Ragazzina bengalese violentata in casa dall’ospite dei genitori a Monfalcone
Aveva subito una violenza sessuale nella propria abitazione, a Monfalcone. I genitori non erano in casa. L’uomo, approfittando della loro assenza, aveva raggiunto la camera da letto dove si trovava la minore, costringendola a un approccio intimo, nell’impossibilità di potersene liberare.
La vicenda risale all’estate 2021. Si tratta della stessa ragazzina bengalese, inserita nella cosiddetta procedura del “Codice rosso”, tuttora ospite di una comunità protetta (dov’è stata accolta nel 2022), che era stata allontanata dai genitori, nei confronti dei quali è in corso un processo per l’ipotesi di reato di maltrattamenti.
In parallelo, al Tribunale di Gorizia, è aperto quest’ulteriore procedimento, in ordine appunto alla contestata violenza sessuale, accusa della quale è chiamato a rispondere un 26enne bengalese. Il giovane è stato rinviato a giudizio lo scorso febbraio.
La Procura contesta le aggravanti dell’«aver agito nei confronti di una minore di 14 anni» e «approfittando dell’assenza da casa di entrambi i genitori della ragazzina e di qualsiasi altro soggetto che potesse sorprenderli».
La prima udienza risale a marzo, seguita da una seconda a maggio, con ulteriori calendarizzazioni. Il 26enne è difeso dall’avvocato Paolo Bevilacqua, la parte civile è rappresentata dall’avvocato Ilaria Celledoni. All’avvocato Giulia Martellos è invece affidata la curatela speciale. Il procedimento sarebbe scaturito a seguito di quanto la ragazzina avrebbe raccontato quando era già ospite della comunità protetta.
Il primo a partire è stato quindi il processo riguardante i maltrattamenti familiari, davanti ai giudici in composizione collegiale, iniziato a fine 2023. In questo caso l’istruttoria dibattimentale è a buon punto, nell’escussione dei testi del pubblico ministero, considerato che all’udienza fissata il 21 novembre sono chiamate a deporre l’assistente sociale che aveva gestito il percorso della minore ai fini dell’accoglimento nella comunità protetta, l’operatrice della società cooperativa sociale “L’Ancora” che ne aveva seguito l’inserimento, e la psicologa che l’ha assistita, esaurendo così la lista del pm. L’ulteriore udienza, prevista invece il prossimo gennaio, sarà dedicata ai quattro testi della difesa.
Il processo in relazione alla violenza sessuale, invece, è alle prime battute. Un’istruttoria dibattimentale delicata, a porte chiuse, pertanto va da sé la stringata esposizione dei fatti contestati all’imputato. Il giovane, all’epoca 23enne, era ospite dei genitori della ragazzina da un lungo periodo.
La Procura contesta due episodi, collocati nell’estate 2021 e nel settembre dello stesso anno. Allora la minore aveva 11 anni (verifiche medico-scientifiche le attribuirebbero tre anni in più). In entrambe le circostanze ipotizzate, l’ospite si sarebbe quindi introdotto nella camera della ragazzina e le avrebbe legato le mani dietro la schiena con un foulard, per poi spogliarla e sdraiarla sul letto. L’avrebbe così costretta a subire gli atti sessuali, nonostante lei piangesse e urlasse chiedendogli di smetterla, tentando anche di scappare, ma rimanendo bloccata.—