Primo maggio a Monfalcone, attesi in migliaia in piazza
Pronto il palco da 14 metri per 10. Tre le aree di sosta per le auto, poi in bus in via Rosselli. Sicurezza: un centinaio sul campo
MONFALCONE Tutte le complessità del lavoro, dalla variante distorta dalla flessibilità, cioè il precariato, fino al dumping salariale, passando per il triste aumento (35,6%) delle malattie professionali nel primo bimestre 2024 e le morti bianche, convergono il primo maggio a Monfalcone. In piazza della Repubblica, dalle 10 epicentro della riflessione sindacale: visioni incrociate sul tema della giustizia sociale e della pace esposte dai leader di Cgil, Cisl e Uil. Padrona di casa la seconda, che organizza.
Il labor day in salsa bisiaca, dunque, un vero e proprio evento nazionale che ha fatto capolino in città già nelle ultime 48 ore, apportando il suo contributo visibile ed estetico: martedì mattina da via Valentinis a via fratelli Rosselli, volenterosi addetti – sindacalisti precettati, s’immagina – legavano a ogni palo d’illuminazione le bandiere della Triplice.
Un colpo d’occhio sventolante per accogliere i partecipanti da fuori, chiamati a seguire come Pollicino i vessilli per approdare al maxi palco. L’organizzazione ha predisposto tre punti di sosta per le vetture in arrivo mercoledì: il multipiano di via della Resistenza, a 300 metri dalla piazza, il park dell’ex Gaslini in via Valentinis, a distanza di un chilometro, e pure l’area di via Atleti azzurri, sulla Sr 14.
Non sono previste chiusure di strade: tutti avranno liberamente accesso alla manifestazione, che secondo le stime accoglierà in piazza dalle 3.500 alle 5.000 persone. Ma sul lato destro di via Rosselli sarà preclusa la regolare sosta, poiché i rettangoli blu sono riservati in via esclusiva all’imbarco e allo sbarco dei passeggeri che arriveranno alla manifestazione in corriera. Altri stalli sul versante opposto e in prossimità della piazza, inoltre, dovranno essere lasciati liberi per i mezzi di soccorso, sempre presenti in via prudenziale quando si mobilitano grandi folle.
Va tenuto conto, sempre per gli arrivi da fuori, che il percorso pedonale, appunto accompagnato dallo sventolio delle bandiere di Cgil, Cisl e Uil ai pali della luce, si snoderà a partire da via Valentinis (ex Gaslini) per proseguire fino al salotto buono. Già lunedì gli organizzatori hanno predisposto a capo di piazza, lato corso del Popolo, il palco di 14 metri per 10 con due torri ai lati, corredato sul retro da una rampa per disabili con pendenza all’8%.
La struttura da cui parleranno i leader Pierluigi Bombardieri (Uil), Luigi Sbarra (Cisl) e Maurizio Landini (Cgil) è stata montata in poche ore. Per la ribalta mediatica, uno schermo a led di 2,5 metri per due consentirà anche a chi si trova in posizione meno privilegiata rispetto ai protagonisti dei vari comizi di seguire agevolmente l’evento.
Subito sotto il palco, invece, la zona degli addetti ai lavori, che potrà assorbire 200 persone e, alle spalle, la cosiddetta “barriera antisfondamento”, frontiera della più ampia massa di partecipanti, su un’area di quasi 1.700 metri quadrati. Ai lati del salotto buono, invece, come per ogni manifestazione di una certa dimensione le due corsie di emergenza, per consentire il deflusso delle persone in caso di necessità.
Attenzione massima da parte delle forze dell’ordine. Il Ministero dell’Interno ha assicurato i rinforzi richiesti dalla Questura in termini di unità operative: una quarantina di agenti dell’unità speciale di Padova affiancherà altrettanti colleghi territoriali attinti ai corpi di Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di finanza. Ed è prevista inoltre una ventina di figure in borghese (Digos). In tutto un centinaio di uomini che si potranno avvalere dei servigi delle unità cinofile, parimenti garantite da Roma. Già alle 8, un primo briefing interforze sul posto.
L’orario di inizio del Primo maggio è fissato alle 10 e la scaletta prevede che i comizi di Bombardieri, Sbarra e Landini, nell’ordine, comincino alle 12.08 per chiudersi alle 13 o giù di lì. Prima dei tre segretari nazionali interverranno sei delegati, due per ciascuna confederazione. Le tre associazioni delle 13 realtà che, in questi ultimi mesi, si sono mobilitare contro «la beffa» dei decreti- amianto, cioè l’associazione Ubaldo Spanghero, Afeva di Casale Monferrato e Bologna e la Fondazione Bepi Ferro di Padova, collegate all’universo Cgil, hanno scritto a Landini per sensibilizzarlo sul caso e sulla richiesta di modificare i provvedimenti governativi per gli anni a venire. Chissà se il già segretario della Fiom, che iniziò a lavorare giovanissimo – 16 anni – come apprendista saldatore, in un’azienda del settore metalmeccanico, spenderà parole sul tema. —
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