Debutta la nuova rotatoria R1 a Monfalcone, ma c’è la “grana” trasporti eccezionali
AC’è una DS color blu notte, tettuccio bianco, nuova di zecca a battezzare la nascita della R1. Il primo girotondo, mezzo dài, sulla rotonda al punto più a nord del Mediterraneo lo compie infatti lui, il guidatore sull’utilitaria francese che arriva serafico da Trieste e punta dritto su Ronchi, lasciandosi placidamente condurre sulla rotondità della nuova infrastruttura monfalconese, costatata dopo 18 anni di attesa 5,7 milioni di euro. Chissà se il conducente della scocca metallizzata se n’è accorto, oppure indaffarato nella manovra, immerso magari nelle sue riflessioni, non ha capito d’essere lui, il primo del serpentone di vetture in colonna su via Boito a transitare per di lì, sulla nuova rotonda, una volta rimossi non senza un pizzico di pathos gli spartitraffico bianco e rossi.
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Sono le 14.47, una dozzina di pensionati se ne sta aggrappata alla rete del cantiere per godersi sul marciapiede del viale San Marco l’intera scena. Nulla di trionfale. E non sarebbe potuto essere altrimenti, dato l’alto scorrimento dei mezzi. Per non essere investiti i giornalisti, richiamati dall’estemporanea conferenza stampa indetta dal Comune, si appollaiano sul cordolo, mentre i fotografi si sistemano dall’altra parte, per scattare l’istantanea che immortala l’attimo da consegnare alla cronaca.
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Anna Cisint, assessora alle Priorità strategiche per lo sviluppo urbano, incede attorniata dai tecnici sull’asfalto definitivo, ma privo ancora dell’ultima pennellata – stavolta su suola ginnica, senza i fatidici tacchi – e incomincia a raccontare la genesi della R1. È però l’ultimo epilogo, una piccola disdetta (la riapertura della rotonda e la quasi simultanea necessità di far transitare lì i trasporti eccezionali dirottati dal Lisert per concomitanti lavori al casello dell’A4, su regia di Autostrade Alto Adriatico) a catalizzare l’attenzione dei cronisti.
Lei, Cisint, è del resto reduce da una riunione mattutina in Prefettura, chiamata a districare la faccenda: ha appositamente lasciato il Consiglio per andare a battere i pugni a Gorizia. Ottiene che il periodo del passaggio dei mezzi eccezionali si concentri di notte, tra le 24 e le 3. 30-4. Dovrebbe trattarsi di una quindicina di giorni: di più, lei non ci sta. Ma non si sa da quando la deviazione entrerà in funzione, con il Lisert off limits.
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La data non è stata ancora fissata in via definitiva: il periodo contemplato, però, «va dal 15 ottobre al 10 novembre», dice. «E non circoleranno – sempre Cisint – più di tre mezzi a notte». Perché «non vogliamo trovarci con la sorpresina mattutina. . .».
Come pure è accaduto – e qui si scambia uno sguardo d’intesa col comandante della Polizia locale Rudi Bagatto – sulla Marcelliana, con il danneggiamento dell’impianto d’irrigazione. In effetti non c’è da preoccuparsi molto per la R1 che ha un anello di 9 metri e un diametro di 38, piuttosto agevole, quindi da attraversare. Il problema è probabilmente più a sud, verso Panzano, dove la manovra è ben più stretta per i mezzi formato extra large. Scoccia però far passare quei veicoli proprio ora che il cantiere è in dirittura d’arrivo, al 31 dicembre, col rischio di scompaginare cordoli e rifiniture. «Gli uffici mercoledì – promette l’assessora – prepareranno un’intesa che sarà sottoscritta». Perché verba volant, scripta manent.
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Per il resto, «grande soddisfazione», la conclusione di un traguardo in relativamente breve tempo e con «soli due mesi di ritardo a fronte di numerose complessità»: un anno e poco più dallo storico abbattimento degli impianti semaforici (luglio 2023), anche se formalmente il cantiere s’è aperto con la realizzazione della direttrice d’innesto su Trieste, a dicembre 2022. Restano ancora i dettagli, come l’abbellimento della R1, al di là degli immancabili «fioretti: quelli ci saranno»: «Puntiamo a coninvolgere la cittadinanza – conclude Cisint – anche se non mi dispiace l’idea avanzata dallo scultore Giovanni Pacor di un mappamondo con la matita puntata sul punto più a nord del Mediterraneo». —
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