All'ospedale di Massa «un malato oncologico lasciato 5 ore in attesa». L'Asl: «Lo tenevamo sotto controllo»

Polemica infuocata per i tempi del pronto soccorso: un flusso enorme di richieste mette in ginocchio il personale

MASSA. Ci sono – e sono tante – le urgenze. E ci sono decine di pazienti che, dopo tre giorni di feste e ambulatori medici chiusi, bussano alle porte del pronto soccorso perché anche quando la patologia non è grave, il bisogno di sanità rimane. Chi ha disturbi gastroenterici, chi un importante eritema solare, chi una cefalea insistente. Chi, oltre al dolore alla schiena, combatte pure con la febbre e la tosse da Covid. E sì perchè, a a complicare le cose, c’è pure il coronavirus con la necessità di isolare i positivi.

Risultato: quella di martedì 19 aprile al pronto soccorso è una giornata da incubo. L’organico – assicurano il dottor Giuliano Biselli, direttore del Noa e Alberto Conti, primario del pronto soccorso – è al completo. In servizio ci sono 5 medici e 9 infermieri. Ma l’afflusso è enorme.

«Se in media – ad affidarsi ai numeri è lo stesso dottor Conti – gli accessi giornalieri al pronto soccorso sono 150, martedì sono stati 210, con molti casi gravi tra cui due infarti, un aneurisma rotto, tre decessi». Casi gravi, tantissimi pazienti e – conseguentemente – tempi di attesa più lunghi. E c’è chi – assicura Fratelli di Italia – ha aspettato 5 ore tonde tonde nonostante un versamento pleurico. Che quel paziente, un oncologico, abbia dovuto attendere il Noa non lo smentisce, l’ospedale però assicura che il malato è stato sottoposto in tempi brevissimi al triage e che «i parametri vitali (temperatura, pressione e saturazione) erano buoni».

Insomma – per parafrasare l’azienda sanitaria – quel malato grave, ma la patologia non era in fase acuta per cui, di fronte ad infarti e aneurismi, i medici hanno valutato che il paziente, visti i parametri, potesse attendere monitorato in attesa di fissare un drenaggio pleurico. Fratelli di Italia ritiene però che quella lunga attesa sia la conferma di una carenza di organico: il consigliere regionale Vittorio Fantozzi, il coordinatore provinciale Marco Guidi e il consigliere comunale Alessandro Amorese non puntano il dito contro il personale sanitario, ma sottolineano la necessità di nuove assunzioni: «Da due anni gli operatori sanitari stanno lavorando allo stremo a causa dell’endemica carenza di personale acuita dalle assenze per Covid o malattia. Il modello di intensità delle cure è stato fallimentare. Il Noa è in sofferenza: le carenze di organico e le assenze pesano come macigni perché le assunzioni arrivano con il contagocce». Ospedale in sofferenza perchè – aggiunge Fratelli di Italia – «l’assistenza territoriale è carente e le persone sono costrette a riversarsi nel centro di emergenza-urgenza. Senza dimenticare che il Pronto soccorso di Massa è più piccolo degli ospedali gemelli».