Vacanze in cambio di appalti, così la 'Ndrangheta in Toscana. Chiusa l'inchiesta per 13 indagati

FIRENZE. Un dipendente della Regione Toscana, assistente tecnico presso il Genio Civile del Valdarno superiore, che ottiene uno cospicuo sconto per la vacanze in Calabria dal 17 al 30 agosto del 2019, in un villaggio vacanze a Santa Caterina dello Jonio gestito da un uomo in odore di 'Ndrangheta, in cambio di favori nell'assegnazione di appalti ad assegnazione diretta nella provincia di Arezzo.

C'è anche questo in una delle tre inchieste che il 15 aprile del 2021 hanno portato a 23 arresti nell'ambito di accertamenti su presunte infiltrazioni della 'ndrangheta in Toscana, relative tra l'altro al controllo dei lavori di movimento terra nel cantiere per realizzazione del lotto V della strada 429 tra Empoli e Castelfiorentino, e all'illecito smaltimento dei rifiuti delle concerie denominati Keu. In questo filone, il primo a venire chiuso dalla procura di Firenze, ci sono 13 indagati.

Oltre al dipendente pubblico, accusato di corruzione, l'avviso di conclusione indagini è stato recapitato nei giorni scorsi a soggetti ritenuti contigui alla cosca Gallace di Guardavalle (Catanzaro) e a due imprenditori riconducibili a un'azienda del Mugello. I reati contestati, a vari titolo, sono quelli di associazione per delinquere, illecita concorrenza ed estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione, detenzione e spaccio di stupefacenti. Tra i fatti finiti al centro dell'inchiesta, coordinata dal pm Eligio Paolini, anche le pressioni in stile mafioso che sarebbero state esercitate nei confronti di un imprenditore per eliminarlo dalla concorrenza.

Tutto sarebbe accaduto a Pontedera nel centro riciclaggio di Francesco Lerose, considerato dagli inquirenti vicino alla cosca Gallace e finito agli arresti su richiesta dei magistrati antimafia. Nella sua azienda sarebbe stato realizzato il piano di estromettere un imprenditore dai lavori di movimento terra nel cantiere per la realizzazione del lotto V della strada 429 a Empoli, dove poi sarebbero state interrate tonnellate di Keu, il rifiuto derivante dalla lavorazione delle concerie di Santa Croce sull'Arno: l'uomo, chiamato nell'azienda di Lerose con una scusa, sarebbe stato avvicinato da soggetti vicini alla cosca Gallace e convinto a rinunciare ai lavori per lasciare campo libero all'azienda del Mugello.