Il mito della vela Knox si racconta: «Nella vita niente è impossibile se hai un’idea»
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foto da Quotidiani locali
TRIESTE «Nella vita, se hai un’idea, non devi aspettare. Devi agire». Robin Knox-Johnston, 55 anni fa, ha avuto un’idea e ha agito. La sua vita è cambiata. La storia della vela è cambiata.
E venerdì e sabato Sir Knox si racconterà a Venezia e a Trieste in un minitour organizzato da Cristina Giussani, triestina trasferitasi in laguna dove è l’anima della libreria Mare di Carta.
A Venezia appuntamento venerdì alle 18 con la Compagnia della Vela nella sede nautica a San Giorgio, dove con il velista inglese dialogheranno la stessa Cristina Giussani e il presidente della Cdv Giuseppe Duca.
A Trieste invece l’incontro è sabato alle 16 alla Sala Luttazzi del Magazzino 26 in Porto vecchio: partner organizzativo è la Società velica di Barcola e Grignano in collaborazione con Adriaco e Triestina della Vela e con il patrocinio del Comune. A dialogare con l’ospite, ancora Cristina Giussani e il vicepresidente della Svbg Alessandro Mulas.
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L’idea: il giorno del mondo in solitarie e senza scalo
Cinquantacinque anni fa a William Robert Patrick Knox- Johnston, nato nel marzo del 1939 a Londra, venne un’idea. Che non poteva aspettare. Il giro del mondo a vela in solitaria e senza scalo.
E in quel periodo il Sunday Times lanciò la Golden Globe Race, prima regata attorno al mondo in solitaria, senza scalo e senza assistenza in mare. Nove gli iscritti, tra loro anche l’italiano Alex Carozzo.
In sei si ritirarono per motivi tecnici o di salute, un altro si suicidò dopo aver mentito nel dare via radio la propria posizione e un ottavo, il francese Moitisser, all’improvviso cambiò direzione e puntò sulle isole del Pacifico “dove – scrisse – c’è sole in abbondanza e maggior pace che in Europa”.
Insomma, uno solo arrivò al traguardo, dopo 312 giorni di navigazione solitaria: Robin Knox.
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Sir Knox, cosa accadde 55 anni fa?
«Mi dimisi dalla Marina Mercantile per partecipare alla Golden Globe. Quando vidi Francis Chichester completare il suo viaggio in solitaria intorno al mondo con una sosta, capii che ormai era rimasta solo una cosa da fare: la solitaria no-stop. E più ci pensavo, più volevo provarci. Divenne un’ossessione».
Lei fu il primo velista a concludere il giro del mondo in solitaria e senza scalo. Come cambiò la sua vita?
«In maniera radicale. Non è che ci fossero tanti soldi allora, ma io “ero sbarcato” e non pensavo di tornare a servire nella Marina Mercantile. Allestimmo un cantiere navale, costruimmo un porto turistico. E mi dedicai alle regate d’altura come la British Admirals, la Round Britain o la Whitbread round the world».
Allora, 55 anni fa, lei non aveva sponsor e si costruì la barca da solo: oggi sarebbe inimmaginabile.
«Per me fu impossibile trovare sponsor perché ero in mare, in servizio su una nave passeggeri, la Kenya. Inoltre la gente pensava che sarebbe stata un’impresa irrealizzabile. Non solo. Ero sconosciuto nei circoli velici britannici e mondiali e nessuno si rese conto di quanto avessi invece imparato costruendo la mia Suhaili e portandola dall’India dove vivevo all’Inghilterra attraverso il Capo di Buona Speranza, esperienza che mi insegnò moltissimo. E comunque all’epoca ero già un navigatore qualificato».
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Arriviamo a oggi, Sir Knox. La vela ha vissuto la rivoluzione dei foil, non senza polemiche.
«I foil sono fantastici. Padroneggiamo il loro controllo, non sempre la loro forza, e le velocità raggiunte oggi erano solo ieri impensabili. Vorrei avere 50 anni in meno!».
Lei però sa come mantenersi giovane: l’ultimo giro del mondo in solitaria l’ha fatto a 68 anni e a 75 la traversata atlantica nella Route del Rhum. Quale è il suo segreto?
«Avere i genitori giusti. Ma se ti mantieni attivo, mentalmente e fisicamente, rimani più giovane».
Inoltre si è inventato la Clipper Ventures, le regate attorno al mondo con equipaggi formati anche da assoluti neofiti della vela.
«L’idea è nata in me facendo alpinismo in Groenlandia con Sir Bonington, che mi svelò quanto costa scalare l’Everest».
Quale può essere l’equivalente a vela?
«Il giro attorno al mondo. Sicuramente ci sono molte persone a cui piacerebbe farlo ma senza l’esperienza necessaria: io, fornendo barche, formazione e bravi skipper, rendo possibile quel sogno. Questo è successo la prima volta 27 anni fa e oggi stiamo effettuando la nostra 14.ma edizione con le barche piene. Oltre seimila persone di più di 60 nazionalità hanno attraversato almeno un oceano con noi e la prossima regata, nel 2025, sta completando le prenotazioni. Il 40% degli equipaggi non è mai stato su una barca prima di venire da noi per l’addestramento, ma un’ampia percentuale continua in seguito ad andare a vela. Ne sono molto orgoglioso».
Del resto lo spirito di Sir Knox è riassunto nel verso finale di una poesia di Shel Silverstein che il grande velista spesso cita: “Niente è impossibile, tutto può succedere