Ospedale unico, futuro in mano ai sindaci: via libera di Asl e Regione

PIOMBINO. Dovevano essere due ospedali in rete. Quelli di Piombino e Cecina. Un presidio integrato: in pratica un ospedale unico, distribuito su due sedi. Lo sono di fatto dal 2018. Ancora oggi non c’è un regolamento di funzionamento, che contribuirebbe a dissipare dubbi e incertezze. E il quadro di funzioni e investimenti si è rivelato un castello di carta. La consapevolezza che si è arrivati all’ultimo appello è il terreno su cui si ritrovano i sindaci della Val di Cornia e della Bassa Val di Cecina, i vertici dell’Azienda sanitaria Toscana Nordovest e la Regione. La soluzione per uscire dallo stallo con passo realistico ora è in mano ai sindaci. L’impegno: un percorso accelerato, di confronto con tutti gli attori che hanno voce in materia, per definire ciò di cui il territorio ha bisogno e può essere di competenza dei due ospedali. Senza utopie, ma con la cifra della concretezza.

Ci sono il placet della direttrice generale dell’Azienda sanitaria Maria Letizia Casani e della Regione, la visione condivisa da parte dei sindaci del territorio. Lo conferma la presidente della Società della salute Valli Etrusche Sandra Scarpellini: «Dobbiamo rivendicare il funzionamento al massimo per quelle che sono le potenzialità dei due ospedali, a cui fa fronte un bacino di oltre 100mila abitanti – dice –. Il progetto di ospedale unico è da rivedere con l’interlocuzione dell’Azienda sanitaria e della Regione per capire come avere garanzia della qualità nelle prestazioni, senza velleità ma con una giusta rivendicazione degli standard che devono essere raggiunti e garantiti ai cittadini». In che tempi? «Puntiamo a un percorso veloce – sostiene la presidente Scarpellini –. Non è più derogabile la necessità di riorganizzazione della rete ospedaliera, anche in funzione del potenziamento della medicina territoriale. E la rete degli ospedali non può prescindere da un ragionamento più largo. Insomma, non ha senso ragionare in termini di autosufficienza ma dobbiamo guardare anche a che cosa accade negli ospedali a nord e a sud del nostro territorio».

Della squadra chiamata a guidare la messa a fuoco dell’ospedale unico fanno parte i sindaci delle due città dove hanno sede gli ospedali: Samuele Lippi di Cecina e Francesco Ferrari di Piombino. E sicuramente la presidente della Società della salute Scarpellini. In tempi stretti avvieranno la campagna di ascolto di medici, infermieri, rappresentanze sindacali e del mondo associativo. Il tutto per arrivare a una soluzione praticabile e concreta.

Del resto, gli impegni di lunga data ad ampliare il Pronto soccorso di Cecina o a trasferire e attrezzare ex novo quello di Piombino la dicono lunga. Per non accennare all’Elettrofisiologia annunciata a Cecina o al reparto di Psichiatria a Piombino.

Case della salute. Le future Case di comunità. La sanità territoriale come parte di un progetto in cui integrare i servizi e le vocazioni dei due ospedali, sviluppando gli ambiti di cura anche in base alle necessità emerse dal Profilo della salute del territorio.

«Stiamo lavorando con la direttrice Laura Brizzi a testa bassa sull’organizzazione dei servizi socio assistenziali come Società della salute – dice la presidente Scarpellini –. E alla loro revisione in collaborazione con Federsanità per omogenizzare i servizi tra Val di Cornia e Bassa Val di Cecina. Abbiamo già incontrato la consulta del terzo settore e a breve c confronteremo con il Comitato di partecipazione e i sindacati confederali».

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