“Una Ferrari Portofino in regalo, così volevano ricompensare l’ex agente dei Servizi”: l’accusa dei pm al clan Graziano
La sua ricompensa sarebbe stata una Ferrari Portofino. Così Francesco Bossone, l’ex poliziotto ed ex agente dei Servizi, si era offerto a Massimo Graziano e al sodalizio che teneva in scacco e sotto usura alcune aziende dell’agro nocerino-sarnese nonché dell’Irpinia, usate anche per guadagnare illecitamente sulle pratiche di immigrazione. Un gioiello extralusso venduto a 220.000 euro, oggetto di una complicata vicenda di intestazioni ritenute fittizie dalla procura di Salerno.
Questa la tesi dei magistrati che però il giudice per le indagini preliminari ha ritenuto insussistente, rigettando le misure cautelari per quel capo di imputazione. Resta un dato: l’intestazione della Ferrari a una società riconducibile a Graziano – già condannato per appartenenza all’omonimo clan irpino – e poi girata a Bossone e alla società di autonoleggio dell’ex poliziotto, seppur non funzionale a proteggere il bene dalle misure di recupero in caso di procedimento di prevenzione, secondo il gip è stata comunque utile “ad accreditarsi con ‘l’amico’ che poi doveva mettersi a disposizione per le loro esigenze”. Questo traspare dal complesso di intercettazioni allegate alle indagini della Guardia di Finanza.
Ce ne sono anche alcune che testimoniano la fretta con cui Bossone e Graziano – entrambi in carcere da mercoledì nell’ambito dell’inchiesta – tra maggio e giugno 2023 volevano ritirare la Ferrari presso la concessionaria Maserati di Salerno. La pratica di finanziamento era andata a buon fine, ma l’accredito dell’anticipo da 60mila euro non era stato ancora perfezionato. E per politica aziendale il concessionario non dà il via libera all’uscita della vettura se prima non vede i soldi sul conto. “Se gli portiamo i 60mila euro cash?”, dice Graziano al commercialista per velocizzare la consegna e fare contento Bossone. L’idea, ovviamente, cadrà nel nulla. Ma fa intuire il giro di affari e le provviste di denaro liquido, e quindi non tracciabile, di cui poteva godere Graziano.
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