Il consiglio del professor Menichetti: per i non vaccinati 15 giorni di lockdown
PISA. «Il Governo dovrebbe avere il coraggio di imporre subito un lockdown di 15 giorni per i non vaccinati contro il Covid-19. Mentre ai giovani mi sento di dire: vaccinatevi e siate prudenti, proteggendo voi stessi e gli altri usando le mascherine Ffp2 quando vi trovate in luoghi affollati, perché il virus circola in maniera maggiore tra di voi».
Il professor Francesco Menichetti, virologo, presidente di Gisa (Gruppo Italiano per la Stewardship Antimicrobica), già primario di Malattie infettive all'ospedale di Pisa, non ha dubbi. «L'esecutivo – dice – dovrebbe prendere in considerazione un provvedimento che limiti per un periodo di almeno due settimane chi ha deciso di non vaccinarsi. Le nuove regole per il Green pass che saranno operative dal 10 gennaio, e alla luce della nuova situazione sanitaria, a mio parere sono un atteggiamento titubante. Io ho sempre raccomandato il lockdown a fianco di una vigorosa campagna vaccinale, siccome le Regioni stanno scivolando in giallo, ne abbiamo già undici su 21, alcune delle quali sono in predicato di arancione, io avrei imposto un fermo ai non vaccinati, perché il rispetto delle regole è fondamentale per uscire tutti quanti da questa pandemia».
Professore, si aspettava questa situazione con la variante Omicron?
«Fino in fondo no, però una volta che si è manifestata e si è capito che si trattava di una variante particolarmente contagiosa con grande capacità di diffusione, e questo ce l’ha insegnato il Sudafrica, ci siamo resi conto che c’era un problema in più che si affiancava alle varianti già conosciute. Omicron è una variante che sembra essere molto più contagiosa è diffusiva della Delta e delle precedenti, anche se probabilmente è accreditata con una minore capacità patogena, cioè di dare casi clinici meno gravi. Questo è sicuramente vero, ma questo accade perché incontra per lo più una popolazione completamente o parzialmente vaccinata, ma non sono completamente certo che Omicron sia così irrilevante per chi non è protetto dal vaccino o per pazienti fragili».
Chi è vaccinato può stare tranquillo?
«La tranquillità è relativa, certo, tanto più si è coperti dal vaccino, tanto minori sono i rischi che possiamo correre. E ci sono dati molto interessanti che dimostrano come la terza dose faccia recuperare la capacità di protezione nei confronti delle varianti, ed infatti adesso per le terze dosi si pensa ad accorciare i tempi: dai sei ai cinque mesi, forse in generale dopo i quattro dalla seconda. È importante fare presto. Per questo mi ha stupito il fatto che il Governo lasci circolare questa variante in assoluta libertà senza imporre delle regole e limitazioni per i non vaccinati con il rischio che l'infezione si diffonda sempre di più e a rimetterci sono i più fragili. Mi sarei aspettato un provvedimento breve ma incisivo, 15 giorni di lockdown per non i vaccinati. Io avrei imposto subito un fermo per chi ha rifiutato il siero al fianco di una vigorosa campagna vaccinale che rimane il filo conduttore per affrontare questa emergenza epocale».
Che cosa pensa del Green pass?
«Il Green pass è sicuramente un buon strumento, ma va adoperato e concesso bene. Non è pensabile rilasciare una carta verde a chi si sottopone ad un tampone, trasformando il nostro Paese in un tamponificio i cui limiti sono sotto gli occhi di tutti. Il tampone non dà nessuna protezione, offre solo una fotografia temporanea ed utile sicuramente anche ai non vaccinati per capire di essere stati o meno contagiati dal virus, ma questo è un altro discorso. Il Green pass è un passaporto che non può essere concesso a chi utilizza sistematicamente il test rapido, è un documento importante che deve essere rilasciato solo ed esclusivamente a chi ha completato l'iter vaccinale».
Professore, che consigli di sente di dare ai ragazzi e agli insegnanti che rientrano a scuola?
«Ci vuole molta prudenza. Anche ieri, in città, ho visto grande difformità nell’utilizzo delle mascherine all’aperto. È importante invece mantenere alta la guardia. Ho visto molti giovani nella fascia dei vent’anni, dove maggiormente sta circolando il virus, che con aria prezzante stavano senza mascherina, magari assembrati. Ecco, questo è un atteggiamento da evitare. La mascherina Ffp2 è bene portarla anche fuori, magari in luoghi molto frequentati, come potrebbero essere i centri commerciali, ma anche una strada congestionata, come accade in questi giorni di festa, ed evitare luoghi affollati al chiuso. Il mio augurio e che la didattica in presenza non venga sospesa, per questo mi sento di invitare i giovani a vaccinarsi, di essere responsabili, di usare bene le mascherine e proteggere sé stessi e gli altri».
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