Gaza, Israele torna a bombardare la Striscia. Usa: “Serve scadenza per riavere gli ostaggi”
Israele torna a bombardare la Striscia di Gaza, dove dal 19 gennaio è in vigore una tregua tra le autorità di Tel Aviv e Hamas. Le Israel Defense Forces hanno reso noto di aver effettuato attacchi aerei contro “terroristi” che seppellivano ordigni esplosivi nel terreno dell’enclave. “In precedenza tre terroristi sono stati avvistati vicino alle truppe dell’esercito nella zona di Nuseirat, mentre cercavano di nascondere un ordigno esplosivo”, scrive l’Idf su Telegram. “L’aeronautica ha effettuato un attacco e gli obiettivi sono stati colpiti”, ha aggiunto. In una dichiarazione separata, l’esercito ha affermato che “diversi terroristi” sono stati l’obiettivo di un altro attacco aereo a Shujaiya, un quartiere a est di Gaza City, nel nord del territorio palestinese, dopo essere stati avvistati mentre seppellivano un ordigno esplosivo vicino ai soldati israeliani.
Le diplomazie, intanto, dopo che Israele ha tagliato l’elettricità nell’enclave, cercano di far partire la seconda fase dell’accordo per il cessate il fuoco. “Questa situazione non può continuare. Gli ostaggi sono trattenuti a Gaza in condizioni terribili. Tornano malati, non hanno mangiato e non hanno ricevuto cure mediche. Dobbiamo fissare una data di scadenza per la conclusione di questa crisi”, ha ha dichiarato a Fox News l’inviato Usa Steve Witkoff, aggiungendo che “Hamas deve lasciare la Striscia, non avrà scelta”, ha detto. Per quanto riguarda il ruolo del Qatar come mediatore, Witkoff ha elogiato gli sforzi di Doha. “Il Qatar ha fatto un lavoro eccellente nei colloqui con Israele, anche se a volte non ricevono il giusto riconoscimento”.
Oggi Israele invia una delegazione negoziale a Doha per un nuovo round di colloqui sull’estensione del cessate il fuoco, dopo aver interrotto il passaggio di aiuti umanitari verso Gaza cercando di fare pressione su Hamas affinché accetti il prolungamento della prima fase dell’accordo di tregua. Witkoff, ha riferito Channel 12, dovrebbe arrivare in Arabia Saudita domani, e poi nella capitale del Qatar mercoledì. Non è ancora chiaro quando, e se, sarà in Israele. Sul tavolo ci sarebbe il cosiddetto “piano Witkoff”, sostenuto dagli Usa, secondo cui Hamas dovrebbe rilasciare 10 ostaggi ancora in vita, tra cui l’americano-israeliano Idan Alexander, in cambio di altri 60 giorni di cessate il fuoco.
Sul fronte interno l’estrema destra torna a chiedere la ripresa delle operazioni militari nella Striscia. Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich ha annunciato che Israele tornerà presto a combattere a Gaza e che il nuovo capo di stato maggiore ha un piano più rapido e più intenso di prima: “Lui vuole una campagna molto più intensa, rapida e potente il cui obiettivo è l’occupazione della Striscia di Gaza, la completa distruzione di Hamas e il ritorno degli ostaggi. Non ripeteremo la follia del precedente capo di stato maggiore”, ha affermato. Smotrich ha definito i colloqui diretti tra Stati Uniti e Hamas “un errore totale”.
La risposta dell’opposizione israeliana è arrivata per bocca del leader Yair Lapid: “Se Israele riprenderà a combattere a Gaza, gli ostaggi moriranno”. E ha affermato che “l’argomentazione secondo cui combattiamo per riportarli a casa non ha superato alcun test. Più la guerra continua, più ostaggi muoiono. Il governo non deve e non può mentire al pubblico. Tornare alla guerra significa la morte degli ostaggi”.
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