Protocollo antimafia sui lavori della 398, partita a rischio infiltrazioni criminalità

Il prefetto D’Attilio: «Gli appetiti delle organizzazioni criminali possono essere stimolati dagli elevati importi delle opere»

PIOMBINO. La partita vale 116 milioni di euro. A tanto ammontano le risorse per il completamento della strada 398. Sulla viabilità si gioca la sfida per lo sviluppo. Ma è anche una partita a rischio infiltrazioni della criminalità. Al punto che in Prefettura è stato sottoscritto il protocollo d’intesa per la prevenzione dei tentativi di infiltrazione criminale nell’appalto tra il prefetto Paolo D’Attilio, il dirigente responsabile di Accordi di sicurezza Anas Spa Michele Sini e i rappresentanti del raggruppamento temporaneo di imprese Sales-Monaco-Ambiente che si sono aggiudicate l’appalto del 1º lotto. Sul resto, quando i tempi saranno maturi, si tratterà di replicare la formula con il soggetto attuatore del 2º lotto che è l’Autorità di sistema portuale.

Il protocollo è stato elaborato sulla falsariga di quelli caldeggiati dal Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile per le opere infrastrutturali rilevanti. In pratica, si prevedono impegni articolati e stringenti al fine di scongiurare i tentativi di inserimento nei lavori da parte di imprese collegate o riconducibili alla criminalità. L’affidatario Anas deve denunciare eventuali tentativi di estorsione, ma le prescrizioni sono vincolanti, oltre che per il soggetto aggiudicatore anche per l’affidatario, il raggruppamento temporaneo di imprese Sales-Monaco-Ambiente.

La sottoscrizione del protocollo è stata fatta in contemporanea con quello relativo ai lavori alla Darsena Europa, che prevedono l’ampliamento verso il mare dello scalo portuale di Livorno e valgono 450 milioni di euro. In questo caso il commissario straordinario per la Darsena Europa è il presidente dell’Autorità portuale Luciano Guerrieri. «Due infrastrutture di rilevanza strategica per il nostro territorio – afferma il prefetto D’Attilio –. Anche per questo vanno preservate dagli appetiti delle organizzazioni criminali che possono essere stimolati dagli elevati importi e dalla filiera degli interventi che ne discenderà, a garanzia dell’interesse pubblico alla qualità delle opere, per la sicurezza dei lavoratori e per la tutela della legalità e della concorrenza».

Il regime delle informazioni antimafia è esteso a tutte le imprese e a tutte le fattispecie contrattuali, indipendentemente dall’oggetto, dal valore, dalla durata e da qualsiasi condizione e modalità di esecuzione. Qualora, a seguito di tali verifiche, emergano elementi riferibili a tentativi di infiltrazione mafiosa a carico dei soggetti della filiera, il soggetto aggiudicatore si impegna a esercitare il diritto di risoluzione o a imporre al suo affidatario l’esercizio di tale diritto.

Viene attivato anche un flusso di informazioni che dovrà garantire l’alimentazione di una banca dati che consentirà anche alle Direzioni investigative antimafia (Dia) e alle forze di polizia il monitoraggio dei soggetti che a qualsiasi titolo rientrano nel ciclo di progettazione e di esecuzione dei lavori, compresi i parasubordinati e i titolari di partita Iva senza dipendenti, dei flussi finanziari connessi alla progettazione e alla realizzazione delle opere e delle condizioni di sicurezza dei cantieri nonché del rispetto dei diritti contrattuali dei lavoratori impiegati. In merito alla vigilanza sulle modalità di assunzione della manodopera e sul rispetto dei relativi adempimenti previsti dalla legislazione sul lavoro e dal contratto di categoria, il protocollo è stato sottoscritto anche dal direttore dell’Ispettorato territoriale del lavoro e dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Fenea-Uil, che faranno parte del Tavolo di monitoraggio dei flussi di manodopera costituito in Prefettura.

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