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Pedemontana, i pendolari veneti pagano il 60% meno ma i lombardi più del triplo: cambiare si può!

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Due autostrade con lo stesso nome, nate per servire lo stesso tipo di traffico, in due regioni vicine e con governatori politicamente vicini. Ma solo politicamente, perché uno è il più “amato” dagli italiani mentre l’altro – il nostro – sa solo negare l’evidenza ben chiara ai suoi cittadini di sanità e trasporti pubblici e consumo di suolo sempre più deludenti.

Così in Veneto la Regione, che non possiede l’autostrada pedemontana ma paga l’enorme differenza tra i pedaggi (pochi) incassati e il canone dovuto alla concessionaria, ha fatto una scelta degna di un imprenditore vero e stupefacente per una pubblica amministrazione: abbassare la tariffa del 60%, da 13 a 6 centesimi/km per aumentare il numero di veicoli, rendere l’opera almeno meno inutile e puntare a incassare complessivamente di più per evitare di usare le tasse dei veneti per pagare i disavanzi dell’autostrada. Si tratta infatti di una promozione mirata: vale solo nei giorni lavorativi, per i soli veicoli leggeri e per due tratte al giorno fino a 25 km l’una. In una parola i pendolari, quelli che “fanno i numeri” e hanno bassi salari.

Invece in Lombardia, dove la Regione è proprietaria della autostrada Pedemontana, la cui tariffa è del 40% superiore a quella prima degli sconti della cugina veneta, al massimo si sperimenta per qualche mese un ridicolo sconto del 20% sulla sola tangenziale di Varese, che non usa quasi nessuno.

La differenza, avvilente per noi lombardi, è che per due strade gemelle, i cui conti sono in entrambi i casi pagati dalla Regione e quindi dai cittadini, i pendolari veneti pagano 6 centesimi a km mentre quelli lombardi ne pagano più del triplo, e questo a fine mese fa la differenza sui bilanci familiari e ogni giorno fa la differenza sul troppo traffico che resta sulla rete locale, mentre l’autostrada pedemontana lombarda resta desolatamente vuota. Questo è il danno. La beffa che moltiplica il danno arriva quando si pensa alla Milano-Meda, quei quasi 10 km di provinciale gratuita destinati a diventare autostrada a pagamento a più di 20 centesimi per ognuno di quei km per 2 volte al giorno per 22 giorni al mese. Il risultato per i pendolari brianzoli e soprattutto comaschi? Da gratis si passa a 100 euro al mese. Questo è il risultato per i pendolari e per il territorio. Più tempo perso nel traffico, più traffico sulla rete locale, più inquinamento, più incidenti e assurdamente molto meno traffico sulla “nuova” Milano-Meda.

Di Pedemontana Lombarda si è discusso molto e proposto molto senza che nulla sia cambiato. Il Veneto dimostra alla Lombardia che cambiare – se si vuole, se si ha a cuore l’interesse dei propri cittadini e si sa governare come farebbe una amministrazione efficiente – si può. Il Veneto l’ha fatto. L’auspicio è che anche il governatore Fontana si appropri delle parole del cugino Zaia: “ragioniamoci sopra”. Che dire? Semplice, rivolgiamo a Fontana le parole che hanno reso famoso Zaia: Presidente “ragionaci sopra!”.

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