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Il piano di riarmo europeo fa esplodere i big del Pd: Schlein lo boccia, Gentiloni entusiasta. Ecco chi sta con la leader e chi fa il guastatore

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Il piano di Ursula von der Leyen per riarmare l’Europa ha provocato un primo effetto: dilaniare il Partito Democratico. Il RearmEu fa esplodere le variegate posizioni dem, almeno a parole, che in qualche maniera minoritaria si erano già manifestate sull’invio di armi all’Ucraina. Questa volta, invece, l’accelerazione della presidente della Commissione Europea mette l’uno contro l’altro anche i big del partito. Con Elly Schlein e Paolo Gentiloni agli antipodi. Mentre da due giorni la segretaria prende le distanze, disapprova il piano e arriva a definire “inaccettabile” la possibilità di usare i fondi di coesione per dirottarli sulle spese militari, l’ex presidente del Consiglio e commissario europeo all’Economia le fa il controcanto e rinforza il ruolo di guastatore che ha deciso di ritagliarsi negli ultimi mesi dando voce all’area riformista.

Ancora giovedì mattina, Schlein è tornata a confermare “le critiche del Pd alle proposte avanzate” da von der Leyen: “Lavoriamo con socialisti e democratici per cambiare proposte e farle andare nella direzione che serve, che non è quella indicata”, ha detto a SkyTg24. “Per fare difesa comune servono investimenti comuni sorretti da debito comune e non c’è nulla di tutto ciò nel piano von der Leyen”, ha aggiunto la segretaria ribadendo di ritenere che “è inaccettabile prendere fondi di coesione e dirottarli sulle spese militari” perché in questa maniera “lasceremo indietro le priorità che erano intrecciate nel Next Generation Eu”. Una scelta che per Schlein è un “errore”.

Gentiloni ha invece promosso il piano, scegliendo parole esattamente opposte a quelle usate dalla segretaria Pd. Per il partito il tema è spinoso. Ma, finora, i distinguo erano arrivati con toni non dirompenti. Ora però l’ex presidente del Consiglio è stato netto: la proposta della presidente della commissione europea “va nella direzione giusta”. Tanto che il presidente del M5s, Giuseppe Conte, ha subito ironizzato: “Si mettessero d’accordo”. Gentiloni è tornato alla carica un paio di mesi dopo l’intervento di Orvieto che, di fatto, ha rappresentato il suo esordio nel ruolo di spina nel fianco per Schlein: “Per essere credibili i progetti riformisti sono fondamentali” per il Pd, ha detto in quell’occasione. Anche stavolta l’ex premier ha dato voce alle aree del partito che, specie sulle questioni militari, tengono d’occhio le mosse della segretaria, temendo l’influenza delle posizioni M5s.

Aree che si stanno ritrovando nell’appello “Per un’Europa libera e forte” promosso dall’eurodeputata Pina Picierno. Fra i firmatari, il deputato Lorenzo Guerini e i senatori Alessandro Alfieri, che coordina l’area Energia Popolare guidata da Stefano Bonaccini, e Filippo Sensi, vicino a Gentiloni. Anche per Picierno la proposta di von der Leyen “va migliorata – ha spiegato commentando il piano a caldo – ma nel nostro appello riconosciamo che il primo step sia aumentare il livello della spesa a livello di stati membri”. Quello è il tasto su cui, nelle ultime ore, puntano i critici della segretaria Pd: “La posizione di Schlein è ipocrita, il Pd si è grillinizzato”, ha detto il segretario di Azione, Carlo Calenda.

Anche Gentiloni ha dato una stoccata, criticando M5s e Avs: “Un conto è dire che” il piano RearmEu “va migliorato e un conto è dire che l’Europa è bellicista o guerrafondaia”. Sibillino il capogruppo Pd al Senato Francesco Boccia, riferendosi a chi critica la segretaria: “Con Schlein il partito ha una chiara reputazione, che viene davanti a qualsiasi ambizione personale”. Anche Dario Franceschini si è schierato a difesa di Schlein: “Condivido le sue affermazioni: il piano di riarmo di von der Leyen va profondamente rivisto”. La posizione di Schlein è chiara: pensa a una politica coordinata dall’Ue, con spese e direzione condivise, non a una somma di singole politiche di Stati che comprano armi ognuno per conto proprio.

Le differenze potrebbero mostrarsi in maniera plateale non solo internamente al Pd ma anche a livello di famiglia socialista europea, di cui fa parte il partito, che ha appuntamento a Bruxelles prima del consiglio straordinario sull’Ucraina. “La sicurezza dell’Europa richiede investimenti immediati, sostanziali e congiunti – ha scritto su X il gruppo dei Socialisti Ue – Il piano RearmEu è un punto di partenza, non un traguardo”. Insomma, c’è molto da discutere: “Noi insisteremo per cambiare quelle proposte – ha detto Schlein – e naturalmente speriamo di farlo anche insieme alle altre forze socialiste”.

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