Ipotesi nuovo rigassificatore, funzionari del ministero e di Snam a Piombino

PIOMBINO. Dalle parole ai fatti. Il rigassificatore a Piombino è ormai qualcosa in più di una semplice ipotesi. Giovedì prossimo, infatti, si terrà nel municipio della città industriale il primo incontro tecnico tra le istituzioni locali e Snam, la società che ha ricevuto il mandato del governo Draghi di reperire due Fsru (floating storage and regasification units) da collocare in Italia per la trasformazione del gas liquido trasportato dalle navi gasiere.

Piombino, come anticipato dal Tirreno, è con Ravenna in pole position per accogliere uno dei due impianti. Così, dalla città dell’acciaio il governo conta di muovere i primi passi per sottrarsi alla morsa del gas di Putin, dopo che la guerra tra Russia e Ucraina ha completamente demolito gli equilibri commerciali ed energetici in tutta Europa.

All’incontro di giovedì parteciperanno il presidente della Regione Eugenio Giani, il sindaco di Piombino Francesco Ferrari e il presidente dell’Autorità di sistema portuale Luciano Guerrieri. Con loro ci saranno i funzionari del ministero della transizione ecologica e i tecnici di Snam, la società che sta lavorando direttamente al progetto. Insomma, quelle che fino al momento erano soltanto delle indiscrezioni si sono trasformate in queste ore in realtà. E se il governo fino ad oggi si muoveva a fari spenti, adesso intende mostrare le carte. Il presidente Giani, contattato dal Tirreno, ha confermato di aver avuto in queste ore i primi contatti con Snam.

La società ha preso informazioni sulle caratteristiche del porto e del territorio piombinese. Quello di giovedì, insomma, sarà il primo incontro tecnico tra chi sta valutando di portare il rigassificatore a Piombino e chi quel rigassificatore lo dovrebbe accogliere. C’è da capire se quanto ipotizzato in queste settimane sia davvero fattibile. I dubbi sono ancora tutti sul tavolo. In primo luogo non è chiaro quale sia il tipo di impianto che si pensa di collocare a Piombino. Lo scenario più probabile è che si pensi di portare una Fsru (piattaforma galleggiante). Ma il luogo nel quale sarà collocata non è scontato.

Il gas potrebbe essere lavorato su una nave accostata in banchina (i fondali a - 20 metri del porto di Piombino lo consentirebbero) o posizionata in rada. Scenari diversi con implicazioni altrettanto diverse per il territorio della città industriale. L’installazione di un impianto a terra creerebbe non poche difficoltà (le banchine portuali sono tutte in concessione ad eccezione di quelle nuove da realizzare sul lato ovest del porto) e comunque il consumo di spazi sarebbe importante viste le dimensioni della piattaforma e la necessità di creare un ampia zona di sicurezza per le operazioni. L’impianto galleggiante in rada, secondo il presidente dell’Autorità di sistema portuale Guerrieri, sarebbe meno invasivo, ma servirebbero più tempo e soldi per realizzare la tubazione sottomarina. Insomma, la partita è aperta: giovedì si capirà quali saranno le mosse di Snam.