Il governo ha deciso che con la fine dell’emergenza gli spazi aggiuntivi dovranno essere pagati: il Comune riflette
PIOMBINO. L’emergenza sanitaria è finita e il suolo pubblico concesso gratuitamente ai ristoratori e commercianti adesso vacilla. La tanto auspicata fine dell’emergenza sanitaria ha infatti comportato una serie di conseguenze, per lo più positive, simbolo di una ritrovata libertà.
È chiaro però che alcune misure adottate nei due anni passati ora difficilmente troveranno conferma, e tra queste la possibilità concessa a bar e ristoranti di poter fruire gratuitamente di uno spazio esterno straordinario.
La ratio, del resto, era quella di sopperire alla impossibilità di utilizzare al 100 per cento i locali interni con la conseguente rovinosa perdita di coperti, quindi di entrate. Inutile dire che i gestori di queste attività, circa una sessantina tra bar e ristoranti cui vanno aggiunti altri esercizi commerciali che hanno deciso di sfruttare l’opportunità, attendono con apprensione di conoscere quali decisioni verranno adottate per la stagione estiva ormai alle porte.
«È uscito un decreto in materia di suolo pubblico – dice Sabrina Nigro, assessore alle attività produttive del Comune di Piombino – il quale prevede che per ulteriori 90 giorni a decorrere dal 1° aprile sia possibile usufruire di spazi aggiuntivi ma non più a titolo gratuito, l’esercente interessato a guadagnare all’esterno del proprio locale alcuni metri in più dovrà quindi pagarli. Il punto però, anzi l’anomalia, è che tale concessione è data solo fino al 30 giugno quando sappiamo che ulteriori spazi all’aperto sono più utili nei mesi estivi».
Insomma, un controsenso che non si esclude venga almeno in parte rettificato, motivo per cui l’amministrazione comunale piombinese (come altre limitrofe) sta aspettando a dare comunicazioni ufficiali nella speranza che venga appunto rivista la norma almeno sull’aspetto della periodicità includendo anche i mesi più caldi.
Prima nel 2020 e di nuovo nel 2021 il Comune, sulla base dei decreti a sostegno delle attività colpite dalla pandemia, ha concesso ai gestori la collocazione a titolo gratuito di un maggior numero di tavoli nello spazio adiacente al proprio locale (in certi casi ritagliando spazi esterni non preesistenti). Una soluzione apprezzata da tutti, tanto che già lo scorso anno in più d’uno si era dichiarato disponibile per il futuro a pagare la propria parte, pur di vedere riconfermata tale possibilità. L’altra faccia della medaglia, tuttavia, è che molte persone lamentarono corridoi davvero troppo stretti per camminare nelle vie centrali come via Vittorio Emanuele, diventata uno slalom tra tavoli e sedie. «Anche se il decreto è partito dal 1 aprile – sottolinea Nigro – non abbiamo ancora voluto esprimerci perché stiamo aspettando qualche giorno per capire se questa sia la versione definitiva o invece possa esserci spazio per qualche modifica».
Nell’ultimo biennio abbiamo più volte assistito a valzer di norme che si inseguivano spesso contraddicendosi perciò la volontà è quella di non creare ulteriore confusione e dare indicazioni una volta considerate veramente ufficiali. Da precisare inoltre, che la riflessione che il comune sta facendo è a 360° sulla ex Tosap, non solo sui pubblici esercizi. «Nei due anni – dice – abbiamo allargato un po' le maglie rispetto a quanto previsto dal governo e che ha coinvolto qualsiasi realtà economica dotata di spazi esterni (in pratica tutti coloro che pagano la ex Tosap, diventata canone unico)».
Perplesso anche Vincenzo Cananzi, presidente Confesercenti e titolare del bar Movida 2.0 che si dice disponibile a pagare il suolo pubblico purché la possibilità di utilizzare uno spazio aggiuntivo abbracci tutta la stagione estiva. «Auspicavamo una proroga di tale norma – spiega – ma fino al 30 giugno ha poco senso. Uno spazio straordinario è importante e personalmente sarei disponibile a pagare, purché si parli di cifre ragionevoli, ma non intendo fare investimenti per i soli mesi primaverili. Suggerirei piuttosto di far mantenere gli spazi straordinari nel rispetto del decoro pubblico e magari rivedendo le misure. Insomma – conclude – ben venga il suolo pubblico aggiuntivo anche se non più a titolo gratuito, ma tale concessione deve poter arrivare almeno fino al 30 settembre».
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