Sanremo a tutto ritmo, da Morandi anni ’60 ai giovani da scoprire: le 25 canzoni in gara. I nostri giudizi
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Grande prova di Mahmood con Blanco, solo Le Vibrazioni puntano sul rock
Pian piano i vari elementi del mosaico del Festival di Sanremo si iniziano ad unire costruendo l’edizione 2022, che partirà il 1° febbraio. Amadeus (e tutta la produzione) ha deciso che sarà il Tg1 a dare spazio a ogni annuncio (sicuro) che riguarda la manifestazione. I nomi dei partecipanti sino alle co-conduttrici sono usciti da quella finestra informativa. «Altre ne arriveranno – ammette Amadeus – comunicheremo solo notizie e nomi certi al cento per cento».
ARRIVANO LE CANZONI
Intanto finalmente si svela, in anteprima per la stampa, anche l’elemento fondamentale della kermesse canora: le canzoni. In una blindata e esclusiva audizione si sono ascoltati i venticinque brani della 72ª edizione del Festival. In generale i brani vanno in molteplici direzioni stilistiche anche se l’elemento più ricorrente è quello del ritmo, soprattutto nei brani dei partecipanti più giovani. Non mancano eccezioni nel campo avverso. Rarissimi gli accenni ai “tempi moderni”, qualche parolaccia e ancora della (sterile) polemica che potrebbe uscire durante la gara. In generale il livello delle canzoni è medio, solo qualche acuto ma per il resto, ognuno nel suo ambito, c’è molta omologazione. Il coraggio di osare di Amadeus lo scorso anno era stato più premiante anche in termini qualitativi. Amadeus ha nuovamente ribadito di aver effettuato le sue scelte pensando al mondo delle radio, quindi prediligendo canzoni che potessero avere seguito in tale ambito, e in parecchi casi avrà fatto centro. Ma ecco nel dettaglio le canzoni in gara.
I VETERANI
Iva Zanicchi presenta “Voglio amarti”. Forte di tre vittorie torna all’Ariston con un brano classico, di sapore antico e melodico, con un’interpretazione partecipe per una pomposa canzone d’amore con archi in evidenza. Spiazza un assolo di chitarra (Iva rock?) a metà brano. Un salto nel tempo... all’indietro.
Massimo Ranieri con “Lettera al di là dal mare”. Il cantante napoletano, vincitore nell’88, torna dopo 25 anni con un brano che inizia lento con un pianoforte, i violini e il basso, per poi esplodere sul ritornello con una grande melodia orchestrale. Classico.
Gianni Morandi con “Apri tutte le porte”. Uno che il Festival lo ha vissuto da entrambi i lati: come concorrente e, per ben due volte, da presentatore. Il suo brano è frutto della collaborazione con Jovanotti e si sente. Ricalca “Allegria” il brano che i due hanno realizzato la scorsa estate. Un po’ twisteggiante, anni ’60 con appunti di tromba. Una canzone leggera squillante ma imprevedibilmente fresca e divertente.
A proposito di queste presenze Amadeus dice che Ranieri e Morandi li ha voluti fortemente, coccolandoli e convincendoli a presentare una canzone che poi ha passato il suo test.
I VOLTI NOTI
Nutrito il gruppo degli artisti noti al pubblico, molti dei quali vincitori di passate edizioni. Achille Lauro con “Domenica” è al quarto festival di fila, in diverse forme. C’è il solito stile, tra il biascicato e le brevi frasi. Si parla di rock’n’roll, Rollin’Stone, citazione di “Mamma come dondolo”. C’è una ritmica scandita e la melodia nel ritornello. Piacevole ma sempre sopravvalutato.
Giusy Ferreri con “Miele”. Quarto Sanremo per lei, che è abituata alle hit, in particolar modo estive. Una intro di chitarra acustica con ritmo e poi arriva il vocione. Ritmi latineggianti, molta melodia ma non melensa. Un po’ compressa, solo sul finale fa muovere.
Michele Bravi con “Inverno dei fiori”. Inizio con voce e archi sofferto, quasi cupo ma poi aumenta il ritmo. Delicata ballata con archi in evidenza.
Irama con “Ovunque sarai”. Terza volta nei big e milioni di views e click. Si presenta con un brano intenso, lento, delicato e d’atmosfera con un finale orchestrale potente. Si allontana dal pop moderno. Molto elegante.
Noemi presenta “Ti amo ma non lo so dire”. Un brano dal testo firmato da Mahmood e la musica da Mahmood e Dario Faini. Canzone piena di parole, senza soluzione di continuità. Pianoforte come colonna dorsale del brano (Faini docet) con inserti elettronici. Solo l’apertura melodica sul ritornello dà respiro.
Emma con “Ogni volta è così”. Torna dieci anni dopo la vittoria. A firmare il brano ancora Faini. Anche per lei voce bassa che poi sale e si sviluppa su una ritmica elettronica sovrapposta ad un arpeggio anch’esso elettronico che segue tutto il brano. Pure per lei testo esteso e una parolaccia. Un po’ ripetitiva. Francesca Michielin dirigerà l’orchestra.
Mahmood & Blanco con “Brividi”. Amadeus li voleva entrambi, sono loro a decidere di unirsi. Si presentano con un brano molto particolare: romantica intensa ballata d’amore con le voci che si inseguono e s’intrecciano. Cresce sul finale dove si trasforma diventando potente, con le voci assolute protagoniste. Bella prova.
Le Vibrazioni con “Tantissimo”. Rappresentano la quota rock del 2022. La band spinge sull’acceleratore superando l’anima pop ma è un rockettino leggero anche se gli inserti musicali non sono male. Però il pezzo non convince.
Fabrizio Moro con “Sei tu”. Il plurivincitore presenta una canzone che è stata scritta per il film “Ghiaccio”, di cui Moro è regista e che sarà nelle sale a febbraio. Intensa ballata, in crescendo sul finale, che parla di amore e di riscatto.
Elisa con “O forse sei tu”. Una versione più dubbiosa della canzone di Moro? Anche qui c’è molta intensità e delicatezza. Spazio all’orchestra e alla melodia per una canzone “piena”, modernamente tradizionale.
LE NUOVE LEVE E OUTSIDER
In generale usano un linguaggio moderno, elettronico e a tratti un po’ omologato. Qui spopola il ritmo, quasi le giovani generazioni volessero esorcizzare attraverso la libertà del movimento del corpo e della danza il lungo periodo di isolamento e di lontananza fisica.
La Rappresentante di lista. Tornano forti della fortunata partecipazione dello scorso anno e presentano “Ciao Ciao”, un brano funkeggiante, con ritmo, accattivante, veloce e memorizzabile con un andamento vario. È impossibile stare fermi. Interessanti.
Aka7Even con “Perfetta così”. Una proposta che piacerà al pubblico giovane tra cui peraltro l’artista è già una star. La canzone “spinge” unendo chitarre elettriche, elettronica, melodie e ritmi su un tappeto orchestrale. Anche questo è un brano verboso ma farà centro nel target di riferimento.
Rkomi con “Insuperabile”. Un artista in grande evoluzione partito dal rap e ora alla ricerca di nuove strade. Il brano ha un attacco ritmato e prosegue con uno stile rap su base musicale suonata che include la chitarra elettrica. È vivace e coinvolgente. Cita sé stesso con “Taxi Driver” il suo ultimo disco, un grande successo.
Highsnob & Hu con “Abbi cura di te”. Duo composto dal titolare di un disco d’oro e una versatile voce femminile di provenienza jazz fattasi notare a Sanremo giovani. Il brano ha una intro con arpeggio di chitarra. È un classico “nuovo rap”, con molta elettronica e ritmo sul ritornello che è cantato insieme, mentre le strofe sono suddivise. Qualche chitarra funky che sbuca tra tanta orchestra. Si cita anche il biblico Oloferne. Lei voce elastica e versatile. Bene.
Dargen D’Amico con “Dove si balla”. Una “vecchia” conoscenza dei più attenti alle nuove scene. Dj, produttore, rapper, si definisce “rapautore”. Il brano invita alla danza, con la grande voglia di tornare a ballare e a ritrovarsi in discoteca. Cassa dritta e bassi pompati al servizio di una musica che farà scatenare anche il compassato Ariston. Notevole.
Sangiovanni presenta “Farfalle”. Giovanissimo artista di 19 anni, vincitore di Amici è un idolo per il target giovane. I suoi sono suoni moderni, un po’ stereotipati che si ascoltano spesso. Anche questo brano ha una deriva ritmica elettronica dance a cui si aggiungono spunti orientali. Il ritornello è molto orecchiabile.
DA SCOPRIRE
Chiudiamo con quella serie di artisti che colgono l’occasione del festival per affacciarsi al “grande mercato” più che concorrere alla vittoria.
Matteo Romano si presenta con “Virale”. Giovane rappresentante della generazione “ticktoker”. Si presenta con un brano firmato per la musica da Dario Faini ma non lascia segno, scorre senza acuti, graffi o altro che lo faccia notare.
Yuman con “Ora e qui”. È uno dei vincitori di Sanremo giovani approdati tra i Big. Si presenta con un’intensa ballata Nu Soul. Accattivante.
Tananai con “Sesso occasionale”. Anche lui conquista il posto tra i Big arrivando da Sanremo giovani. L’inizio della sua canzone è orchestrale, quasi tradizionale. Poi si fanno spazio ritmiche urban che si esaltano sul ritornello. Anche qui è difficile restare fermi e non farsi trascinare dalla spinta ritmica.
Ditonellapiaga e Rettore con “Chimica”. Ancora un’esplosione di ritmo che parte con un potente groove. Testo accattivante, un po’ sexy e “pruriginoso” che mette in evidenza la perfetta armonia tra due generazioni che riescono (almeno una volta) a fondersi. La struttura è un po’ particolare e nel finale ci si lancia (ancora? ) nella danza.
Ana Mena con “Duecentomila ore”. Spagnola che insieme a Rocco Hunt ha realizzato tante hit. Per lei spinta ritmica con inserti latini e “cuba libre”, un brano costruito come hit. In radio spopolerà.
Infine la sorpresa più grande, ciò che non ti aspetti di trovare al festival: Giovanni Truppi con “Tuo padre mia madre Lucia”, co-firmata da Pacifico e Niccolò Contessa. Truppi è un cantautore tradizionale, più vicino al Tenco che al Festival. Eppure, Amadeus l’ha selezionato. All’inizio del brano la voce ricorda vagamente De André. Prosegue con un andamento molto variegato, con tanti modi diversi di interpretare una canzone. Sembra la tradizione d’autore unita alla velocità di parole dal rap. Un’affascinante scommessa ma non immediata.
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