Dalle materne alle superiori, quando scatta la quarantena con le nuove regole approvate dal governo Elementari: ai genitori arriverà il “codice” sul cellulare da far leggere in farmacia o al pediatra per i test
Gli unici dati chiari sono quando si deve stare a casa. Insomma quando scatta la quarantena per i bambini e i ragazzini. È chiaro, in realtà, anche che sono gratis i tamponi, per controllare se gli alunni sono positivi. Perchò i genitori non devono pagare nulla per far tornare i propri figli a scuola. Ma continuano a restare dubbi sulle procedure per attivare e soprattutto “disattivare” le quarantene a scuola. Abbiamo chiesto aiuto per rispondere alle domande principali ad Alessandro Artini, presidente toscano dell’associazione presidi e all’insegnante elementare Donatella Milloni, referente Covid in una scuola primaria.
Tuttavia le procedure che dipendono dalle Asl ancora non sono state chiarite in assenza della pubblicazione dell’ultimo decreto del consiglio dei ministri in Gazzetta Ufficiale.
SCUOLE DELL’INFANZIA
In base alle nuove regole basta che un bambino o una bambina risulti positiva e tutta la classe o il gruppo al quale appartiene deve sospendere per 10 giorni l’attività.
Da chiarire: se per far scattare la sospensione dell’attività serva la comunicazione ufficiale dell’Asl alla scuola e per far riprendere l’attività ugualmente senza una dichiarazione dell’Asl che tutti i bambini che hanno effettuato la quarantena sono risultati negativi al tampone.
Infine da precisare se il risultato del tampone viene comunicato direttamente (come dovrebbe) dalla farmacia o dal pediatra di famiglia alla piattaforma sanitaria regionale e da questa alla scuola.
SCUOLE ELEMENTARI
In primo ruolo le regole. Tutti i bambini hanno l’obbligo di indossare la mascherina durante la lezione. Se la possono togliere solo a ricreazione, mentre mangiano, e a mensa mentre mangiano. Poi la devono tenere sia al banco che quando si spostano.
Cosa succede con un caso positivo?
Quando un bambino o una bambina risulta positiva, si attiva la “sorveglianza con testing” della classe. Che cosa vuol dire? Vuol dire che tutta la classe è obbligata a effettuare un tampone di controllo entro 24 ore dalla comunicazione della positività del compagno (o compagna). Il tampone può essere effettuato o in farmacia o dal pediatra di libera scelta. Questo test è gratuito e viene chiamato T0 (tampone 0 o test 0).
Dopo 5 giorni è necessario sottoporre tutta la classe a un secondo tampone (chiamato T5). Se tutti i bambini sono negativi, possono rientrare in classe. Se, per caso, si verificasse un secondo o anche un terzo positivo scatta tutta un’altra situazione.
Che cosa succede in caso di due o più positivi?
In caso di due o più positivi in una stessa classe, è prevista, obbligatoriamente per tutti la didattica a distanza per dieci giorni. Al termine dei dieci giorni, di nuovo i bambini devono essere tutti sottoposti a tampone e se i risultati sono negativi, con il consenso dell’Asl, possono riprendere le lezioni in presenza.
Come si attivano le procedure per la sorveglianza o la didattica a distanza?
Salvo modifiche, al momento non comunicate, la procedura in vigore è questa: l’Asl comunica alla scuola che l’alunno o l’alunna risulta positivo o positiva. L’insegnante referente Covid stila l’elenco dei compagni di classe e lo invia all’Asl di riferimento. A sua volta l’Asl (in possesso dei codici fiscali degli alunni) invia ai genitori il Qr code (codice speciale) che consente di essere letto o dal pediatra o dal farmacista per effettuare il tampone gratuitamente.
Da chiarire: sia per il primo che per il secondo tampone (test 0 e test 5) dovrebbe essere lo stesso Qr code. Ma serve un altro codice nel caso in cui l’alunno o l’alunna possa risultare positivo a uno dei due controlli?
SCUOLE MEDIE E SUPERIORI
Intanto c’è l’obbligo di andare a scuola con le mascherine ordinarie. E di tenerle a lezione.
Che cosa succede se c’è un caso di positività?
Con un caso di positività nella classe scatta l’autosorveglianza. Si tratta di una misura di precauzione che comporta l’obbligo di indossare le mascherine FFP2 ma non prevede di interrompere le lezioni. Insomma, si va a scuola, ma si indossano mascherine rinforzate. Inoltre si devono effettuare test di controllo (screening) pagati dallo Stato che ha stanziato pr questo 92 milioni di euro.
Che cosa accade se i casi di positività sono due?
È il provvedimento che più sta creando problemi. Viene considerato “discriminatorio” perché prevede un trattamento differenziato fra chi è vaccinato e chi non lo è. Se i positivi sono due nella classe, dunque, scatta la didattica digitale integrata: significa che chi non ha fatto il richiamo del vaccino, chi non è vaccinato, chi ha completato il ciclo vaccinale da più di 120 giorni oppure chi è guarito da più di 120 giorni, deve seguire le lezioni da casa. Invece, gli altri possono continuare a seguire le lezioni in presenza a condizione di indossare la mascherina FFP2.
Da chiarire: per quanti giorni dura questa situazione? Dieci come per la didattica a distanza? Serve una “liberatoria dell’Asl per far tornare in classe i ragazzi che sono in didattica digitale integrata? E come si ottiene? Automaticamente quando i compagni positivi si negativizzano oppure serve un tampone anche per chi è rimasto a casa?
Che cosa succede, infine, con tre casi negativi?
Se si verificano tre casi negativi nella stessa classe, è prevista la didattica a distanza per tutti gli alunni, senza distinzione fra vaccinati e non vaccinati. Evidente che serve il tampone negativo per tornare in classe.
Da chiarire: serve l’autorizzazione dell’Asl per far riprendere le lezioni in presenza? Viene inviata alla scuola? E solo se tutti i test della classe sono negativi? Se due sono positivi si riparte con la didattica integrata?