nei tornei europei e internazionali? Dal basket al calcio fino al biathlon: trattative e scenari nei vari sport

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Club e atleti russi torneranno a competere con il resto d’Europa: siamo davvero arrivati a una svolta? Esclusi dal febbraio 2022 a causa dei conflitti contro l’Ucraina, tre anni dopo si potrebbe arrivare un cambio di rotta, sulla scorta del cambio di paradigma provocato dall’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca e dal possibile avvio di colloqui di pace. Allo stato attuale, però, i riscontri sono ancora negativi. A partire dal mondo della pallacanestro. Il Ceo dell’Eurolega, Paulius Motiejunas, infatti, ha frenato alcune voci che davano quasi per certo il ritorno di CSKA e Zenit all’interno della competizione (a partire dalla stagione 2025/2026): “Siamo in comunicazione costante con la dirigenza delle squadre russe, valutando la situazione. Ad oggi, nulla è cambiato: non c’è motivo di parlare del loro ritorno in questo momento”. Dichiarazioni che vanno dunque in contrasto con quanto affermato qualche giorno prima dal direttore esecutivo della competizione europea, Goran Sasic: “Dopo l’incontro tra la delegazione russa e quella statunitense a Riyad, sono sempre più convinto che assisteremo al ritorno dei club russi nelle massime competizioni europee. Perché pensate che l’Eurolega voglia passare ora da 18 a 20 club? La risposta è ovvia: per fare spazio a due squadre russe. Penso che saranno CSKA e Zenit. Dobbiamo porre rimedio all’ingiustizia storica commessa nel 2022. I club russi torneranno a partecipare al torneo per molto, molto tempo. Anche l’Unics Kazan si meriterebbe di rientrare, ma, alle condizioni attuali, non vedo spazio per un ingresso immediato di tre club russi. Ma credo che, in futuro, la Russia potrà avere nuovamente tre squadre”, aveva detto. E così, bandita da tutti i tornei internazionali negli ultimi anni, ora la Russia sta affrontando una nuova fase. Dal calcio al nuoto, passando per gli sport invernali: ecco le novità (e le procedure del caso) per un eventuale reintegro.

Mondiali 2026 di calcio, Russia esclusa
Il 20 settembre 2022 coincide con l’esclusione ufficiale della Russia dalle qualificazioni al campionato europeo del 2024 (vinto poi dalla Spagna). Una decisione presa dalla Uefa e che, ancora oggi, vede la nazionale russa fuori dalle competizioni più importanti. Mondiali compresi. La speranza della Federcalcio russa di un possibile reintegro, però, non è mai svanita; così, nel 2023 parlava Denis Rogachev, vice segretario generale della Federazione: “È stato creato un gruppo di lavoro, c’è un processo di negoziazione sul ritorno graduale del calcio russo, principalmente con Uefa e Fifa. Non posso parlare di alcun dettaglio ma penso che il ripristino dei nostri diritti sia prioritario per mantenere la nostra posizione nel calcio europeo. Tuttavia, stiamo considerando tutti gli scenari”. Un anno più tardi, Uefa e Fifa hanno deciso di estendere le sanzioni imposte fino alla celebrazione dei Mondiali del 2026: lo scorso 11 novembre, infatti, è stato diffuso un promemoria che annunciava 192 partite all’interno della fase a gironi continentale tenendo già conto dell’assenza della Russia. L’unico spiraglio aperto per la nazionale sarebbe quello di sperare in un cambio repentino di rotta nei prossimi giorni, quando inizierà la vera fase di qualificazione. Le tempistiche però non aiutano e quella che sembrava una speranza ora è diventata illusione. Alexander Dyukov, presidente della Federazione Russa, rimane comunque fiducioso: “Quelle decisioni rimangono ferme, impedendoci di partecipare al sorteggio finale. Tuttavia, prevedo un cambiamento all’orizzonte che potrebbe segnalare il ritorno delle nostre squadre nazionali e dei club sulla scena internazionale l’anno prossimo”. Per la nazionale russa l’unica opportunità di testare il proprio livello rimane quella di organizzare partite amichevoli: da giugno a novembre, infatti, Mirančuk e compagni hanno disputato 4 gare contro Bielorussia, Vietnam, Brunei e Siria.

Nuotatori russi senza bandiera
In occasione degli ultimi campionati mondiali di nuoto in vasca corta, disputati a Budapest dal 10 al 15 dicembre 2024, World Aquatics – l’ex Finfa, Federazione internazionale di nuoto – ha approvato la partecipazione di 28 nuotatori con lo status “neutral“, quindi senza rappresentare ufficialmente il loro Paese. Una condizione che permette agli atleti russi di partecipare, come vista anche in occasione delle ultime Olimpiadi, non senza però pressioni interne e boicottaggi.

La decisione dell’hockey
Il Comitato Esecutivo della Federazione internazionale di hockey ha preso la sua decisione: Russia e Bielorussia non saranno reintegrate nemmeno per la stagione 2025/2026, inclusi i Mondiali in Svizzera: “Visto che le attuali condizioni non permettono di organizzare competizioni nelle quali sia garantita la sicurezza di tutti – si legge sul sito ufficiale dell’IIHF – lo status quo verrà mantenuto. La situazione verrà nuovamente analizzata nel maggio del 2026”. Il Consiglio della Iihf, dunque, continuerà a monitorare la situazione fino al mese di maggio del prossimo anno. Resta così a rischio anche la loro partecipazione alle prossime Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina: in questo caso, tutto è nelle mani del Cio (Comitato Olimpico Internazionale). In caso di assenza, sarà la Francia a prendere lo slot vacante in quanto posizionata al primo posto tra le squadre non qualificate. Indecisioni e tentennamenti espressi con disappunto da Pavel Bure, rappresentate speciale della Federazione russa: “L’Iihf continua a sostenere che il problema sia la sicurezza, ma più di 50 giocatori russi militano in Nhl senza problemi. Nuotatori, scacchisti e atleti di altre discipline stanno partecipando a competizioni internazionali senza che siano stati registrati incidenti. Una delle nostre proposte era di finanziare misure di sicurezza aggiuntive per la Russia, al fine di permettere ai tifosi di tutto il mondo di vedere nuovamente in azione una delle squadre più forti del pianeta”.

Lo sci di fondo e le Olimpiadi invernali
Se si parla di sport invernali, non si può non fare riferimento allo sci di fondo. Nelle ultime settimane, infatti, è stata segnalata la presenza di diversi fondisti russi sulle piste della val di Fiemme, luogo in cui tra meno di un anno si gareggerà per le Olimpiadi. Tra i tanti, ha fatto scalpore l’approdo in Italia di Alexander Bolshunov. Nonostante una decisione chiara e definitiva in merito al reintegro non sia ancora stata presa, la presenza dei russi in quelli che saranno i futuri palcoscenici olimpici apre un piccolo spiraglio. Ma la maggioranza degli atleti sembrerebbe comunque contraria: “Nelle ultime settimane si è verificato un cambiamento: sempre più persone credono che i russi torneranno e parteciperanno alle Olimpiadi. Ora la gente se lo aspetta. Finché la situazione non cambia, non vedo alcun motivo per cui dovrebbero cambiare le regole. La Russia è stata bandita per una buona ragione. Poco più del 50% degli atleti non vuole che ritornino”, ha spiegato il fondista britannico James Clugnet. “La discussione sulla modifica della decisione dovrebbe iniziare quando cambia la situazione della guerra. Finché non accadrà, dovrò essere la voce degli atleti e dire che la maggior parte delle persone non vuole che tornino”, ha aggiunto.

Biathlon, partecipazione negata. A meno che…
Il messaggio è chiaro: nessun russo sarà ben accolto alle Olimpiadi di Milano-Cortina. Invece dal mondo del biathlon arriva un messaggio diverso: “Speriamo che la guerra finisca, perché queste sono due nazioni molto importanti per la nostra disciplina”. Nessuno sconto, a meno che… “Se la guerra dovesse finire e dovessimo prendere una decisione diversa da quella che si applica ora, allora c’è la possibilità di qualificarsi (per le Olimpiadi) fino al 26 gennaio 2026 secondo le regole Ibu”: parola di Olle Dahlin, presidente dell’International Biathlon Union (l’Ibu, appunto). Proprio in questi anni, gli atleti russi e bielorussi hanno preso a parte a competizioni indipendenti che coinvolgono altri sportivi dalle “nazioni bandite”: trattasi, dunque, di una vera e propria Coppa del mondo parallela. Una soluzione temporanea che, nel mondo del biathlon, non è stata particolarmente apprezzata. Per questo motivo, alcune federazioni sportive potrebbero permettere ai russi di competere come “atleti neutrali” a patto che vengano rispettati determinati criteri quale dimostrare di non avere alcun legame contrattuale con l’esercito russo o bielorusso o con qualsiasi altra agenzia per la sicurezza nazionale. A questo, si aggiunge anche il divieto di rappresentare con qualsiasi riferimento visibile Russia e Bielorussia.

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