È il giorno della missione a Roma per i fondi sull’Ovovia di Trieste
Treno programmato alle ore 6.39, arrivo previsto alle 12 alla stazione di Roma Termini. Alle 15 di oggi il sindaco Roberto Dipiazza e il dirigente Giulio Bernetti sono attesi al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti per concordare eventuali risorse statali alternative per il progetto della cabinovia, in bilico dopo il pronunciamento negativo dell’Unità di Missione del Pnrr e il blocco ai 48,7 milioni preventivati all’Europa sui 62 di spesa complessiva.
La partita è aperta e il primo cittadino si dice ottimista. «Non tornerò da Roma a mani vuote», afferma Dipiazza. «La cabinovia si farà e non saranno i triestini a pagarla».
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Molto dipenderà dall’incontro di oggi: sull’opera vertono pareri nazionali e sovranazionali differenti. Bruxelles è scettica e valuta il progetto non aderente i criteri di biodiversità del Pnrr per l’impatto che l’ovovia avrebbe sul Bovedo. Questo perché l’opera ha ricevuto parere negativo nella Valutazione di incidenza ambientale (Vinca) al II livello e positivo solo con le misure compensative recepite dalla giunta regionale al III livello il 7 giugno scorso. Tanto basta all’Europa per ritenere il progetto non rispondente i vincoli ambientali e quindi non meritevole di accedere alle risorse Pnrr, come comunicato dal Mit al Comune lo scorso 11 settembre.
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Roma invece resta possibilista. In una nota diffusa ieri il ministero all’Ambiente e alla Sicurezza energetica prende infatti positivamente atto della delibera dell’esecutivo Fedriga, che in forza di uno studio affidato all’Università d Udine aveva decretato come con le dovute compensazioni la cabinovia «non solo non genera alcun danno significativo all’ambiente, ma – si legge nella nota – al contrario consente un complessivo miglioramento» all’habitat. Il Mase ha quindi informato l’Europa, come da procedura, consentendo di fatto al Comune di chiudere la pratica necessaria alla Valutazione ambientale strategica.
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Il percorso può dunque formalmente procedere, almeno dal punto di vista ambientale, ma resta il nodo dei fondi e il vertice romano dovrà tentare di scioglierlo. Ci sono due possibili scenari. «Esclusa» l’eventualità di un “mutuo regionale”, nel primo (meno probabile) caso la giunta potrebbe rivedere il progetto complessivo, così da soddisfare i criteri Pnrr e mantenere i fondi europei.
Nell’eventualità in cui invece il Mit accordi alla cabinovia risorse statali alternative, a quel punto i vincoli di Bruxelles verrebbero meno (non sarebbe più opera Pnrr) e il Comune potrà procedere con l’iter, approvando la Variante al Piano regolatore per il tratto di risalita sul sito Natura 2000.
La giunta rassicura, «l’iter per la cabinovia procede naturalmente», ma la replica dell’opposizione non si fa attendere. Francesco Russo critica il Mase, che stante il parere dell’Europa «sfida il senso del ridicolo» dando il disco verde al progetto e «dimenticando – sottolinea il dem – quanto già detto dal ministero alla Cultura, che aveva sancito l’incompatibilità del progetto». Si rivolge al sindaco: perché a Roma «non parli a nome dei triestini e delle triestine», viste le diecimila firme contrarie raccolte in pochi giorni. Dipiazza ribadisce: ne è certo, «la cabinovia si farà».—
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