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Morte Alex Marangon, l’appello della famiglia: “Alex non si è tolto la vita, vogliamo la verità”

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“Ti stanno uccidendo una seconda volta”. Con queste parole Luca Marangon ha affidato ai social la propria rabbia per la morte del figlio Alex Marangon, il giovane barista di 28 anni trovato senza vita sul greto del Piave lo scorso luglio. Sul suo profilo Facebook, Marangon continua a chiedere “verità e giustizia” per il ragazzo, rifiutando fermamente l’ipotesi del suicidio o di un incidente.

Alex Marangon è morto dopo un volo di 15 metri dalla balaustra dell’ex abbazia sulle rive del Piave, dove si trovava per partecipare a un rito sciamanico. Una vicenda ancora avvolta nel mistero, che lascia troppi interrogativi senza risposta. “Noi condannati a un ergastolo di dolore, che ci sta consumando dentro e portando via le poche energie e forze rimaste, sempre più soli ed abbandonati da tutti e tutto. Mentre chi ti ha fatto questo continua ad esser protetto e libero di fare i suoi sporchi comodi”scrive il padre. Parole che trasmettono il senso di frustrazione di una famiglia che non si vuole arrendere a credere alle ipotesi formulate. Luca Marangon ricorda il figlio come “così buono, generoso ed altruista che eri, avevi un sorriso, una bella parola per tutti, sempre pronto ad aiutare chi era in difficoltà anche se lo avevi appena conosciuto, ed ecco cosa hai in cambio, un muro di omertà da chi credevi amico, un muro di menefreghismo da tutte le istituzioni. Spero esista almeno una giustizia divina. Riposa in pace dolce angelo”.

Venerdì 7 marzo sono stati resi noti i risultati dell’autopsia effettuata dal consulente della Procura, Alberto Furlanetto. L’esame ha rilevato la presenza di contusioni causate da terzi prima della caduta, segnalando una possibile colluttazione avvenuta prima della morte del ragazzo. Tuttavia, le cause del decesso restano legate ai forti traumi riportati nella caduta dalla balaustra. Al momento, gli inquirenti non escludono il gesto volontario, ma una cosa è certa: Alex non è morto per annegamento. L’ipotesi del suicidio, però, è sempre stata fermamente rigettata dalla famiglia e dai legali.

L’avvocato Stefano Tigani commentando la situazione ha dedicato l’8 marzo a Sabrina e Giada, mamma e sorella di Alex Marangon, “donne che stanno lottando per la verità, una verità che di certo non è il suicidio. L’ipotesi che Alex si sia tolto la vita oltre che non essere suffragata né giustificata, è pura follia. Si dia la risposta vera e credibile alla famiglia”. Intanto, la Procura attende ancora l’esito degli esami tossicologici. Il ritardo nelle analisi sarebbe dovuto alla difficoltà di reperire il liquido di contrasto necessario a individuare le componenti chimiche dell’ayahuasca, la sostanza che Alex avrebbe assunto durante il rito sciamanico.

L'articolo Morte Alex Marangon, l’appello della famiglia: “Alex non si è tolto la vita, vogliamo la verità” proviene da Il Fatto Quotidiano.




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