In arresto cardiaco dopo un litigio in strada: «Grazie, siete i miei angeli, mi avete salvato la vita»

L’appuntamento è in una pasticceria nella principale piazza di Castelfranco. Lì, alcune settimane dopo essersi sentita male, ha incontrato le persone che il 3 febbraio scorso le hanno casualmente salvato la vita, semplicemente perché si sono trovate lì in quegli istanti. Ieri mattina Fiorella Vanni, 67enne che vive nel centro di Castelfranco, ha incontrato per la prima volta le persone che quel giorno l’hanno soccorsa; ebbe la fortuna di trovarsi davanti Saverio Bellino (48enne dipendente della Pubblica Assistenza di Santa Croce sull’Arno) e Alessia Volpi (25enne volontaria della Croce Bianca di Orentano), due persone quindi formate che con le loro conoscenze hanno fatto la differenza in attesa dell’ambulanza.

Fiorella, accompagnata dalla figlia Eleonora Falleri, dal marito Renato Falleri e dai nipoti Alyssa ed Enrico, ha abbracciato i suoi “angeli”.

C’era anche un’altra giovane madre – come Alessia – che quel giorno passava casualmente bici dall’ospedalino di Castelfranco (la Rsa Menichetti): Valentina Curtis con la sua piccola Gioia.

Nessuno è voluto mancare all’incontro organizzato dalla figlia Eleonora per consentire alla madre di vedere per la prima volta i suoi buoni samaritani. Anche perché di quel giorno – quando si sentì male e cadde battendo la testa e andando in arresto cardiaco dopo un litigio per motivi stradali – l’anziana non si ricorda nulla: «Voglio dirvi grazie, semplicemente. Se non mi aveste soccorso, adesso io non sarei qui a bere un caffè con voi. Mi avete salvato, c’è poco da dire».

La donna di quel giorno ricorda poco, a parte l’arrabbiatura molto pesante nei confronti di un ragazzo che aveva attraversato la strada in bici rischiando di causare un incidente grave.

Gli altri, invece, si ricordano tutto: «Il giorno dopo – ha raccontato Saverio Bellino a Fiorella – mi facevano male gambe e braccia, perché praticare il massaggio cardiaco per molti minuti è un esercizio dispendioso. Noi siamo preparati, ma trovarsi per caso una persona davanti che sta molto male non è mai semplice».

Saverio ha poi confessato di aver “brontolato” il marito di Fiorella, che quando l’ha vista cadere voleva rialzarla: «Mi dispiace – ha aggiunto – averlo allontanato, ma la moglie aveva battuto la testa e quindi c’era il rischio che spostandola si causassero altri danni». Tutt’attorno si era creato un capannello di gente, che i due soccorritori hanno tentato di disperdere (come si fa in questi casi) .

Un vigile urbano, invece, ha cercato di tenere calmo il marito di Fiorella, che era in evidente stato di shock. I due si erano trovati per caso lì, mentre stavano prestando servizio per le rispettive associazioni di volontariato. Non si sono girati dall’altra parte, non hanno perso tempo prezioso e hanno iniziato le manovre salvavita con quello che avevano disposizione e seguendo ciò che avevano imparato in precedenza. Mentre Bellino massaggiava la donna, Alessia Volpi al telefono recepiva le istruzioni degli operatori del 118, che in 14 minuti hanno fatto giungere l’ambulanza e l’automedica sul posto.

Da lì è iniziata la fase 2 dell’intervento, che ha comportato il trasferimento all’ospedale di Empoli in codice rosso e le successive cure in rianimazione.

Alessia, come gli altri, si è commossa a rivedere quella donna che aveva visto esanime a terra; una ragazza che dedica molto del suo tempo libero al volontariato, perché “fa bene all’anima”. Ad architettare la sorpresa la figlia Eleonora Falleri: «Da figlia ed ex volontaria è un’emozione immensa sapere che mia mamma ha potuto incontrare questi angeli».

La donna adesso sta bene, dopo aver passato un periodo in ospedale in terapia intensiva con tutte le paure del caso. Si percepisce la sua emozione, nonostante le poche parole. È quello stupore di chi se l’è vista brutta e adesso ne può parlare quasi sorridendo, perché il peggio è passato.

La conversazione al bar passa dai ricordi di quel giorno che poteva finire in tragedia ai classici convenevoli tra chi si conosce da pochi istanti. Valentina Curtis – che passava di lì quel giorno – ha portato con sé la figlia, che aveva il desiderio di rivedere quell’anziana (che potrebbe esser benissimo la nonna) non più a terra ma serena e in buona salute. Fuori è il momento di fare una foto ricordo, ad immortalare un istante che sa di sollievo e umanità dopo l’enorme spavento. Poi ci sarà spazio – magari in primavera o in estate, con le temperature più miti – di ritrovarsi tutti a una bella tavolata per confinate nei ricordi a lieto fine una vicenda che poteva finire in maniera decisamente diversa. Per organizzare questo incontro, Eleonora Falleri ha usato un gruppo Whatsapp, che a questo punto potrebbe esser ribattezzato “La compagnia del soccorso».

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