La Triestina c’è: a Trento segnali di speranza
La Triestina c’è, è viva ed è capace di lottare e di scavare punti anche su campi difficili. Che non fosse una squadra con l’elettroencefalogramma piatto in realtà lo aveva sempre assicurato anche Santoni: l’ex mister alabardato ha sempre elogiato infatti i suoi giocatori per il lavoro in settimana, peccato che poi in partita si era sempre vista un’altra storia.
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Era logico pertanto che l’allarme per la trasferta di Trento fosse altissimo: una partita che arrivava dopo cinque ko consecutivi, con il morale sotto i tacchi e una sorta di interregno in panchina con Geppino Marino a guidare temporaneamente la squadra assieme a Matteo Ciofani, poteva tramutarsi in un’altra Caporetto.
E invece non è stato così. È bastato cambiare l’assetto, predisporre un 3-5-2 più coperto e razionale rispetto alle forze a disposizione, riportare qualche giocatore nel ruolo più consono, per avere la sensazione di una squadra più compatta, ordinata e solida. Una sensazione suffragata poi anche dalle vicende del campo.
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Marino è stato bravo a fare la mossa più saggia: agire ovviamente sulle motivazioni dei ragazzi in un momento dove il carattere è fondamentale, ma soprattutto dare loro un appiglio sul quale far valere questo carattere, ovvero un aiuto reciproco ravvicinando i giocatori e accorciando i reparti. Ne è uscita una partita dove contro una buona squadra come il Trento, la Triestina è stata capace di combattere tutta assieme, di non lasciare mai le praterie viste nelle scorse partite di fronte alle ripartenze avversarie, anzi di raccogliersi a riccio per poi far male in velocità sui ribaltamenti di fronte.
Correia riportato davanti alla difesa è apparso molto vicino a quello ammirato nella prima parte della scorsa stagione. Vallocchia in mezzo al campo ha dato finalmente gamba e fiato al reparto. Rizzo in una difesa a tre ha confermato di poter starci, come del resto Moretti, che finora si era visto con il contagocce.
Certo quelli che sono i limiti dell’attuale rosa sono emersi comunque. Le amnesie difensive non sono mancate, e non solo sul gol del pareggio. Per l’ennesima volta si è presa una rete su calcio d’angolo, quasi una costante di questo inizio stagione; inoltre se non ci fosse stato il rigore anche domenica si sarebbe rimasti a secco, perché non segna nessuno e sotto porta gli alabardati si sono divorati occasioni a dir poco clamorose.
Se non altro una toppa è stata messa, il punto fa morale e classifica, anche se prendere un pari allo scadere ha sempre il sapore di festa rovinata. Le modifiche viste a Trento erano doverose e vanno benissimo, ma a lungo andare questa non potrà essere una soluzione definitiva. Se le partite si vogliono vincere, soprattutto in casa, qualcosa di diverso e più pungente andrà studiato. Andrà trovata una giusta collocazione per il talento di Kiyine, come anche per la qualità di D’Urso, quando rientrerà.
Intanto è stato comunicato che il 14 ottobre il Tribunale federale nazionale emetterà la sentenza sul caso del mancato tesseramento dell’attaccante Marco Olivieri. —