Caso Scieri, dopo 23 anni il processo per la morte del parà: “Fu omicidio volontario”. La famiglia presenta una lista di 140 documenti
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Secondo la commissione di inchiesta parlamentare, istituita nel 2016 e conclusa a dicembre 2017, nella caserma «avvenivano gravi atti di violenza, non riconducibili a semplice goliardia"
È iniziato stamani a Pisa il processo davanti alla corte di assise per la morte di Emanuele Scieri, il 26enne siracusano, parà di leva, trovato morto nell'agosto 1999 nella caserma pisana Gamerra, sede del centro di addestramento della Folgore. Per la sua morte – che a lungo è stata considerata un suicidio – sono imputati per omicidio volontario aggravato due ex caporali, Alessandro Panella e Luigi Zabara. Assente il primo, Zabara è invece presente in aula. Su richiesta della sua difesa la corte ha vietato fotografie e riprese video da parte dei media. In aula oggi non sono presenti neppure le parti civili: Isabella Guarino, madre di Scieri, e il fratello minore del 26 enne, Francesco, che in questi 23 anni insieme agli amici si è battuto incessantemente per arrivare alla celebrazione di un processo per la morte di Scieri.
Emanuele Scieri, nato e residente a Siracusa, laureato in giurisprudenza, ha 26 anni quando viene chiamato sotto le armi nel luglio del 1999 e sta già svolgendo pratica in uno studio legale. Finito il Car (il centro addestramento reclute) a Firenze, viene trasferito alla caserma “Gamerra” con altri commilitoni il 13 agosto. Dopo aver sistemato i bagagli in camerata esce insieme ad altri coetanei per una passeggiata nel centro di Pisa e rientra in caserma alle 22.15, ma al contrappello delle 23.45 non risponde. Nonostante diversi colleghi riferiscano che è tornato in caserma, Scieri viene dato per non rientrato: a quell'ora probabilmente è già morto o è agonizzante. Il cadavere resta ai piedi della scala di una torre di asciugatura dei paracadute – posto solitamente frequentato dagli “anziani” della caserma – per tre giorni. Solo il successivo 16 agosto viene ritrovato. Nell'estate del 2018 c'è una svolta nelle indagini, dopo che il caso era stato archiviato come suicidio: la Procura di Pisa arresta Alessandro Panella, caporale e capocamerata a cui era stato assegnato Scieri, e viene indagato a piede libero Luigi Zabara. La Procura indagata anche tre ex ufficiali, poi prosciolti da ogni accusa dal giudice in sede di udienza preliminare lo scorso novembre.
La pista seguita dalla Procura è quella del nonnismo: secondo la commissione di inchiesta parlamentare, istituita nel 2016 e conclusa a dicembre 2017, nella caserma «avvenivano gravi atti di violenza, non riconducibili a semplice goliardia». Secondo l'accusa, la sera del 13 agosto del 1999 gli imputati dopo aver fatto spogliare e dopo aver picchiato Scieri, lo avrebbero obbligato a salire sulla torre di asciugatura e poi avrebbero fatto pressione con gli scarponi sulle nocche delle dita. Di qui la caduta a terra della recluta e la fuga dei caporali. Secondo i periti della famiglia Scieri, il giovane morì dopo qualche ora di agonia. Un soccorso immediato avrebbe potuto salvarlo è l'elemento alla base dell'accusa di omicidio volontario visto che il preterintenzionale si è prescritto nell'agosto 2017.
La lista di 140 documenti presentata dai legali della famiglia
«Abbiamo depositato l'atto di impugnazione, sotto il profilo civile, per l'assoluzione di Andrea Antico e lo abbiamo inoltrato anche alla procura che ne terrà conto nel suo ricorso che presenterà nei prossimi giorni», ha spiegato l'avvocato Ivan Albo, legale di parte civile per la famiglia Scieri, al termine della prima udienza in corte d'assise nella quale sono imputati per omicidio volontario aggravato i due ex caporali Alessandro Panella e Luigi Zabara. «Riteniamo – ha aggiunto Albo – che la corte d'assise sia la sede naturale per accertare la verità dei fatti in merito alla vicenda di Emanuele. Da parte nostra abbiamo presentato una corposa lista di 140 testi».
Saranno centinaia complessivamente i testimoni che sfileranno in aula tenendo conto anche di quelli indicati dal pm, Sisto Restuccia, e dagli altri difensori. L'udienza di oggi è servita a sciogliere alcune questioni preliminari di carattere tecnico-giuridico. compresa la richiesta dell'Avvocatura di Stato, dentro il processo a nome del ministero della Difesa sia come parte civile che come responsabile civile, di essere esclusa per quest'ultimo aspetto. Richiesta respinta dalla corte che ha già fissato un primo calendario delle prossime udienze: 7 maggio, 4 giugno, 2 e 13 luglio, 7 e 17 settembre, 1 e 19 ottobre, 12 e 30 novembre e 14 dicembre.